giovedì 30 dicembre 2021

BUON ANNO 2022 da PRCOS BILL

 





AUGURI DI BUON ANNO 2022 e...

UNA VITA DA GABIEN

VITA DA GABIEN (cruchèl)

El s’riposa sj scoj un gabièn bianch

dop ch’a l’ò vést lotè sa n’antre in vol,

salvand un pesc ch’el t’à pesched da sol

préma d’sparì tel cél confus tel branch.

     C’vo’ acsé poch par capì cum gira st’ mond ?

basta ‘n sgvard ma ’n gabièn purted dal vènt?

o gvardè intorne c’vo’ par atri event?

rispett e libertà préma d’ gì a fond.

     Cert che stle stori un gabièn prò an le pensa,

la lota par chel pesc la n’è mèi fnida

finchè la luc del giorne la n’è gida

mó par nò jà invented anca la mensa!

     Dle volt s’dic: “ libre a so’ cum un gabièn!”,

prò a viva cum è ló c’vo’ del curagg

vulè da scoj a scoj, durmì sle spiagg,

pò par canpè scivlè tel vènt pièn pièn.

     E méj ch’ugnun strett tenga el su destén

cercand d’ viva la vita fén in fond

sa l’unor e la dignità in ste mond

ch’ par clatre c’è ch’j pensa pó a la fén.

Emilio Melchiorri

VITA DA GABBIANO

Si riposa sugli scogli un gabbiano bianco

dopo che l'ho visto lottare con un altro in volo,

salvando un pesce che ha pescato da solo

prima di sparire nel cielo confuso nel branco.

     Ci vuole così poco per capire come gira stò mondo?

basta uno sguardo ad un gabbiano portato dal vento?

o guardare intorno ci vuole per altri eventi?

rispetto e libertà prima di andare a fondo.

     Certo che queste storie un gabbiano non le pensa,

la lotta per quel pesce non è mai finita

finchè la luce del giorno non se ne andata,

ma per noi hanno inventato anche la mensa!.

     A volte si dice:”libero sono come un gabbiano!”,

però a vivere come lui ci vuole del coraggio

volare da scoglio a scoglio, dormire sulle spiagge,

poi per campare scivolare nel vento piano piano.

    E meglio che ognuno stretto tenga il suo destino

Cercando di vivere la vita fin’in fondo

Con l’onore e la dignità in questo mondo

Che per quell’altro c’è chi ci pensa poi alla fine.

(Emilio Melchiorri)


giovedì 23 dicembre 2021

BUON NATALE


 BUON NATALE  A TUTTI



CAMBIAMENTI  CLIMATICI E PANDEMIA

Il clima del pianeta è cambiato, sta cambiando.

E' un dato specifico, subito e riconosciuto da tutti i paesi e governi ormai. Ma perchè meravigliarsi? Dove era scritta una immutabilità del clima sulla terra quando questa ha subito mutamenti epocali come le ere glaciali. La terra è un organismovivo vivo in continua evoluzione. Nessuna meraviglia, ma ora l'uomo ha scoperto che la sua opera può contribuire ai mutamenti in senso negativo di questo fenomeno e giustamente ora cerca di porre rimedio. Chiamai ncausa i paesi che sfruttano il carbone come fonte di energia, ma fino adessol'uso del carbone e degli idrocarburi hanno assicurato uno sviluppo della ricchezza e del tenore di vita inimmaginabie per l'umanità ed anche la tecnologia e la scoperta di fonti alternative di energia non inquinanti.

E' cominciata unalotta che vede riuniti gran parte dei paesi del Mondo e questa è un fatto straordinario che inedito nella storia che apre orizzonti speranza dipace e solidarietà.

Pandemia.

Generale!...quando finirà questa guerra?” era la domanda che mia madre rivolgeva, come tanti, quando capitava di incontrare un militare di un certo grado durante il periodo dell'ultima guerra. Ora la stessa domanda vieneposta dai cittadini ai vari virologhi che capitano a tiro: “Quando finirà questa Pandemia?” L'unica risposta sensata da dare è:

Quando Dio vorrà!”

Aconsolazione di tutte le disgrazie, dolori, luttic'è un pensiero che ci può consolare e dare speranza. E' mai capitato nella Storia chenazioni, gruppi di nazioni, tutte le nazioni si sono trovate a combattere un nemico comune, invisibile, inaffferrabile che non guarda in faccia a nessuno e che sta creando volenti e nolenti una rete di solidarietà mondiale? Anche i paesi ricchi ed avanzati non si salvano se non salvano tutti i paesi anche i più poveri e diseredati perchè in Virus non guarda in faccia a nessuno e non ci si salva se non stiamo tutti insieme come dice Papa Bergoglio.

Pesaro li 22.12.2021.

Paolo Emilio e  Pecos  Bill


martedì 14 dicembre 2021

NATALE CON ZI FEDERICO

 




E' zi Federico

U n'è mai senza un brisul d'ambizion

che me a pens a chi dè, a che tinël

dla casina suleda, e cal riunion

di pariínt torna ló, tott j ann d'Nadêl;


e quand, dal võlti, me a s'era un burdel

e' cunteva ad chi timp e dla person

dla su cundana a morta che a scultêl

t'a t'sintiva int' e' sangv cmà un buliron.


