lunedì 28 agosto 2023

C'ERA UNA VOLTA UM TRIBUNALE

C'ERA UNA VOLTA UN TRIBUNALE Come si varcava il portone si apriva un grande corridoio con pareti e soffitto altissimi. Per andare in Pretura si salivano a destra delle scale che portavano ad un ammezzato dove erano sistemati gli uffici della Cancelleria Civile e quella Penale. Qui regnavano Giovannino e la Gina. Due funzionari che non parevano impiegati pubblici tanto erano gentili e collaborativi con noi avvocati. Giovannino se non poteva risolvere subito il tuo problema il giorno dopo la cosa era fatta. Nelllo stesso piano ammezzato c'erano gli uffici del magistrato che erail Pretore. Il Pretore teneva pubblica udienza nell'aula sita al piano terreno sulla destra del grande corridoio. L'udienza civile, per la trattazione delle cuse civili era affollata dagli avvocati che si accalcavano per avere chiamate le loro cause i cui fascicoli arrivavano portati sul banco dalla Gina che doveva stare attenta a che qalche avvocato non mettesse mano al fascicolo della sua causa per alterare l'ordine di chiamata. Arrivava poi il Pretore e cominciava la chiamata delle cause. L'avvocato dell'attore superando la ressa deduceva a voce o con dedzioni scritte a verbale e l'avvocato di controparte chiedeva subito termine per esaminare e controdedurre e la causa veniva rinviata di qualche mese. Molti avvocati mandavano le proprie segretarie con deduzioni scritte con l'incarico di trovare un collega che lo sostituisse a verbale e così le cause andavano avanti a rilento, anche il giudice non aveva fretta che altrimenti doveva studiare la causa e decidere. In quella situazione - in quel bailame - il giudice Meriggiola non pareva esercitare una autorità specialmente nei confrondi di due avvocatoni anziani e anche prepotenti che erano l'avvvocato Tarcisio Brualdi, reduce della guerra di Spagna e l'Avvocato Valentini che non sembravano affatto intimiditi della Autorevole funzione esercitata dal timido magistrato. Come giovane avvocato apprendista l'andazzo con cui si svolgevano le udienze e la perdita di tempo provocata dagli rinvii delle udienze per futili motivi di comodità degli avvocati non mi pareva giusto per cui quano giunse il nuovo magistrato e le cose cambiarono fui molto contento e rinquorato. Infatti Bruno Cormio, alto e energico disse subito che i cittadini avevano diritto di ricevere giustizia in tempi brevi per cui certe manfrine avvocatesche di comodo cessaron. Bruno Cormio era un magistrato che sapeva il fatto suo , alto di statura, con occhiali lo incontravo qualche volta passseggiare con passo svelto nei viali al mare. Camminava diritto e veloce e ogni tanto si voltava di scatto come per vedere se c'era qualcuno dietro di lui. Mi dissero che era perchè durante l'epoca fascista egli aveva avuto il timore di essere seguito. Non so se questo corrispondesse al vero, ma una volta rimproverò mia moglie perchè andava in bicicletta portando i miei due figli contemporaneamente in bicicletta, uno davanti ed uno dietro con un cocreto pericolo di caduta. Il giudice Cormio venne sostituito per breve tempo dal giudice Casula, molto preparato. Mi rimase impressa una sua dichiarazione relativa al cattivo funzionamento della giustizia dovuta al numero eccessivo delle cause che tenevano occupati i magistrati distogliendoli dall'occuparsi di questini di più alto livello. Quali fossero queste questioni su di cui la Magistratura si sarebbe dovuta occupare, si vide negli anni successivi. Poi giunse in Pretura il Giudice Giombetti. Era un giovane tutto particolare. Unavolta, si diceva,cherimase di stucco quando leggendo la perizia calligraficadi una parte del processo si accorse che il perito aveva analizzato la sua scrittura e non quella della parte del processo. Nella notte dell'anno del grande nevone, l'unica persona che trovammo a passseggiare a Pesaro , io e l'ufficiale giudiziario reduci da un sopralluogo a Novafeltria, era proprio Giombettiche passeggiava nella cittò trasformata in una meravigliosa cartolina di Natale. E' stato l'unico a ricordare con un articolo pubblicato su Il Carlino, la cara persona di Giovannino Malavolta dopo la sua morte. Per andare in Tribunale si doveva percorrere quasi tutto il corridoio al piano terreno per poi salire a sinistra due ampie scalinate fino arrivare al secondo piano dove subito di fronte era stata, con una grande vetrata, era sata ricavata la Cancelleria Civile. Qui regnavano incontrastati il Cancellier Pardi che aveva avanti a se dall'altro lato del tavolone della sua scrivania la, Gianna che non lasciava detto niente. I fasciloli delle cause di Tribunale dovevano passare sotto l'occhio vigile di Pardi che pur sempre con pacatezza e inesorabile fiscalità controllava che venisse rispettata la legge sul bollo che imponeva che tutti gli scriit difensivi fossero redatti in carta da bollo e la carta e le marche da bollo fossero corrispondenti alle righe scritte nell'atto. A nulla valevano gli accorgimenti da me messi in atto per evadere questa taassa borbonica limitativa della libertò di esprimere compiutamente il pensiero dei protagonisti del processo. Era una imposizione per me intollerabile tanto che ebbi in seguito una parte per la sua abolizione.(Vedi nota 1). Le udienze civili in Tribunali si svolgevano come in Pretura, ma davanti ai singoli magistrati istruttori. Essendo il numeroo degli avvocati non eccessivamente numeroso come oggi i gli avvocati si conoscevano tutti tra loro ed anche i magistrati conoscevano bene i loro polli – cioè il comportamento e le capacitò - per cui l'ambiente giudiziario era abbbastanza famigliare e sereno anche se l'arrivo di qualche magistrato un po' schizzato creava un certo movimento ed agitazione per cui si doveva tenere conto di come tirava l'umore del Giudice. Come tirasse il vento lo si poteva vedere guardando la freccia della Rosa dei Venti esistente proprio sul soffitto del corridoio del secondo piano. La rosa dei venti funzionava benissimo e la sua freccia indicava sempre da che punto cardinale spirava il vento. Il garbino innervosiva tutti ed in particolare certi giudici. UNA “ROSA” IN TRIBUNEL Tel palaz del Tibunèl do' i discut el bèn e l mèl, t'un sofit un po' pendent cè 'na “rosa” c'segna i vent. Da malè tut le matèn s'era “bora” o opur “garben” i podèva regoless j avochèd par fè un process. Chè se i vent l'era d' “levant”; mentre s'era “maestrèl” se schiariva d'più il cervel e ridot vniva le pèn anca s'c'era del “garben”; invece sa la “tramontena” le aumentèva d'qualca st-mena. Se po elventl'era da l'”Ostre” sprecheva fied e inchiostre che l'uienza incomincièda vniva subit rimandèda. Quinto Piermaria. Gli avvocati piùgiovani organizzavano incontri e feste. Famosa fu la cena e spettacolo al locale “Coccodè” dove ebbbero occasione di esibirsi diversi colleghi e colleghe in perrformance artistiche insospettabili. Il cancelliere più anziano era il Cancellliere Contini delleesecuzioni immobiliari un personaggio che incuteva un certo rispetto. Tipicofunzionario meridionale che si vedono nei film nelle commedie di Eduardo . Fumava il sigaro toscano il cui odore o profumo aveva impregnato il suo ufficio. Dicevano che nell'armadio dei fascicoli tenesse un vaso dove teneva in fresco, invece dei fiori, foglie di insalata che forse mangiava nella pausa pranzo. Pesaro li 27 Agosto 2023. P.Emilio Comandini NOTA. 1) Conoscendo il sistema di tassazione del processo in Germania durante le riunioni del SindacccatoAvvoceti e Procuratori FESAFI non perdevo l'occasione per ontestare la carta da bollo del processo. Nevenna che per una circostanza fortunatail collega sindacalista romano Enzo Parrelli venne nominato Sottosegretario alla Giustizia ede in quella vesteriuscì add abolire la carta da bollo dal processo sostituendola con “Il contributo unicochevige attualmente. King/articoli di Peco../bozze di articoli

