giovedì 30 luglio 2015

VACCHE MAGRE e VACCHE GRASSE



Il clima è cambiato. Lo vedono tutti. Si passa da un periodo di piogge abbondantissime e torrenziali che creano i noti problemi idrogeologici ad un periodo di caldo torrido ed assenza di piogge come quello che stiamo vivendo attualmente. Non esistono più le mezze stagioni. Le nuvole scaricano l'acqua accumulata tutta in una volta risparmiandola quando ce ne sarebbe maggior bisogno. Se questo fenomeno diventa “strutturale” occorrerà accumulare l'acqua nel periodo di piogge intense per utilizzarla nel periodo di siccità. Per fare questo, oltre a difendere le falde acquifere sarà saggio che gli edifici, i complessi, i quartieri si dotino di serbatoi di acqua piovana per utilizzarla nei periodi di carenza. Per questo il Comune con norme urbanistiche apposite potrebbe e dovrebbe incoraggiare i cittadini a dotarsi di impianti di raccolta e conservazione dell'acqua piovana con incentivi ed agevolazioni come succede in Germania da diverso tempo.

Pesaro li 30 luglio 2015.

P.Emilio Comandini.


sabato 25 luglio 2015

PRG – EVITIAMO GLI ERRORI DEL PASSATO



Una volta a Pesaro c'era la STANDA. Ad un certo momento sembrava, si diceva, che a Pesaro sarebbe venuta l'OMNIA di Rimimi. Questo provocò una levata di scudi dei commercianti locali e del Centro storico che temevano la concorrenza che avrebbe danneggiato i piccoli e medi negozi della Città. L'OMNIA non venne e, mentre a Rimini convive bene con gli altri esercizi commerciali, il Centro, a Pesaro, ha continuato a soffrire tanto che anche la STANDA ha chiuso. Viene il legittimo dubbio che si sia fatto un grave sbaglio perché, se la STANDA fosse rimasta e l'OMNIA fosse nata in Centro probabilmente la realtà economica complessiva dei due magazzini e dei negozianti avrebbe avuto un ben maggio peso nell'opporsi agli Ipermercati che sono sorti in periferia. L'opposizione acritica, non meditata e non discussa con tutti i cittadini all'apertura di esercizi commerciali di un certo rilievo potrebbe costituire un autogol come è avvenuto nella precedente situazione storica.
Peraltro un piano così importante presentato dal Comune non deve essere approvato senza una adeguata presentazione e discussione con i Cittadini e non in un periodo di ferie estive.

Pesaro li 25 luglio 2015


P.Emilio Comandini

giovedì 23 luglio 2015

A COSA SERVE IL REGISTRO DELLE COPPIE DI FATTO



I giovani giungono al matrimonio ad un età superiore a quella di una volta per varie ragioni tra cui l'allungamento dei cicli di studi0, le spese dirette a soddisfare bisogni che prima venivano in un secondo piano rispetto a quelle necessarie per metter su famiglia. E poi, molte coppie decidono di convivere per un certo periodo di tempo senza sposarsi. Se si riflette un po' su tale atteggiamento si possono fare considerazioni che appaiono paradossali, ma che hanno un fondamento di verità. La “conquistata” risolubilità del matrimonio civile ha reso l'unione matrimoniale molto più precaria di prima. Precaria perché il contratto consensuale con cui una coppia si dovrebbe impegnare a vivere insieme per tutta la vita è diventato in pratica un contratto risolubile ad nutum, cioè per volontà di una sola parte contraente. Il contratto matrimoniale, che riveste una importanza fondamentale per la vita dell'uomo, è più debole di un contratto di un banale contratto di compravendita, che non si può sciogliere o modificare se non con il consenso di tutte e due le parti contraenti. Orbene, proprio perché il contratto è così debole, che anche i giovani più seri e consapevoli dicono..”tant'è convivere ..perché, se va male, si evita ogni complicazione burocratica”. Se l'esperimento va bene e se la coppia diventa una famiglia completa con la nascita di un bambino, allora i giovani suggellano la loro unione con il matrimonio con il quale vanno a regolare i loro rapporti ed ad assumere obblighi e diritti nei confronti dei figli.
Quindi, per assurdo, i giovani trovano motivo valido di non sposarsi proprio perché il contratto matrimoniale è diventato un impegno relativamente poco serio.
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La poca serietà del contratto matrimoniale ha provocato un altro effetto paradossale. Mentre il contratto matrimoniale indissolubile, o meglio, il contratto di matrimonio “serio” non risolubile con la odierna facilità, dava una certa garanzia ai coniugi specialmente più deboli, ora questa garanzia non vi è più perché basta che una parte dichiari “che è venuta meno l' “affettivo maritali” per sciogliere il contratto: rimane solo una questione di tempo. Orbene proprio tale debolezza del contratto fa si che una o ciascuna delle parti non ritengano opportuno sposarsi proprio perché vogliono evitare certi effetti giuridici del matrimonio come ad esempio i diritti successori.
Quindi, in molti casi, non ci si sposa proprio perché le parti, in una situazione oggettivamente precaria, vogliono evitare determinati effetti economici del contratto matrimoniale.
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Questi sono solo alcuni esempi che dimostrano come la poca solidità rende il contratto poco appetibile e la ragione per cui le convivenze non portino subito al matrimonio e come tante siano le ragioni di evitare o procrastinare il matrimonio e quindi delle convivenze di fatto. Queste esistono proprio perché le parti, che sono libere di scegliere tra due tipi di matrimonio, non vogliono assumere i diritti e doveri connessi a questo istituto naturale.

