martedì 30 agosto 2022

LA LIBERAZIONE DI PESARO

9.4. La liberazione di Pesaro. I polacchi il primo settembre occupavano Pesaro tentando di intrappolare i paracadutisti tedeschi prima di andare in riserva il due settembre. Il Bollettino della Ottava Armata di questo giorno riportava la notizia nel modo seguente: “POLES TAKE PESARO. Advanced Allied H.Q. Thursday. After a sharp tank and infantry battle Polish troop have occupied Pesaro the important town on the Adriatic coast south of the Gothic Line. Crossing the River Foglia on a broad front, Eight Army patrols in Adriatic sector have met strong resistance in forcing the enemy to fall back into the Gothic line positions on the high ground to the north of the River. For 16 miles inland there appear to be no German troops south of the Foglia River1. All'interno la 71° Fanteria tedesca crollava e cedeva agli alleati le difese della Linea Gotica ancor prima di poterla presidiare. Tutti i lavori di distruzione e fortificazione della Gotica nel settore di Pesaro si rivelarono inutili 2.

lunedì 29 agosto 2022

L'ATTACCO ALLA LINEA GOTICA 25 Agosto 1945

.2. La Linea Rossa. Dal Metauro al Foglia1. L'attacco inglese sull'Adriatico iniziava la notte del 25 agosto con un poderoso attacco d'artiglieria di oltre 1.500 cannoni d’ogni calibro, fuoco che peraltro colpiva il vuoto, perché i tedeschi stavano ritirando le loro divisioni di copertura sulle posizioni difensive avanzate della Linea Rossa, sul torrente Arzilla. Nella notte avanzarono i polacchi del II Polski Korpus del generale Wladislaw Anders (3° div. Karpatica del generale Bronislaw Duch, 5° Kresy del generate Klemens Rudnicki e 2° Brigata Corazzata del generale Bronislaw Rakowski). A loro fianco marciavano i canadesi del primo Corpo di Armata Cdn., gli inglesi del V Corpo britannico e gli italiani C.I.L.(Corpo Italiano di Liberazione).... Complessivamente gli uomini combattenti, e non, agli ordini del generale Alexander erano più di un milione e mezzo. L'ottava armata contava 410.000 uomini. Sul Metauro si trovavano tre divisioni tedesche di cui due esaurite dopo mesi di impari combattimento. Il rapporto di truppe era di sette-otto a uno per non parlare dei carri, dei cannoni, delle navi e degli aerei. I tedeschi sulla Linea Gotica potevano impegnare in complesso 22 divisioni tedesche e due italiane, con una forza media di 10.000 o 12.000 uomini per divisioni, ivi compreso un quinto circa di Hilfswilligen (volontari ausiliari non tedeschi) complessivamente non più di 250.000 uomini. I polacchi presa Fano, avanzarono rapidamente su Pesaro, debolmente contrastati da paracadutisti in fase di ripiegamento. I canadesi, partiti da Montemaggiore avanzarono su Saltara ove venivano visitati da Churchill, giunto ad appena 500 metri da una mitragliatrice nemica. Gli inglesi della 46° occupavano Petriano il 27 agosto, mentre lo stesso giorno gli indiani e gli italiani del C.I.L. liberavano Cagli, Acqualagna e Urbino. I tedeschi ripiegavano sulla Linea Rossa che era peraltro una linea quasi soltanto di riferimento. Sui capisaldi di Ginestreto e Monteciccardo i tedeschi non resistevano al deciso attacco avversario. Kesserling chiedeva allora all'Alto Comando della Wehrmacht, a Berlino, l'autorizzazione a ripiegare sulla Linea verde 1 (uno) e a difenderla prima che fosse troppo tardi. L'autorizzazione gli venne negata. Dovrà combattere all'aperto pensando che 10-20 Km. più indietro c'erano fortificazioni sicure.2 9.3. La liberazione di Cartoceto. Il pomeriggio prima dell’attacco Cartoceto vedeva andare via le ultime retroguardie delle truppe tedesche e gli ultimi sbandati con ogni mezzo provvisto di ruote a trazione meccanica, animale e umana. Tutti i mezzi erano stati, come dire requisiti, (meno la bici della zia pupa che era stata murata). Vedendoli sloggiare tutti, compreso i nonni e gli zii, rimanevano in casa in attesa di vedere di lì a poco arrivare i liberatori. Davanti a casa c’era un carretto trainato da buoi pieno di materiale dei tedeschi che erano pronti a partire. Improvvisamente le due oche bianche della padrona di casa, la Dina, uscivano dal cortile e lemme lemme salivano spontaneamente sul carro. I presenti rimasero sbalorditi e nessuno osò fermarle o richiamarle indietro. Erano certamente due oche collaborazioniste. Non vedendo arrivare gli alleati il nonno, la nonna gli zii e tutti gli sfollati si recarono a letto. Non fecero in tempo ad addormentarsi che iniziò l’attacco con un tremendo cannoneggiamento. I nonni, gli zii la zia Irene, aiutati ed assistiti dall’infaticabile Ninuccio, raccolti i gioielli ed i beni più preziosi corsero subito al rifugio di Bezziccheri già pieno di gente terrorizzata. Tutta la vallata si infuocava ed illuminava. La terra tremava come percossa da un terremoto continuo ed inarrestabile. La gente stipata nel rifugio gridava e pregava. Tra tutti quei civili due piccoli soldatini tedeschi stavano in silenzio spauriti. Poco lontani due uomini con sulla giacca dei nastrini tricolori sedevano silenziosi. La zia Pupa ad un certo momento non si trattenne e curiosa chiese chi erano ed essi risposero che erano partigiani. Appena terminato il bombardamento tutti si precipitarono fuori dal rifugio per vedere l’aeroplano che era caduto li vicino. In quel momento apparvero le avanguardie della 8° Armata. Inglesi con l’elmetto mimetizzato, Indiani con turbanti, africani Basuto con i mitra imbracciati. La prima camionetta meccanizzata, tutta coperta di frasche era guidato da Carluccio Fontebuoni vestito da militare inglese. Carluccio era stato militare in Sardegna. Aveva sposato una Puddu e dopo l’8 settembre era andato con gli alleati e aveva mandato la moglie con il fratello ed il figlio a Cartoceto. Conoscendo la lingua inglese faceva da interprete e guida ed ora correva a incontrare la moglie e la figlia ed il suo secondo figlio che non aveva mai visto essendo nato da pochi mesi. La Camionetta era seguita dai carri armati. La fanteria si spargeva nelle case più per rimediare quello che avevano lasciato la gente fuggita nei rifugi, che per stanare i tedeschi che se ne erano già andati il pomeriggio del giorno prima. 9.4. La liberazione di Pesaro.

