mercoledì 22 febbraio 2023

INDIA NEL CUORE

L’INDIA NEL CUORE 1. Sono stato in India e più precisamente nello Stato del Kerala, ospite di don Filippo un’amico sacerdote conosciuto a Pesaro nei due anni di sua permanenza in diocesi. L’oriente mi ha sempre affascinato, le loro tradizioni, le usanze, la spiritualità fanno parte di quella cultura asiatica che avevo apprezzato andando per lavoro in altri Paesi d’oriente. L’accoglienza e l’ospitalità mi hanno fatto ben presto sentire integrato in questa comunità parrocchiale, sita a 1200 mt. slm dove vivevo. Adulti e ragazzi erano assidui fermarsi con me a dialogare in inglese dopo la messa mattutina delle 6,30 o prima dell’inizio della scuola adiacente la casa parrocchiale. Il Kerala è uno degli Stati più ricchi dell’India governato da un partito comunista, sostenuto anche da diverse confessioni cristiane. All’opposizione il partito musulmano. L’economia del Kerala è fiorente: si deve al piantatore inglese Henry Wichman nel 1875, al servizio dell’impero britannico nei 200 anni di colonizzazione del Paese, le piantagioni di rubber-trees in Kerala, gomma naturale ricavata da questi lunghi fusti, per la produzione di pneumatici e derivati. Le grandi distese di tea e la raccolta di riso coltivato in vaste paludi fanno si che l’India ne è uno dei primi produttori al mondo, oltre ad essere destinato all’autoconsumo. L’India è diventata nel 2022 la quinta economia mondiale superando quella del Regno Unito. Fra le loro tradizioni, quella che mi ha sorpreso positivamente è l’approccio con la spiritualità di quei luoghi. Le calzature vengono lasciate fuori casa, o sui gradini degli edifici di culto in quanto sono considerate impure e tali luoghi vengono approcciati a piedi nudi. L’altra consuetudine è quella di mangiare con le mani per avere anche un rapporto tattile con il cibo, sentendone il grado di cottura e la stessa temperatura. Ogni boccone va preparato mescolando i vari componenti di salse speziate, verdure cotte ricavate anche da tuberi, spezzatino di pollo, maiale e vitello ecc. depositate intorno al piatto di riso il quale verrà intinto mescolandolo con le mani. Per questo in ogni sala da pranzo c’è un lavandino dove lavarsi le mani prima e dopo il pasto. L’attenzione verso l’invitato a pranzo è accurata. Rimane a disposizione sempre una persona riguardosa verso l’ospite che lo segue nei particolari per farne godere delle delizie del cibo. Una delle manifestazione che accomunavano folklore e religiosità è stata la processione della Madonna di Kuravilangad, nel ricordo della apparizione del 1604, dove centinaia di persone trasportavano sacre statue e un grosso elefante, simbolo del Kerala, ricoperto di preziosi addobbi seguiva i festanti. Se mi fossi fermato alle diversità incontrate, avrei ridotto alla mia misura la realtà che mi circondava. Sarei andato avanti con il mio schema e non mi sarei aperto a quello che mi stava accadendo:  quella bellezza di una esperienza che mi si è spalancata guardandola con gli occhi del cuore. Massimo Tonucci

