sabato 31 gennaio 2015

SULLA STRADA FRA LA GENTE: LA GRANDE GUERRA





SUSULLA STRADA FRA LA GENTE: LA GRANDE GUERRA E NOTE CINEMATOGRAFICHE DEL NEOREALISMO ITALIANO”
CONFERENZE SULLA PRIMA GUERRA NONDIALE
a cura di Paolo Montanari



Sala del Consiglio Comunale di Pesaro.
I
IL CINEMA E ILA GRANDE GUERRA’’
Il 6 FEBBRAIO 2015 ORE 17,30
Relatore GUALTIERO DE SANTI: “IL MIO CESARE ZAVATTINI”
(Saggista letterario e cinematografico)
II
IL CINEMA E LA GRANDE GUERRA’’
13/2/2015 ORE 17,30
RELATORI: ROBERTO DANESE ( docente univers.e critico del cinema), RICCARDO PAOLO UGUCCIONI (storico), ERMANNO PIERPAOLI (scrittore e poeta).
III
IDDU L’AMICO – STROMBOLI,TERRA DI DIO’’
20/2/2015 ORE 17,30
RELATORI: ERMANNO PIERPAOLI (scrittore) e PAOLO MONTANARI (storico del cinema e giornalista).
IV
IL NEOREALISMO DI ROBERTO ROSSELLINI’’
Il 27/2/2015 ORE 17,30
RELATORE: BERNARDO VALLI (Pro Rettore Università di Urbino e critico cinematografico): “IL NEOREALISMO DI ROBERTO ROSSELLINI’’.

V
NEOREALISMO E FOTOGRAFIA”
il 06/03/2015
RELATORE: VINCENZO MARZOCCHINI (storico della fotografia): “NEOREALISMO E FOTOGRAFIA”.
 
VI
IL PARTIGIANO JONNY” di B.FENOGLIO
il 13/3/2015 ORE 17,30
RELATORE: ENRICO CAPODAGLIO (critico letterario e filosofo).
  



LLA STRADA FRA LA GENTE: LA GRANDE GUERRA

giovedì 22 gennaio 2015

MACROREGIONI?


Ora si parla di Macroregioni, di accorpamenti, di distacco di territori da una Regione ad un altra. Per quanto ci riguarda si parla di accorpamenti dalla Regione umbra, di distacchi di territori pesaresi. Tutto ai fini del risparmio,.. pardon, della spending review. Le regioni sono il risultato di un processo storico che ha consolidato la convivenza di una popolazione, la sua storia, le sue tradizioni, la creazione di una struttura viaria e tante altre cose tra cui la cultura ed il senso di appartenenza ad una unica comunità fatto che non può essere obliterato o violentato per motivi di presunto risparmio. Risparmio di che, poi?
Il risparmio non si realizza in questo modo, ma solo riducendo l'apparato burocratico ed amministrativo e legislativo cosa che si può fare benissimo in ciascuna regione ed anche abbondantemente.
Per ragioni sociali e culturali i nostri vicini romagnoli hanno sempre rivendicato e rivendicano la loro specificità nella regione Emilia. Il Montefeltro per le medesime ragioni si sente attratto verso la Romagna, ma questi territori di confine costituiscono nel loro insieme una realtà diversa ed originale come potrebbero dimostrare due poesie – che pubblichiamo- di un romagnolo-marchigiano che amava intensamente la Romagna dove era nato ed il Montefeltro e Pesaro dove era vissuto.
Pesaro li 21.01.2015.

Pecos Bill

ALLA ROMAGNA



Ancor di pallide nebbie ondeggianti
e di tal brine iridescenti
fresco dal mare azzurreggiante lunge
s'alza il mattino.

Col lieve palpito di un volo d'ala,
Ne'l'aure lucide sussurra un gaio
suon di campane : da un ciliegio in fiore
canta un fringuello!

Ed una nube l'aratòr scrutando
con alta voce i bei giovrnchi spinge:
geme nel solco la percossa zolla,
la terra s'apre.

S'apre la bruna palpitante terra,
terra di campi nere nel sole.
Di bionde albane , celeri cavalle,
terra degli avi!

Qui ne' begli occhi alle fiorenti spose:
brillan del naggio le divine aurore;
qui de i tuoi figli, dentro il cuor, la forza
del mar ruggente.

Dalle sicure rinverdite conche
col dolce suono dell'andar dei rivi,
vengono a te per le salienti balze
le cecchie cante;

le vecchie cante che,amorose, ai venti
narrano ed ai boschi le leggende pie;
narran de' i secoli i tormenti e le glorie
l'epiche gesta!

O mia diletta, generosa, terra
e tu Cesena che pensosa ed intera
al vecchio sole, in riva al Savio, il dolce
capo riposi;

e tu che al mar le brune torri estolli
sognando Isotta; ed il grande arco di Augusto
surto ad accoglier legionari ed allori
superba miri!

