mercoledì 27 dicembre 2017

UNO STRANO PRESEPIO





UNO STRANO PRESEPIO

Alla vigilia di Natale su di una aiuola erbosa di Viale Trieste, all'altezza di Viale Marconi, è comparso un Presepe: un San Giuseppe grande come un uomo, avvolto in una tonaca marrone, con con un cappuccio che gli copre in parte il volto, una Madonna inginocchiata ed in mezzo un bambino Gesù. Date le dimensioni pareva essere, San Giuseppe, una persona vera, una di quei mimi che nelle strade fanno le statue, ma, avvicinandosi e osservando bene appariva essere un manichino, ma la cosa che è apparsa più strana ed inaspettata è stata quella di vedere che il San Giuseppe, invece di tenere in mano il classico bastone ricurvo, aveva uno smartphone. Ma quello che faceva rimanere ancor più interdetti era che anche la Madonna e Gesù Bambino avevano in mano un analogo telefonino.
Cosa aveva ed ha voluto esprimere l'ignoto autore? Mi sono domandato e mi domando ancora. Il giorno dopo, il solito vandalo aveva trascinato via il San Giuseppe gettandolo lì vicino tanto che mi ripromettevo di rimetterlo a posto con l'aiuto di un mio amico, ma quando siamo tornati l'ignoto artista aveva già rimediato, per fortuna. Ed il Presepio è ancora lì e ed ancora rimane questa strana provocazione che fa pensare. Cosa ha voluto dire l'artista e cosa fa pensare a noi tutti?

Pesaro li 27 dicembre 2017.


P.E.Comandini

domenica 24 dicembre 2017

COSA CENTRANO QUEGLI ARCHI DI FERRO?

COSA C'ENTRANO QUEGLI ARCHI DI FERRO?

Molti si sarannno domandati che cosa c'entrano quegli archi di ferro (che non si sa come chiamarli dato che non somo arquati) che sono stati messi in prosecuzione degli ultimi archi dei portici in Corso 11 settembre. Cosa abbiano pensato gli architetti nel progettarli non sappiamo però una ragione pratica è evidente ed è quella di collegare gradualmente il flusso dei pedoni che passano da percorso protetto del loggiato alla via carrabile anyistante il grande Palazzo Dolci.
Esaminando la Carta topografica fatta redarre da Mons. Gasparo Gramellini nel 1844 inale....nel si si trova che i portici o loggiati proseguivano oltre. Quando dopo il passaggio del fronte il palazzo Dolci distrutto dalle mine tedesche fu ricostruito parte del loggiato, se non vado errato, venne sacrificato. ed il colonnato che delimitava il cortile interno venne riportato al piano superiore probabilmente per fare spazio al grande negozio di ferramente dei proprietari. Quindi le strutture in ferro riporterebbero in un certo senso idealmente l'andamento del porticato.
evitando una brusca frattura che si era creata. Una struttura che sembra ora non c'entri nulla con l'ambiente attuale, ma ha una storica continuità.
Ma perchè non approfittare per munire di una leggera copertura di plexiglas trasparente che continui la funzione di riparo dalla pioggia?

Pesaro li 22 dicembre 2017.


Pecos Bill

venerdì 22 dicembre 2017

AUGURI DI BUON NATALE



Alla fine di questo anno 2017 in cui tanti valori e d ideali sembrano essere stati dimenticati e crollati e non solo per i terremoti che ci hanno colpito, vi auguro un sereno e felice Natale rischiarato dalla luce della Stella Cometa  che ci indica sempre la direzione del nostro cammino.

Emilio e
Pecos Bill

martedì 5 dicembre 2017

PUMS Piano Urbano Mobilità Sostenibile

In vista della elaborazione di un nuovo Piano Urbano di Mobilità si legge (Carlino 5.12.) che sono stati intervistati 148 pedomi e che  tutti erano d'accordo di avere la pavimentazione del Centro senza buche ed altre insidie, il 44% erano favorevoli alla estensione della ZTL, il 19% erano contrari e  il 36 % ritenevano  l'ampliamento ininfluente. A questo proposito
   si pone una questione non irrilevante che è quella di sapere chi è il pedone. Sicuramente avranno intervistato persone che percorrevano la strada a piedi, ma chi è "il pedone" ? Il pedone professionale in realtà non esiste perchè esistono solo persone che ora vanno a piedi, in un momenti successivi vanno in bici, in altre circostanze vanno e guidano auto o vanno in autobus. Il pedone come soggetto umano assume diversi atteggiamenti a seconda delle circostanze come ironicamente  risulta nella poesia in dialetto cesenate del 1931  "L'AUTOMOBIL" che si riporta con traduzione in italiano:
L’automobil”

Posta ch’uj vegna un pizighin a umbrela:
mo guêrda sti vigliacch com’i m’ha ardot:
un vstì nov, mes l’et de’,..arviné’ tot!...
I n’ha un riguérd a e’ mond, porca mastela!

Se fa do gozli e un poch ad paciarëla
ch’ i t’ spless sota a la mêlta; e se va sot,
tra la porbia e tra e’ fom it fa un parsot
quand’ int’ ardus come una murtadela!

Mo intent ecco clu ad Rico,...e ch s’a vut dì,
monta so,..monta so...a so munté
e via come e’ vent: mo a meza streda

un caratèr, burdell, un s’vlea scansé
e sona pu,..mo ché: e me a rugì
e dai a che vigliach una rudeda!!
Dr. Pietro Comandini

L’AUTOMOBILE.- Che pigliasse loro un accidente a ombrello (secco)!.../ ma guarda questi vigliacchi come mi hanno ridotto!.../un vestito nuovo, messo l’altro giorno, rovinato tutto!.../non hanno un riguardo al mondo, porca mastella.// Bastano due gocce (di pioggia) e un poco di fanghiglia / che ti seppelliscono sotto il fango; e se va (il tempo) asciutto / fra la polvere ed il fumo ti riducono come un prosciutto (che si mette al camino per affumicarlo) / quando non ti riducono come una mortadella! // Ma ecco che passa colui di Rico: e cosa vuoi dire, / “monta su, monta su...” sono montato: / e via come il vento. Ma a mezza strada / un carrettiere, ragazzi, non voleva spostarsi; e sona pure: macchè: ed io ad urlare:/ “e dà a quel vigliacco una rotata!”..”
La Piè” 9 ott.1928.