Ora, il Registro delle COPPIE DI FATTO a cosa serve? Vuole regolare un rapporto di cui le parti conviventi non hanno concordemente voluto e non vogliono?

In verità il REGISTRO delle COPPIE DI FATTO non serve assolutamente alle coppie che possono, quando lo vogliano, sposarsi e ottenere tutte le provvidenze sociali, economiche e fiscali predisposte dallo Stato per la famiglia. Perché è interesse dello Stato incoraggiare la formazione della famiglia che è la cellula su cui esso Stato si fonda perché essa crea, alleva ed educa i futuri cittadini.
Le coppie di fatto eterosessuali possono regolare i loro rapporti patrimoniali come vogliono utilizzando gli istituti del diritto civile compreso il diritto-dovere di assistenza e visita ospedaliera che è una delle poche ragioni morali invocate per giustificare la regolamentazione delle convivenze di fatto.

La verità è che il REGISTRO servirebbe solo alle convivenze di persone omosessuali che in questo modo potrebbero concorrere alle provvidenze economiche, fiscali e sociali che lo Stato ha predisposto a tutela della famiglie regolari perché portatrici di un valore etico, sociale ed economico essenziale alla continuità e sopravvivenza dello Stato stesso, provvidenze che, invece, non si giustificano nel caso di unioni di omosessuali che sono, per definizione, sterili di ogni frutto per la società civile e per lo Stato. Questo è un ragionamento che qualsiasi uomo politico laico dovrebbe fare. Quelli che si proclamano laici dovrebbero essere i primi a fare questo ragionamento, ma non lo fanno e, non facendolo, uccidono lo Stato. La cosa più paradossale è che, ora, la sopravvivenza ed il futuro dello Stato laico è affidata proprio alla Chiesa ed ai credenti che difendono la famiglia. E' proprio vero che quando i governi perdono la bussola e lo Stato laico latita, i cittadini si rivolgono alla Chiesa ed ai suoi pastori. Questo la Storia ha insegnato e continua ad insegnare.

Pesaro li 11 marzo 2007-22.07.2015.

Paolo Emilio Comandini



venerdì 17 luglio 2015

16. CESENATICO (1849)









Dritto in arcione il bracciio teso ei stette:
indi ad Anita che il seguia daccanto
ed al breve stuolo di sue schiere elette,
avanti; ei disse. Gruppo di giganti

parean nell'ombra: livide saette
laceravano il ciel l'Adria davanti.
Lacere, scalze, intorno al Duce strette,
ei non si domandar e dove...e quanto.

Or qual de' Numi, in co' del ponte , il fiero
gesto raccolse?! l'alta fronte austera
che Roma al raggio di sua luce incise

tosto si scosse. Lento, passò severo:
e solo allor che la fatale schiera,
salva vide sul mar, triste sorrise!