Visser quei tempi! Dal romano ponte
non più di Augusto l'aquila trasvola,
la fiera Rocca già rovente a Cia
più non minaccia!

Guardan gli augelli; nei profondi gorghi
freme dei fiumi,a pià dei monti l'onda,
alte de i pini le lontane chiome
trepidan brune.

Eccco Ravenna cui solente il fato
volle comune con l'eterna Roma
la eterna gloria, annuente il capo
Italia augusta.

Per la bellezza delle tue regine,
per l'aurea luce e pel divino azzurro
che scende agli occhi dei superbi templi,
per Guido e Dante

salve o Ravenna! Fulgido sul mare
balza del sole l'irrompente disco
e Lei di luce sua smagliante inonda
e Lei saluta!

O voi pensose lungo la marina
su per le floride brumose terre
ombre di salici, ombre di pini
che di odorosi

serti soavi la leggenda infiora,
voi che sapete ove sognando allori
grande agli indomiti sensi rto
crebbe Alberico

e come l'alta, l'animosa fronte
di Quei che gloria a Cotignola diede
nel torvo fiume cui l'Aterno è culla
travolse l'onda,

perchè non dir di quanto acerbo duolo
a te che il crine nel Santerno specch,
degli Alidosi l'insaziabil brama
fu seme e fronte?

O come al fin la giovinezza bella
del tuo Manfredi, o limpida Faenza,
al bieco artiglio inverecondo cess
del Valentino?

Contro il nemico divampante intorno
virtù, valor fu Caterina invano;
fulse tua gloria nel tramonto fosco:
Egli trionfava!

Breve fu sogno di superbo impero:
non tu fallisti: no: Dio non fu teco;
e l'aspettava nella grigia sera
la folle Roma!

Passa dei secoli sovra la terra
la ruota, e cigola. La Storia muove
ed ai vecchi giri i nuovi giri aggiunge:
salve o immortale!

E voi ridenti in riva al mar paesi,
rocche orgogliose, memori cittadi;
e tu Romagna, d'opere ferventi
superba madre!

A te possente dalle Balze ancora
fiero lo spirto del Ferrucci scende,
e te dal monte donde il Tebro ha l'onda
di Roma ha il Fato.

Nel cuor dei liberi tuoi figli ardenti
divampan fremiti, di incendi fiamme
talòr divampano: sulla tua terra
divampa il sole!

Ma se di rose inghirlandata e viole
sui colli lieti di festanti olivi
tacita l'ala del tramonto a sera
calando venga

ed al mite soffio dell'aulente Maggio
dolce sostando su l'amica soglia
te, dalla bruna Carpineta, stanco
io ricontempli,

se l'usignol ne la romita siepe
o la cadente , con suo volo breve,
foglia d'autunno, dentro il cor sussurra
mesto un rimpianto,

ignpta all'alma una dolcezza splende ,
Romagna mia , ed un picciol camppo io sogno
sotto i cipressi, che materno accolga
l'ultimo spirto!

Pallido il raggio di una stella trema,
lieve un sospiro tra le foglie passa,
nella infinita azzurrità del cielo
un canto muore!

Pietro Comandini
Castelli di Romagna e Montefeltro”1931)



AL MONTEFELTRO

O Montefeltro, fumide le nubi
e fosche a te dall'oriente oscuro,
in strani avvolgimenti accavallate,
corron veloci

Bianche di neve le supreme cime,
vecchio gigante, contro il cielo, in fondo
sta S. Marino: raffiche di vento
passan fischiando:

ma dalle siepi, dai celati borri
per l'aure fresche di silvestri incanti
dolce già ondeggia ed umile il profumo
delle viole

e un garzoncel, sulle protese braccia
un mazzo di ginestre alto recando,
soffuso il volto di furbesca grazia
passa e sorride.

Ecco Urbino la dotta, Ella che vide
già il fasto regàl sua corte illustre
ed il Bramante e il giovinetto volto
di Raffaello!

Ne le severe nereggianti pietre,
ne le superbe sue brunite torni
sacra del tempo l'anima e iraconda
par che si plachi.

Tacciono i venti, trasparente velo
sembra d'argento l'aere d'intorno
bianche le nubi specchiansi dal cielo
sul pian d'Urbania.

Oh! Come tutto ora si schiude al raggio
del novo sole! Pallidi vapori
già sul Nerone solitario ondeggian
e sfuman brevi.

Vedi Majolo e Pennabilli
del Mastin vecchio veneranda cuna;
vedi i brullo Simone, Apecchio, il Sasso
e Pietrarubbia

Pietrarubbia crudel che di pungenti
rovi recinta, le dirute spoglie
dei massicci bastioni al sol protende
bieca di strage!

