giovedì 16 aprile 2020

LO STARNUTO OGGI


LO STARNUTO. Addio all'augurio “SALUTE!..”


Celso, 2, 2-6 e Ippocrate: semeiotica di ieri e medicina di oggi, in «Technai. An International Journal for Ancient Science and Technology», 3, 2012, p. 117 sg.). Nel tempo è cambiata la progressiva conoscenza del perché si verificano certi cambiamenti nel nostro organismo, mentre i fenomeni fisiopatologici descritti sono rimasti immutati nei secoli. Nella medicina antica ci sono tuttavia alcuni dati che appaiono clinicamente destituiti di ogni attendibilità, come quello che include lo starnuto « fra gli indizi favorevoli » (1). La cosa non sorprende perché sappiamo che la medicina accordò largo spazio alle credenze popolari e alla magia. Nel caso dello starnuto è ben noto come fin dai tempi di Omero esso fosse considerato generalmente come presagio propizio: in Od. 17, 541-47 gli starnuti di Telemaco sono per Penelope un preannuncio della fine dei Proci; nell’Anabasi (3, 2, 29) alle parole di Senofonte che esorta i soldati a lottare contro i barbari segue lo starnuto di uno di loro, interpretato subito da tutti come un presagio di Zeus Salvatore. Ma le testimonianze antiche in proposito sono numerose e una raccolta molto ricca si deve a Leopardi, che allo starnuto ha dedicato un intero capitolo, il VI, del Saggio sopra gli errori popolari degli antichi (2). Insomma lo starnuto, questo sintomo così aspecifico (si tratta infatti dell’espulsione di corpi estranei dalla bocca e dal naso mediante emissione rapida e violenta di aria), era investito nell’antichità di un’aura divina e ritenuto precursore di lieti eventi (3), per cui si comprende come potesse essere avvertito in medicina quale segno di imminente guarigione. 1 Vd. Cels. 3, 3 sternumentum etiam inter bona indicia est, che dipende da Hipp. Progn. 14, secondo il quale tuttavia esso non è auspicabile nel caso di malattie polmonari. 2 Vd. G. Leopardi, Saggio sopra gli errori popolari degli antichi, a cura di A. Ferraris, Torino, Einaudi, 2003, pp. 59-67. Lo starnuto poteva essere anche presagio infausto, ma solo in particolari circostanze (p. es., se fatto a sinistra invece che a destra o viceversa, ecc.). A Leopardi sono casualmente risalita sfogliando l’ultimo numero del « Giornale di Medicina Militare » (161, fasc. 2, 2011, pp. 177-80; la rivista è consultabile gratuitamente al seguente indirizzo: http ://www.difesa.it/Pubblicistica/GiornaleMedicina/Documents/2_2011.pdf), dove nella rubrica Un salto nel passato si ristampa una nota sullo starnuto del 1911 di C. Sforza, generale medico e ispettore, che esordisce riassumendo e citando appunto il passo leopardiano. L’approdo a Leopardi è del tutto casuale, ma non è privo di significato nell’omaggio a uno studioso che ha dedicato non poche delle sue fatiche al grande recanatese. 3 Una sopravvivenza letteraria abbastanza vicina a noi (non so se finora osservata) si trova in Pinocchio di C. Collodi (cap. XI): al primo starnuto di Mangiafoco Arlecchino rassicura Pinocchio dicendogli che ormai è salvo. Ai successivi il burattino, evidentemente rincuorato, replica con ‘felicità’, un’espressione riconducibile all’odierno ‘salute’, in cui è certo da riconoscere una traccia dell’antica credenza, come ben sapeva Leopardi, che ad altro proposito (Leopardi, Saggio, cit., p. 77) scrive : « Si deridono ora i pregiudizi che si aveano anticamente intorno allo sternuto, ma la consuetudine di salutar chi sternuta sussiste anche al presente, e sussisterà sempre nelle nazioni civilizzate.
Ricerca storica della Dott.ssa Eleonora Parroni attualmente Maggiore dei Carabinieri in Roma.
          Dopo il CoronaVirus che si diffonder con il fiato dell'uomo e viaggia al massimo con le goccioline di saliva sparate nell'aria dagli starnuti (la pressione di uno starnuto è stata equiparata a quella dell'aria compressa di un fucile a piombini) purtroppo non potrà più essere salutato con la espressione “Ssalute!...come come era previsto dalla autrice di questa interessante ricerca storica..
Pesaro li 15 Aprile 2020.
Pecos Bill

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