Pietro Comandini 1931.


Il sonetto illustra l'imbarco di Garibaldi e e dei 300 valorosi che lo seguivano, a Cesenatico , la prora a Venezia che ultima ancora resisteva all'Austria. Epilogo doloroso ; la cattura parziale della flottiglia – lo sbarco di Garibaldi a Magnavacca . La morte di Anita. 

mercoledì 15 luglio 2015

CAVALLUCCI MARINI o CAVALLUCCI DI TROIA?


Gender: i cavallucci marini entrano a scuola
Mentre il filosofo Massimo Recalcati, sfidando l'assalto alla "Rocca Popsophiaca", ci fa sapere che la educazione alla sessualità si fa attraverso la letteratura e le poesie, leggendo Dante, Petrarca, Flaubert, Proust, che sono l'unica forma di educazione all'erotismo che può funzionare a scuola", il vento boreale fa approdare sulla nostra costa, provenienti da Venezia, dove l'attuale sindaco aveva ritirato alcuni libri di favole per bambini che paragonano la sessualità degli umani a quelli dei cavallucci marini ispirati alla teoria gender. Libri illustrati per scuole materne ed elementari presentati alla Biblioteca comunale S.Giovanni e letti ad alta voce ad una platea di bambini. Questo è solo uno dei canali attraverso cui il gender penetra nella scuola dei nostri ragazzi, opera di condizionamento mentale, volta a mettere sullo stesso piano la famiglia naturale composta da un padre e una madre, con genitori di uguale sesso. Prassi invalsa in una recente legge chiamata "Buona Scuola", che vorrebbe affidare esclusivamente alla scuola tale tipo di insegnamento che a mio parere va ad appannaggio della famiglia, tirando in ballo una "circolare" che verrà sistematicamente disattesa. Con buona pace di tutti gli "esperti" filosofi e insegnanti che stanno infestando l'aria della nostra cultura, immersa nella dispersione delle idee e nel vuoto di significato. Si tratta di una forzatura davvero ideologica di tipo irrazionale quella di insegnare ai nostri bambini l'esaltazione dell'omosessualità e la propaganda della omogenitorialità. " La cosa più saggia è gridare prima del danno. Gridare dopo che il danno è avvenuto non serve nulla, specie se il danno è una ferita mortale"G.K.Chersterton. 
15.07.2015.
Massimo Tonucci


lunedì 13 luglio 2015

MOSTRA DI PITTURA DI EMILIO FORLANI




Il 24 luglio 2015 alle ore 19 L'Alexander Museum Palace Hotel in Viale Trieste, 20 la mostra personale di Emilio Forlanii che rimarrà aperta dal 24 luglio al 7 Agosto.
Sarà presentata dal dal Conte Nanni Marcucci Pinoli ed Ernesto Paleani.
Emilio Forlani, nato a Pesaro nel 1938 frequenta l'Istituto Statale d'Arte di Pesaro sezione ceramica dove nel 1958 si diploma e gli viene conferito il premio “Ugolini”per la ceramica quale migliore allievo. La passione verso l'arte lo inducono a frequentare i corsi di perfezionamento presso l'Istituto Statale d'Arte di Firenze quivi conoscendo tra i validi artisti il pittore Fernando Farulli, il ceramista Salvatore Cipolla e Guido Gambone ed altri con i quali scambia tecniche ed opinioni. Ritornnato a Pesaro gli viene affidata la direzione di una piccola fabbrica-laboratorio di ceramica di Urbania. Insegna poi presso l'Istituto Statale di Bari e di Calitri. Il suo percorso artistico vira verso la pittura e la grafica. Insieme a Salvatore Guerricchio e Salvatore De Lucidibus partecipa a diverse collettive a Genova, Bari e Pesaro. Nel 2002 presenta una mostra personale nell'isola della Maddalena in Sardegna; disegni ed acquarelli che riscontrano favorevoli consensi.
Questo nuovo percorso non è che la sintesi di tutte le esperienze artistiche, didattiche e di laboratorio, che viene proposta ora nella personale presso l'Alexander Museum.



mercoledì 8 luglio 2015

LE LAMENTAZIONI DEI TEDESCHI



E sempre prendono danaro dai tedeschi
In ciò la loro prassi è consolidata.
E trovano ogni giorno nuove vie,
Come mettersi in tasca il danaro,
Così si ingrassano dei beni dei tedeschi.
V'è qualcuno che possa accettare questo?