domenica 28 agosto 2022

AGOSTO 1945 LA LIBERAZIONE DI CARTOCETO

1945 - La LIBERAZIONE di Cartoceto A Cartoceto tutti godevano buona salute, ma erano tormentati dall'attesa. Per i nonni e gli altri vi erano vari rifugi a disposizione a seconda dei casi. Uno dal podestà Ravagli fatto a grotta proprio sotto il paese, un'altro dai Bezziccheri nelle cantine che comunicavano fin sotto la strada con un'altra uscita nel forno degli Alberini, un altro in campagna, in più c'era una trincea in giardino. Già si sentiva la "guerra" con rumori di cannonate nella direzione di Marotta. A Pesaro la casa al mare e quella in città erano ancora intatte anche se violate. Gli alleati erano a Marotta da più di dieci giorni, ma la guerra ristagnava. A Cartoceto non si trovava più una bicicletta. II nonno Emilio e lo zio Meni barattavano le medicine con il pane quotidiano. I molini non funzionavano più, ma non mancavano il grano e i fagioli e la carne abbondava perché i contadini macellavano dalla mattina alla sera. La zia Pupa diceva che era il periodo dell'abbondanza prima della carestia. La frutta abbondava più di ogni altra cosa. In campagna davano le pere a volontà. La gente diceva che Pesaro sarebbe stata una seconda Cassino. Tutto era minato, anche a Trebbiantico, da Villa Guerrini fino alla casa dei Rossi nella cui cantina i tedeschi avevano fatto scavare un rifugio. Nonostante i pericoli, delinquenti e sciacalli continuavano a svaligiare le case. Tra questi non solo povera gente. Anche il Dr..... e la moglie si erano dati al saccheggio. Questa signora era stata vista saltare a sedere su di un pianoforte che si trovava in una villa abbandonata gridando: " Questo è mio!" (Da “La grande casa tra l'VIII arny e la X Armee” cap.9. Ediz.Quattroventi diP.E.Comandini)

domenica 21 agosto 2022

I SANPIETRINI CON LA PIORREA

I SAMPIETRINI CON LA PIORREA Nel centro Storico dove le strade e le pavimentazioni sono state completamente rifatte finalòmente si può camminare tranquillamente senza dovere continuamente rivolgere lo sguardo a terra ad evitare ostacoli o buche, ma nelle vie e piazze adiacenti e collegate, anche a causa del gelo, l'asfalto è screpolato e pare andare presto in malora, mentre la pavimentazione ricoperta con i vecchi sampietrini che si trova in Piazza Primo Maggio, via Tortora..via Bertozzini,via Mosca ed altre vie ,pur resistendo ancora, sono in preario stato di salute. Sono come i denti in una bocca con le gengive colpite dalla piorrea. Intorno ai ciascun mattoncino c'è il vuoto che se non si provvede subito, farà saltare via il matttone con un effetto a domino e creazione di avvallamenti e buche. Non credo che sarebbbe molto costoso provvedere alla immediata stuccatura con il cemento come è stato fatto in altre parti, ma occorre intervenire con urgenza. Pesaro li 14 marzo 2018 P.E.Comandini Il Sindaco di Pesaro Matteo Ricci, intervistato da Roberto Damiani del Restodel Carlino (15 agosto 2022) dichiara di volere lasciare Pesaro “viva, senza ghetti,a misura dei giovani e dei deboli, attrattiva, bella, pulita e colta., capace di investire 1,8 milioni disponibile per l'ambiente, scuole, strade, lo spostamento della ferrovia, linterramento della Statale... una urbanistica lungimirante........”per il 2024 quando Pesaro sarà Capitale della Culturo.” SONO QUATTRO ANNI CHE I SAMPIETRINI ASPETTANO DI ESSERE SISTEMATI. CARO SINDACO, DOBBIAMO ASPETTARE IL 2024 ? PESARO 21 Agosto 2022. Pecos Bill