sabato 18 febbraio 2023

IL MERCATO DELLE ERBE SAN DOMENICO

IL MERCATO DELLE ERBE “ SAN DOMENICO”
Per lavori di sistemazione dell'area, del tutto auspicabili ed urgenti, le bancarelle ed i commercianti vengono sfrattati dal Comune che forse pensa di spostarli in PiazzaMatteotti o Carducci. Non solo i commercianti ed operatori del mercato perdono la loro tradizionale attività, ma sopeatuttto il Centro Storico perde, sia pure temporaneamente, un centro economico importante. I cittadini del centro e perdono un attività economica importante proprio quando un grosso negozio di frutta e verdura di Piazza Primo Maggio ha chiuso. Ed allora? Per evitare il disagio degli operatori economici e dei cittadini del Centro una soluzione potrebbe esserci: spostare bancarelle in piazza del Popolo, in Piazza Olivieri, nello spazio davanti all'attuale ngresso del mercatoa, in Piazza Sant'Ubaldo. Un eresia? A Monaco di Baviera nella piazza centrale si svolge il Mercato ricco e vivacissimo con tante attività. Se nel pomeriggio ci si reca nella stesso luogo trova la Piazza completamente libera epulita e delle bancarelle non c'èpiù traccia. I monachesi ed i turisti si godono lo spazio prima occupato dal mercato e poi libero per il passeggio e lo scioppimg. Pesaro li 17 febbraio 2023. P.E.Comandini

giovedì 9 febbraio 2023

RICORDANDO L'ING. ANTONIO PIERGIOVANNI

giovedì 29 agosto 2019 A MARGINE DELLA LINEA GOTICA PIERGIOVANNI ANTONIO e LA LINEA GOTICA Aabitavo in Urbino in una casa a tre piani dove si trovavano no nascoste una trentina di macchine da scrivere. Io non pensavo mai che mi avrebbero preso. Mio padre era nascosto in un luogo coperto da un mucchio di fascine. Mio padre aveva fatto la guerra mondiale e lo avevano richiamato alle armi e si trovava al Monte Conero. Ma la tragedia era che hanno portato via me che avevo 16 anni. Io avevo mio fratello più grande che era tornato a piedi da Terracina, si era salvato perchè i tedeschi portavano via i militari in Germania A Terracina faceva il militare e all'8 settembre era fuggito a piedi ed era venuto su a casa in Urbino vestito da contadino. Ad unn certo momento, a Settembre, Graziani fece l'editto stabilendo la pena di morte per i militari che non tornavano a fare il soldato nella Repubbblica sociale. Mio fratello più grande era fuggito dandosi alla macchia rifugiatndosi sul monte Pietralata dove è rimaneva fino al passaggio del Fronte. Quando mi hanno preso pensavo che mi tenessero prigioniero come ostaggio . Una sera un camion di fascisti mi prese per andare a lavorare. Poco tempo prima una persona di una famiglia nobile di Urbino mi mi aveva chiamato per andare a fondare una frazione antifascista. Sono stato preso con altre persone e ci hanno portato a Montecalvo sulle Vigne dove abbiamo bivaccato tutta la giornata mentre arrivavano altre persone che avevano preso. Alla sera alle 17 arrivava il camion che ci ha caricato e portato a Montecalvo. A Montecalvo c'erano delle baracche di legno dove si soggiornava, ma al mattino alle 5 si saliva sul Montecalvo. Io non sono andato su perchè nel frattempo il colonnello tedesco che parlava francese si era accorto che io rispondevo nella stessa lingua se ed allora lui mi trattenne come interprete e fece amicizia conme. Mi mise in un locale dove c'erano delle patate marce che puzzavano tremendamente.. Nel contempo gli aerei alleati sorvolavano la zona illumimandola con i bemgala. Io ero a dormire nei cavallettì di legno al quarto piano, ma noi non si poteva uscire. Io avevo fatto amicizia con quello che con un camion andava a prendere l'acqua e mi portò con lui ed io in un punto lo feci rallentare e mi buttai giù dal camion in un fosso. A Uurbino dovevo passare per Lavaggine che era presidiata dai tedeschi e fascisti allora mandai avanti un amico che era zoppo per cui non lo toccavano. Mi fece cenno che potevo passare. Dopo io non mo sono mosso da casa fino alla liberazione. In quel periodo mi sono messo a scrivere con una di quelle macchine da scrivere e mi sono letto molti libri. Pesaro li 30 Aprile 2019. Intervista. Pecos Bill