Ulrich von Hutten Cavaliere umanista e pubblicista
condensa e divulga con questi versi uno stato
d'animo dei tedeschi ai tempi di Lutero, le accuse
che rivolgevano alle gerarchie romane dai tedeschi
contenute nei Gravamina Deutscher Nation che nel 1521
inglobò un elenco di lamentazioni di dieta in dieta.


E SE FOSSERO I TEDESCHI AD USCIRE DALL'EURO?

martedì 7 luglio 2015

OBELISCCHI GRANDI E PICCOLI

La Presidente della Camera dei deputati On. Boldrini voleva grattare via la scritta DUX dall'obelisco del Foro Italico di Roma.(Carlino 18 aprile 2015). Anche noi a Pesaro avevamo un obelisco, ma pur essendo un manufatto di notevole peso ed ingombro è scomparso. Il 1 Aprile del 2007 veniva pubblicato il seguente articolo del sottoscritto..
Dove è andato a finire l'obelisco con la stella della fontana di Piazza Lazzarini?

Credo che sia abbastanza noto che un'opera architettonica nata per soddisfare un bisogno economico pratico, quando tale funzione economica muta o cessa, essa spesso mantiene la sua importanza per il suo valore estetico e perchè testimonia ed entra a fare parte della memoria storica di un popolo. Un edificio e, più in generale, un opera architettonica diventa storica nel momento in cui essa è realizzata. Anche le modifiche subite dalla stessa per essere adattata alle mutate esigenze dell'uomo in un periodo storico successivo, anche esse diventano storiche e vengono a far parte della memoria collettiva e ciò tanto più quando esse sono realizzate tenendo conto del senso del bello e della proporzione.
Un esempio di infiniti può essere considerato il Monastero di San Romedio nel Trentino. Un complesso edilizio monastico risultante da più e diversi edifici costruiti intorno a quello originario in tempi diversi. Ogni parte dell'edificio racconta la sua storia. Un'altro esempio che si può fare è quallo della fantana del Trebbio che si trova avanti al Teatro Rossini. Qualche anno fa essa è stata sistemata sul luogo dove era stata sistemata la prima volta e “ripristinata” come era in origine, cioè con le quattro fontanelle e senza l'obelisco con la stella in cima che era stato aggiunto in epoca successiva. Non so quando e da chi, ma è evidente che chi aveva aggiunto l'obelisco con la stella fatto storico documentato da cartoline illustrate dell'epoca, aveva ritenuto di abbellire la fontana che, avendo perduto la sua funzione originaria (quella di fornire l'acqua agli orciroli) con esso aveva assunto una funzione architettonica ed estetica. La fontana originaria nobilitata dall'obelisco aveva quindi assunto un valore storico ed era entrata nella memoria collettiva. Con l'obelisco una “bagnarola” era diventata un monumento storico cittadino. Ora è evidente che chi ha creduto di valorizzare la fontana riportandola come era all'origine ha fatto un restauro e ha violentato il monumento. Mi meraviglio come nessuno ha protestato. Ora chiedo che tale misfatto sia riparato e sopratutto chiedo dove è andato a finire l'obelisco con in cima la stella dorata?”.

Nella passata legislatura del Comune di Pesaro la Consigliera Dr.ssa Tartaglione presentava una interrogazione per sapere dove era andato a finire l'Obelisco. Riceveva risposte vaghe e giustificazioni consistenti nelle affermazioni che l'obelisco conteneva simboli fascisti (fasci? o scritte che non mi risulta avere mai rilevato). A parte il fatto che la sparizione dell'obelisco richiederebbe una indagine giudiziaria, il delitto che si è compiuto da un punto di vista storico-artistico va accertato ed il danno rimediato. A Roma come a Pesaro la Storia non si cancella con lo scalpello.



Pesaro li 7 luglio 2015.

Paolo Emilio Comandini