Vedi l'industre e nuda Perticara,
libera ai venti la fumante chioma,
Macerata gentil, l'aspra Corvaro
e Villagrande;

e in mezzo, dritto, ne la aperta cerchia
che trema al bacio del ridente Maggio,
d'itali fati vindice supreme,
San Leo possente!

Ma qual per l'aure melodia divina
or dai tuoi rivi risalendo viene?
China e degli elci l'alta fronte: guarda,
Dante e Francesco:

Stànnosi muti sovra l'erta ripa
e par che il sasso tutto nel riluca
mentre del corno la risorta voce
cupa risuona!

Oscure intanto, sovra il mar, sul piano,
piovviginosa, tutte cose avvolge
la nebbia e copre: alto il Carpegna, immane,
su tutto impera.

Slànciansi folli da le aeree cime,
su i rudi fianche le sonanti strade;
cercan d'isotta la città nel piano,
la dove triste

de l'antico splendor vigile scolta
gli occhi Verrucchio A Scorticata volge.
Pronuba sotto l'ombra del Marecchia
cerula passa.

Tutto: le glorie, delle pugne in rombo,
narran con alta, con possente voce
memori ai figli, in mezzo alle tempeste
le antiche querce;

Ma dunque ov'è dei Malatesta il grande,
inclito scudo, o forte Montefeltro?
E l'aquila dov'è di Federico
e del tuo Guido?

Guardan da l'alto le turrite mura.
Dormon sotterra nell'eterna pace
dentro le cripte i morti; al verde al vento
cantan gli augelli.

Da le tue rosse ti rocce,
per le dischiuse palpianti valli,
balzan con un novo fremito gagliardo
limpidi i fiumi.

Roteano in larghe degradanti spire
su le tue vette, sopra le tue forre
da arcani ondeggiamenti accarezzate
i bruni falchi,

Mentre, nel chiuso, il pungolo vibrando,
dagli invidiati pascoli fioriti
il fulvo pastorel l'obbediente
gregge sospinge

E nel composto vespero sereno
dalle fedeli, salutanti il sole,
pievi romite, cantan le campane
l'inno di Dio!
(Pietro Comandini)





giovedì 8 gennaio 2015

VOGLIO LA MAMMA

Sabato 10 gennaio 2015 alle ore 17 al Cinema Loreto si terrà un incontro – dibattito organizzato dal Forum delle Associazioni famigliari di Pesaro ed Urbino avente ad oggetto il contenuto del libro “Voglio la manna, di famiglia ce n'è una sola”. Chiamato a partecipare l'On. Mario Adinolfi autore del libro che che prende di mira i falsi miti del progresso come l'aborto, l'eutanasia, il matrimonio omosessuale, l'utero in affitto. Il relatore spiegherà la necessità di opporsi al “politicamente corretto attualmente di moda che ha inventato il genitore 1 e genitore 2.
Pesaro li 8 gennaio 2015.

Pecos Bill

mercoledì 7 gennaio 2015

PERCHE' I PESARESI DOVREBBERO VOTARE SPACCA?



Si dice che Spacca voglia ripresentarsi alle prossime elezioni regionali. Presentato da chi sostenuto da quale “gruppo” di partiti o liste civiche?
Cosa ha fatto la passata e attuale gestione regionale per Pesaro e per i pesaresi che si sono accorti della esistenza di un governo regionale solo per quanto riguarda la sanità pesarese disastrata?
Se pensiamo che il bilancio della Regione è costituito per l'8o-90% dalla spesa sanitaria i cittadini a buona ragione percepiscono chiaramente che l'opera della Regione per quanto li riguarda è stata negativa.
Che responsabilità deve essere attribuita all'Assessore alla Sanità Mezzolani pesarese ed eletto con i voti della Sinistra pesarese ed ai partiti di opposizione che non si sono fatti sentire o non sono stati in grado di comunicale il loro operato? Che cosa hanno fatto per rompere il clima di nebbia di una amministrazione sanitaria che nella graduatoria nazionale è agli ultimi posti per trasparenza dei suoi atti?
Queste sono le domande che i pesaresi si fanno e si dovranno fare chiedendo conto dell'operato della maggioranza e della minoranza. In verità appare chiaro fin da ora come nel campo della sanità la opposizione non è stata in grado di svolgere adeguatamente la sua funzione e se qualche squarcio nella nebbia e qualche dialettica è trapelata nell'ectoplasma sanitario è avvenuto o meglio si è verificato per dissidi o dialettica interna nella maggioranza di sinistra. E' qui che il sistema democratico appare inceppato. E poi non ci si deve meravigliare se la partecipazione al voto è precipitata e continuerà a precipitare.

Pesaro 7 gennaio 2015.


P.E.Comandini