venerdì 29 agosto 2014

DOVE E' FINITA LA NAVE DI NOVILARA?



I turisti svedesi si recano in un villaggio solo per ammirare, anche salendovi sopra, diverse navi vichinghe ricostruite ed ormeggiate al porto.
A Cesenatico fanno belle mostra di se due o tre bragozzi ormeggiati al porto con le loro vele colorate che attirano subito l'attenzione sul vicino museo del Porto.
Noi a Pesaro abbiamo ricostruito una nave antica come è risultata documentata dalla stele di Novilara del settimo secolo avanti Cristo che dimostra l'uso del timone in questa epoca antichissima. La nave ricostruita dalla Cooperativa Il Labirinto è stata varata ed ha navigato in mare, inalberando una vela latina, con ai remi giovani pesaresi.

Questo gioiello ora dove è andato a finire? Non sarebbe il caso che il nuovo assessore al Turismo la recuperasse e la sistemasse, magari nel parco della Villa Molaroni dove si trova il Museo del Mare? Una tale opera sarebbe di per se stessa un forte richiamo turistico per la Città, richiamo superiore a tante iniziative effimere e costose.

Sarebbe bello avere una risposta.
Pesaro li 14.08.2014.

VIALE DANTE ALIGHIERI

I sottoscritti cittadini abitanti in via Dante Alighieri fanno presente le condizioni disastrose in cui si trovano la strada ed i marciapiedi di questa via che, oltre a essere frequentata dai cittadini pesaresi, lo è anche dai turisti della zona mare.
Questa strada e questi marciapiedi non sono stati asfaltati probabilmente da dopo il passaggio del fronte e presentano una pavimentazione normale solo avanti a due ville recentemente ristrutturate con un intervento fatto dai proprietari di queste ultime. Oltre ad essere impraticabile, in questa via, all'altezza del civico 70, ogni volta che piove, (cosa che succede purtroppo molto spesso), si forma un laghetto - una pozzanghera,  che rimane per molti giorni, con gioia delle zanzare che vi depongono le loro larve, fino a che l'acqua non evapora. Ciò accade perché quel punto della strada è privo di chiavicotto. Questo per colpa della Amministrazione Comunale pre-bellica che a suo tempo ebbe la luminosa idea di raddrizzare la strada che in quel tratto faceva una curva andando ad imboccare via Annibale Ninchi. Nel fare tale rettifica si scordò di fare in quel punto un chiavicotto ed una nuova conduttura. Di questo non si sono accorte neppure le amministrazioni che si sono succedute in questi decenni. Attualmente la via è stata privata di 5 alberi tamerici che non sono stati ancora sostituiti.
Per comodità  Le alleghiamo alcune fotografie che mostrano lo stato indecoroso della via.
I sottoscritti cittadini La invitano pertanto ad un sopralluogo con preghiera di volere provvedere con adeguatamente e sollecitudine.
Pesaro li 3 agosto 2014.

LA SPENDING REVIEW E LA TEIERA DI AIKA


Diversi anni fa venne pubblicato un articolo in cui si riportava una notizia dal Giappone.
Una grossa ditta giapponese, dovendo e volendo risanare il proprio bilancio, per ridurre le spese aveva indetto un concorso tra tutti i dipendenti con un premio per quelli che avessero trovato modo di ridurre le spese della società. La dipendente che vinse il concorso fu Aika (che vuol dire: canzone d'amore) una dipendente che fece notare come una gran quantità di the, preparato nella mensa aziendale andava sprecata e buttata via in molti tavoli in cui era preparato per la mensa ma non veniva consumato dai destinatari. Suggeriva di preparare il the su ciascun tavolo nella quantità che effettivamente veniva consumata.
Poiché l'enorme quantità di danaro dello Stato e degli Enti pubblici alla fine si trasforma in migliaia di rivoli, chi può facilmente verificare la utilità e quindi la necessità di ciascun rivolo di spesa sono gli ultimi beneficiari, per cui è certo che questi sono in grado di giudicare e verificare la utilità della spesa e la possibilità di eliminarla o di ridurla.
Se ogni amministrazione invitasse tutti i suoi dipendenti (con un concorso) a fare loro una spending review, senza creare ovviamente un apparato amministrativo ad hoc, forse si raggiungerebbero risultati migliori dei tagli che vengono fatti a monte nel canale principale dell'uscita del denaro.
Pesaro li 13 luglio 2014.
P.Emilio Comandini