martedì 8 agosto 2023

PERICOLO DI INCIAMPO

PERICOLO DI INCIAMPO Sul marciapiede di Viale Trieste è stato sistemato un cartello con il divieto di superare la velacità di 10 Kh. e con la scritta “ PERICOLO DI INCIAMPO”. Il marciapiede è percorso da pedoni di tutte le età, sesso e forma fisica per cui non si vede come questi possano superare la velocità di 10 Kh. In verità il viale è per lopiù percorso da camminatori di tutte le età, da persone anziane coadiuvati da bastoni o carrelli. Non si contano le persone che portano a spasso cani che numerosi sono stati adottati durante la recente Pandemia per il bisogno di compagnia durante il blak down. Ma sopratutto numrtosissime carrozzine e tanti bambini chepiccolissimi che adesso non fanno in tempo ad imparare a stare in piedi a camminare che corrono veloci in micro monopattini, tricicli e biciclettine inseguiti dai genitori e nonni. Uno spettacolo che rallegra ilcuore. Per quanto riguarda poi l'avviso di “PERICOLO DI INCIAMPO” rimane per il cittadino problematico prefigurarsi o immaginarsi l'ostalo su cui potrebbe inciampare camminando o facendo Jogghings essendo la pavimentazione del marciapiede di Viale Trieste in buono stato. Pertanto gli inciampi possono prefigurarsi solo nelle deiezioni canine o monopattini abbandonati senza nessun criterio. Altri ostacoli forieri di inciampo non appaiono esserci per cui il cartello appare veramente strano e curioso. Pesaro li 8 agosto 2023. PecosBill