LO STARNUTO. Addio all'augurio
“SALUTE!..”
Celso, 2, 2-6 e Ippocrate: semeiotica
di ieri e medicina di oggi, in «Technai. An International Journal
for Ancient Science and Technology», 3, 2012, p. 117 sg.). Nel tempo
è cambiata la progressiva conoscenza del perché si verificano certi
cambiamenti nel nostro organismo, mentre i fenomeni fisiopatologici
descritti sono rimasti immutati nei secoli. Nella medicina antica ci
sono tuttavia alcuni dati che appaiono clinicamente destituiti di
ogni attendibilità, come quello che include lo starnuto « fra gli
indizi favorevoli » (1). La cosa non sorprende perché sappiamo che
la medicina accordò largo spazio alle credenze popolari e alla
magia. Nel caso dello starnuto è ben noto come fin dai tempi di
Omero esso fosse considerato generalmente come presagio propizio: in
Od. 17, 541-47 gli starnuti di Telemaco sono per Penelope un
preannuncio della fine dei Proci; nell’Anabasi (3, 2, 29) alle
parole di Senofonte che esorta i soldati a lottare contro i barbari
segue lo starnuto di uno di loro, interpretato subito da tutti come
un presagio di Zeus Salvatore. Ma le testimonianze antiche in
proposito sono numerose e una raccolta molto ricca si deve a
Leopardi, che allo starnuto ha dedicato un intero capitolo, il VI,
del Saggio sopra gli errori popolari degli antichi (2). Insomma lo
starnuto, questo sintomo così aspecifico (si tratta infatti
dell’espulsione di corpi estranei dalla bocca e dal naso mediante
emissione rapida e violenta di aria), era investito nell’antichità
di un’aura divina e ritenuto precursore di lieti eventi (3), per
cui si comprende come potesse essere avvertito in medicina quale
segno di imminente guarigione. 1 Vd. Cels. 3, 3 sternumentum etiam
inter bona indicia est, che dipende da Hipp. Progn. 14, secondo il
quale tuttavia esso non è auspicabile nel caso di malattie
polmonari. 2 Vd. G. Leopardi, Saggio sopra gli errori popolari degli
antichi, a cura di A. Ferraris, Torino, Einaudi, 2003, pp. 59-67. Lo
starnuto poteva essere anche presagio infausto, ma solo in
particolari circostanze (p. es., se fatto a sinistra invece che a
destra o viceversa, ecc.). A Leopardi sono casualmente risalita
sfogliando l’ultimo numero del « Giornale di Medicina Militare »
(161, fasc. 2, 2011, pp. 177-80; la rivista è consultabile
gratuitamente al seguente indirizzo: http
://www.difesa.it/Pubblicistica/GiornaleMedicina/Documents/2_2011.pdf),
dove nella rubrica Un salto nel passato si ristampa una nota sullo
starnuto del 1911 di C. Sforza, generale medico e ispettore, che
esordisce riassumendo e citando appunto il passo leopardiano.
L’approdo a Leopardi è del tutto casuale, ma non è privo di
significato nell’omaggio a uno studioso che ha dedicato non poche
delle sue fatiche al grande recanatese. 3 Una sopravvivenza
letteraria abbastanza vicina a noi (non so se finora osservata) si
trova in Pinocchio di C. Collodi (cap. XI): al primo starnuto di
Mangiafoco Arlecchino rassicura Pinocchio dicendogli che ormai è
salvo. Ai successivi il burattino, evidentemente rincuorato, replica
con ‘felicità’, un’espressione riconducibile all’odierno
‘salute’, in cui è certo da riconoscere una traccia dell’antica
credenza, come ben sapeva Leopardi, che ad altro proposito (Leopardi,
Saggio, cit., p. 77) scrive : « Si deridono ora i pregiudizi che si
aveano anticamente intorno allo sternuto, ma la consuetudine di
salutar chi sternuta sussiste anche al presente, e sussisterà sempre
nelle nazioni civilizzate.
Ricerca storica della Dott.ssa
Eleonora Parroni attualmente Maggiore dei Carabinieri in Roma.
Dopo il CoronaVirus che si diffonder
con il fiato dell'uomo e viaggia al massimo con le goccioline di
saliva sparate nell'aria dagli starnuti (la pressione di uno
starnuto è stata equiparata a quella dell'aria compressa di un
fucile a piombini) purtroppo non potrà più essere salutato con la
espressione “Ssalute!...come come era previsto dalla autrice di
questa interessante ricerca storica..
Pesaro li 15 Aprile 2020.
Pecos Bill