OSPEDALE, TURISMO E OSTELLO DELLA GIOVENTU'

Sembra svanire sempre più lo sciagurato progetto dell'Ospedale unico a Fosso Sejore. Durante la campagna elettorale tutti i partiti e candidati delle varie liste civiche hanno dichiarato la loro contrarietà al progetto e questa giusta opposizione si è concretizzata con la delibera del Consiglio Comunale di Pesaro del 30 giugno. La liberazione dall'incubo della urbanizzazione di Fosso Sejore permette di ritornare a pensare alla vocazione  turistica della spiaggia e della falesia tra Pesaro e Fano dove si trova il tratto di mare con l'acqua più incontaminata e numerosissimi stabilimenti balneari frequentati da pesaresi, dai cittadini dell'entroterra, dai turisti dell'Umbria e stranieri.
Del turismo durante la campagna elettorale non si è parlato da nessuna parte, ma è ora che lo facciano tutti i cittadini ed i loro rappresentanti.
A questo proposito, tanto per non perdere tempo, sarebbe bene che venisse riattivato a Fosso Sejore l'Ostello della Gioventù il cui edificio è stato da tempo adibito a tutt'altra funzione rispetto a quella originale.
L'Ostello della gioventù, per chi non lo sapesse, permette di fare turismo ai giovani di tutti i paesi e se i giovani che vengono a Pesaro la conoscono e l'apprezzano quando saranno adulti e padri di famiglia sicuramente torneranno in alberghi più confortevoli ed in ogni caso saranno un veicolo pubblicitario ideale per la nostra Città.

Pesaro 4 luglio 3014

P. Emilio Comandini

VIALE DELLA REPUBBLICA


Mi scusi. Mi può dire dov'è Viale della Repubblica?
Vada sempre dritto finché trova un viale con tante giraffe bianche.
Quello è viale della Repubblica!? Non si può sbagliare! Grazie!
Il viale si potrà anche indicare come il viale dei sarcofaghi bianchi.
Questi tengono luogo delle panchine dove normalmente la gente ed in particolare le persone anziane si concedono una pausa, un riposo.
Sui sarcofaghi ci si potrà sedere ma non appoggiare le stanche membra perché le spalliere che normalmente sono parte essenziale delle panchine, non ci sono.
Ma d'altro lato il fatto può avere un sui lato positivo perché se un barbone volesse farci una dormitina sarebbe sconsigliato perché potrebbe scivolare da una parte o dall'altra e cadere sulle pietre del marciapiede e poi la pietra nuda d'inverno rimarrebbe un po' freddina e sconsigliabile anche per una seduta prolungata.
 Ma l'amore per la modernità ed il design vuole qualche sacrificio.
Del resto non è la prima volta che i pesaresi sono chiamati a fare sacrifici ergonomici in nome del design moderno.
Basta andare al teatro Rossini e prendere posto nella platea per trovarsi incriccati con i gomiti dentro una poltroncina con i braccioli molto più alti rispetto allo spazio necessario per appoggiare i gomiti di ogni persona normale.
Altro che ergonometria.
Ma in una conferenza pubblica con i progettisti dell'opera quando un cittadino ha chiesto conto del fatto i progettisti rispondevano che questi braccioli erano stati così realizzati per “esigenze acustiche” come se l'acustica di un teatro dovesse misurarsi con i braccioli delle sedie e non con le sedie occupate dagli spettatori.
Dicono che gli architetti fossero intervenuti al dibattito muniti di un avvocato per difendersi dagli insulti che si aspettavano per le loro moderne malefatte nel teatro.
Ma non ce ne fu bisogno.
Loro non sapevano che i pesaresi sono un popolo paziente che sopporta tutto e di più.

Pesaro, 20 maggio 2014
Pecos Bill (P. E. Comandini)