domenica 5 febbraio 2023

68 DUX e Wilma GALLUZZI

68 DUX Pubblichiamo il racconto di WILMA GALLUZZI figlia di Ezio marinaio del peschereccio 68 DUX Vorrei intanto partire dal fatto che l'ordine di portare in salvo i tre generali inglesi d'alto grado, venne proprio da Churchill in persona di cui il generale Neame era personale amico. E Churchill, nelle sue memorie, nel X° capitolo, gli dedica una parte, a Neame. Quindi era un ordine tassativo. Quindi tra i tanti ufficiali che erano in Italia, che erano circa dodicimila, circa così, tra ufficiali e militari inglesi, il Neame doveva essere assolutamente salvato. Come salvarlo adesso qui nel racconto dell'Anonimo Romagnolo, bisogna fare un pochino la tara. Non è che fossero proprio così degli sprovveduti, che non avevano trovato i remi... Sul fatto del sottomarino c'è un altro episodio perché io, dopo l'uscita di questo libro, che è il primo libro storico veramente e non la vulgata della Minia Marzotti sulla resistenza romagnola, questo è il primo libro serio fatto da storici seri come il professor Mengozzi che ancora insegna ad Urbino. Tedesco. Dopo la presentazione di questo libro, nell'82, io, dietro le indicazioni di Mengozzi, sono andate a fare delle ricerche e ho conosciuto a Ravenna un certo Angiolino Fabri che faceva parte anche lui, cioè tantissime sono state le persone che hanno agito in questa narrativa del salvataggio. Decine e decine di persone. Tutte hanno ugualmente merito, per carità, con tutto il rispetto ai nostri eroi pesaresi, però anche quelli che non sono stati citati. Un sottomarino doveva andare al largo di Ravenna ed era stato indicato da un messaggio da Radio Londra “Mario aspetta”, questa era la parola d'ordine. Poi dopo per problemi che sono sopravvenuti, non è potuto andare. Però, così, il sottomarino non era una invenzione e quindi, anche al largo di Gabicce poteva esserci questa promessa che poi non hanno potuto realizzare. Il fatto risolutivo di questa fuga sì i tre pesaresi, però a Cattolica l'ha …?? mio padre, Ezio Galluzzi. Perché? Perché era il figlio del presidente della marineria di Cattolica, la ca' del pescatore, una figura storica, il padre della marineria cattolichina, che aveva molto ascendente sui suoi marinai e quindi avevano potuto individuare le persone che potevano fare questa cosa e non, diciamo, abortiti i tentativi del sottomarino, ci doveva essere un'altra soluzione. Un'altra soluzione era convincere un capobarca, un proprietario di barca, lui e la sua famiglia, a rischiare la vita per portare questi tre grossi personaggi in salvo. Allora, mio padre già il 10 ottobre del '43, all'indomani dell'8 settembre, quando ancora la resistenza armata era ancora in abbozzo, no??!?, ha tratto in salvo, con capobarca Bianchini, Spooner e Ferguson e Cagnazzo e li hanno portati giù a Termoli. Dopo lì loro hanno preso accordi per tornare su e aiutare l'altra fila, Neame, Boyd e O'Connor che erano i tre pezzi grossi. E c'era anche un altro, un...??? mi pare McMollen, oltre a Spooner e Ferguson. Ma Spooner e Ferguson erano inglesi. Quindi lui era già pratico di questo salvataggio. Vailati, che lo conosceva – io non so come si siano conosciuti, sarà oggetto di una mia indagine, sulla quale ho già delle idee, per sviluppare e che proporrò a dino Megnozzi, comunque viene proposto lo stesso sistema: con una barca, un peschereccio. Il Dux è un peschereccio. Quando decidono di fare questa cosa e hanno individuato e pagato – hanno dovuto pagare, i soldi li tirò fuori Artesella, per finanziare questa cosa, il proprietario della barca di Ercoles, due battelli – organizzano tutta questa cosa e portano (tra l'altro il generale Neame, nel suo diario, fa un particolare elogio a mio padre, al quale riconosce la capacità organizzativa che risolve e sblocca la situazione). E infatti dormono nella casa di Arpesella, a