Ancora u m' pê d'avdél: la berba bienca;

u m'pé ad sintì cla su parola frenca

int' j occ sempar un vel d'malinconia.


Anma temprêda a fugh, innamurêda

dla su tëra ch'la n'trema e dla su feda

ch'la s' taglia al veni par no fê la spia!

Pietro Comandini

LO ZIO FEDERICO. 

– Non è mai senza un poco di ambizione – che io penso a quei giorni, a quel tinello – della casetta assolata e a quelle riunioni – dei parenti intorno a lui, tutti gli anni di Natale, - e quando, alle volte, io ero un bambino, raccontava di quei tempi e della prigione, - della sua condanna a morte , che ad ascoltarlo – ti sentivi nel sangue come un rimescolio. - Ancora mi pare di vederlo. La barba bianca; mi pare di d'ascoltare quella sua parola franca – negli occhi sempre un velo d'i malinconia. -Anima temprata al fuoco, innamorato- della sua terra della sua terra che non trema e della sua fede – che si taglia le vene per non fare la spia (tentò di tagliarsi le arterie ai polsi ed all'inguine in carcere con i cocci di un bicchiere rotto per la paura di fare delle rivelazioni sotto il dolore della tortura).

Ma chi era zi Federico di cui parla il nonno Pierino? Cosa poteva raccontare nelle veglie di Natale con tutti i parenti avanti al caminetto nel tinello della piccola casa di Cesena? Racconti che facevano rimescolare il sangue del nonno, autore di questa poesia, allora ancora un semplice “burdello” (ragazzino)?

Zi Federico era uno dei sei fratelli di Giacomo Comandini padre di Pierino. Nel 1853 venne da Mazzini l'ordine ai patrioti romagnoli di tenersi pronti, ma il moto iniziato il 6 febbraio a Milano, fu spietatamente represso con ventiquattro impiccati in Lombardia, tre fucilati a Ferrara ed arresti a non finire nel Lombardo-veneto, nelle Legazioni e nelle Marche. Tra questi c'era anche lo zio Federico arrestato a Faenza il 18 luglio dagli austriaci nonostante il tentativo di fuga sui tetti di una casa accanto.

Da quel momento non vide più la moglie ed il figlioletto e, trasferito a Bologna in catene, non tornò a casa se non il 23 giugno del 1865 dopo dodici anni. Accusato di “ripristino di società segreta e di promossa insurrezione” nonostante le torture, non parlò negando ogni cospirazione. Durante l'interrogatorio durato diversi giorni, nel timore di non potere resistere alle torture, tentò di uccidersi tagliandosi le vene con i vetri di un bicchiere rotto, ma un medico militare fece in tempo a salvarlo. Il 18 gennaio del 1855 fu condannato con altri 37 compagni per alto tradimento alla “pena di morte con la forca” con commutazione alla pena in sei anni di prigione “in ferri” .

Dopo essere stato rinchiuso in diverse carceri venne inviato al carcere di Paliano (Castello ancora oggi adibito a carcere modello per i pentiti) dove rimase più di dieci anni. Doveva scontare sei anni, ma a causa della partecipazione ad un ammutinamento e tentativo di fuga fu di nuovo condannato prendendosi una seconda condanna a morte, (commutata dal Papa in galera in vita con obbligo di custodia l'11 gennaio, il giorno dopo che Vittorio Emanuele aveva pronunciato il discorso del “grido di dolore”.

Dopo la guerra vittoriosa di Magenta e Solferino le Romagne si staccarono dallo Stato della Chiesa e furono riunite al Piemonte, ma i prigionieri politici dello Stato della Chiesa non furono però liberati. Nel 1964 venne concessa la possibilità di liberazione purché il prigioniero firmasse una semplice domanda di Grazia al Pontefice, ma Federico si rifiutò perché, piuttosto che firmare, preferiva morire in carcere. Solo nel 23 giugno 1865 uscì di prigione senza firmare alcuna domanda di Grazia.

Pesaro 14  Dicembre 2021.

P.E. Comandini



domenica 12 dicembre 2021

SCIOPERO ERGO SUM

 




SCIOPERO ERGO SUM.

Diogene usciva dalla botte dove risiedeva ed andava in giro con la sua lanterna alla ricerca dell'uomo.

Cartesio riconosceva la esistenza dell'uomo in quanto soggetto pensante: “cogito ergo sum” penso dunque sono, esisto.

Il segretario della CGL: “sciopero ergo sum”.

Data la totale inopportunità, inutilità e dannosità diuna astensione dal lavoro con perdita di salari e di produzione di beni già falcidiati dal covit in questi anni, lo sciopero appare avere il solo scopo di rivelare la esistenza delsindacato. Sciopero ergo sum.

Pesaro li 11 Dicembre 2021.


Pecos Bill