Riccione, poi vengono portati in taxi a Cattolica e c'era proprio il ….??? naturalmente, ...il Lisotti. Vengono lasciati nelle vicinanze del porto e a gattoni sono arrivati all'imbarco della barca che era proprio qui, all'imboccatura del porto, diciamo sulla banchina sinistra, dove qualche anno fa c'era il ristorante Faro. Il vecchio faro. Ah, marina (???) di Cattolica. L'avevano attraccata lì. Ma per organizzare questa cosa convinto Iercoles a tirare fuori dall'acqua la barca perché molti pescatori di Cattolica, durante il periodo bellico, per non farsi requisire le loro imbarcazioni, le affondavano in acque dove poi le potevano recuperare e la brac, il Dux, l'avevano affondata i proprietari nel porto canale di Cattolica, verso il porto in muratura, diciamo. L'hanno ritirata fuori e in pochi giorni l'hanno rimessa a posto con la scusa che dovevano andare a pesca, che dovevano portare a casa il pane per la famiglia e quindi è stata ritirata fuori apposta, restaurata, il motore, le boline, ecc. per fare questa impresa. Era una grande organizzazione questa, non era una cosa improvvisata. E riescono a passare il controllo, quando escono dalla banchina, dal porto canale c'era sulla destra una costruzione tedesca che ha chiesto i documenti, il capobarca mostra i documenti, loro erano tutti sotto in coperta, nascosti e poi prendono il largo. Naturalmente, quando loro non ornano a casa la sera – dovevano rientrare in giornata dalla pesca – l'allarme, i tedeschi capiscono che qualche fregatura c'è stata anche se non immaginavano certo questa fregatura. Un altro particolare. Hitler voleva questi tre generali. Voleva che li mandassero in Germania quando già erano prigionieri e si rifiutò Mussolini perché sapeva che valevano molto. Appunto perché avevano questa vicinanza a Churchill e quindi sperava magari di giocarseli lui in un secondo momento. E quindi, una volta partiti, in due giorni hanno raggiunto Termoli e qui i generali insieme a Vailati e mio padre, andarono giù a Bari al …??? mio padre raccontava sempre che avevano mangiato con Alexander e Montgomery, a casa con loro. Mio padre tornò su il 2 di settembre del '44 ….??? di Pesaro e quindi il 3 a Cattolica, perché prima certo non poteva, era ricercato e così anche i tre marinai, due fratelli più il motorista Sebastiano Bani, dovettero tornare su quando Cattolica era stata liberata. Nel frattempo i genitori anziani degli Ercoles furono arrestati, portati ….??? di Forlì. Però loro, poveretti, non sapevano niente perché – anche mia mamma raccontabìva sempre che anche mio padre non diceva mai dove andava. Diceva solo che doveva andare via, una volta a Firenze, una volta a Ravenna, cose così, che avevano un fondo di verità ma non erano prorio le destinazioni giuste. Verso Firenze perché nella zona montagnosa, vicino a Cesena, c'era, è nata la prima Brigata Garibaldi romagnola che poi dopo fu cambiata, sostituita, il comandante, il famoso comandante Libero venne ucciso dagli stessi partigiani. E anche quello è un giallo storico, no che si è saputo che erano i mandanti ma non si è fatto più niente e quindi lui girava in quel modo. Ma infatti mio padre in quel periodo non stettero inattivi, lavoravano per l'OSSI (???), i servizi segreti, americani e inglesi. Furono addestrati in un campo militare vicino a Napoli e poi Vailati fu paracadutato nella zona romagnola, nella zona di Cesena, mio padre lo raggiunse in un altro modo, perchè non voleva essere paracadutato – non era capace- e poi facevano gli addestratori della guerriglia. Gli americani gli avevano insegnato la tecnica della guerriglia, che era una cosa sconosciuta allora, ancora si faceva la guerra con gli schemi classici e quindi hanno continuato la loro azione nella zona di Cesena, tra Cesena e Cervia addestrando i partigiani che erano là. Pesaro li 5 febbraio 2023. Pecos Bill