lunedì 28 marzo 2016

I VEGANI


I VEGANI. I Vegani (1) in questi ultimi tempi stanno sferrando una forte campagna mediatica contro la uccisione di animali a scopo mangereccio. In modo particolare, in questi giorni, contro la uccisione degli agnelli pasquali che forniscono le mense dei tradizionalisti buongustai. Un paio di giorni fa hanno inscenato una manifestazione di protesta avanti alla sede di RAI 24 contro il giornalista” Giusepppe Cruciani che nella trasmissione da lui curata, intitolata “La Zanzara”, con i soliti toni provocatori e staffottenti ed invero poco accettabili nella forma, aveva contestato le tesi di questi vegetariani-animalisti.
Da molti anni in Germania molti pascoli sono stati convertiti a pascolo di ovini al posto di quelli bovini perchè la domanda di carne ovina aumentava sempre più a causa della presenza numerosa di comunità mussulmane che rifuggono dalla carne bovina e assolutamente da quella di maiale. 
Ora la campagna dei Vegani contro la macellazione degli ovini potrebbe configurarsi come rivolta contro i mussulmani che, al limite – si fa per dire- potrebbero considerare un attacco contro di loro e le loro tradizioni religiose e culinarie.
Le opinioni dei Vegani sono rispettabili purchè si limitino a regolare le loro diete e non vengano ad impedire quelle degli altri che non la pensano come loro. Peraltro bisognerebbe più spesso ricordarsi del libro della Bibbia che nella Genesi recita testualmente:
Dio creò l'uomo a sua immagine;a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.Dio li benedisse e disse loro:«Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate su ipesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente,che striscia sulla terra». Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne.Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona”.
  1. termine indica i seguaci di una filosofia di vita basata sul rifiuto di ogni forma di sfruttamento degli animali (per alimentazione, abbigliamento, spettacolo e ogni altro scopo)

Pesaro 27 marzo 2016.


PECOS BILL

sabato 26 marzo 2016

L'AV-MARIA CON TANTI AUGURI DI BUONA PASQUA











L’ Av-Maria”

In sdé1 int’ e’ parapet2 de pont ad preda
che mostra la su vciaja dal scarvaj3,
i guerda zo d’ luntén int’la valeda
e j’oce je strac; mo e’ cor un s-strac maj.

E e’ sol e cala spessa a un vel d’nuvlaj
e j ultum raz i bat sora la streda
e’ temp l’ha di pansir,..tot j ha i su guaj…
e dmen,...dmen e sarà un’etra zurneda!..

Ecco, i sta so: is caza4 la gabena5
(Ades i s’alza, i met so la gabena)
e po i s’inveja d’l’et, e via..e via...
Sora i scalen d’la porta d’la Badia

do vcini bienchi al fila un pens6 ad léna;
un chent a mor d’luntèn; e una babena
ech la s’inznocia;..e sona l’Av-Maria!
__________
1-seduti
2-sul murello.
3-Delle screpolature.
4-Si mettono.
5- La giacca.
6-Un penso:la lana che si trova attorno alla rocca.
1
2
3
4
5

6

mercoledì 23 marzo 2016

“Surívul”




Quand, dal volti a la fen dla mi zurneda,
(int’e’ cor sempr’ un vel d’malincunia)
at guerd da e’ finestron dla mi Carpneda
o bel Surivul, la mia fantasia

la ved l’eria d’intorna insanguineda
e un a massa ad fantesma chi s’ cor cor dria
e so int’la torre tua nira e quadreda,
fra nuvli ad fom, un’ombra dretta, in pìa.

E po ch’a gl’ombri a poch a poch a’l-sforma,
l’eria l’as quieta; e alora una figura
bienca, bienca u m’ surid, la nona mia

e te, Surivul bel, cun la curona
ad pienti in fior, torna la zinta scura
int’i vapur alzir d’l’Ave Maria!...


SORRIVOLI.- Quando alle volte, alla fine della mia giornata
(nel cuore sempre un velo di malinconia)
ti guardo dal finestrone della mia Carpineta
o bel Sorrivoli, la mia fantasia
vede l’aria d’intorno insanguinata
e una turba di fantasmi che si corrono dietro
(si rincorono); e su nella torre tua nera e quadrata,
fra nuvoli di fumo, un’ombra diritta, in piedi.
E poi quelle ombre a poco a poco sfumano,
e l’aria si acqueta; e allora una figura
bianca bianca mi sorride, la nonna mia (nata a Sorrivoli)
e tu Sorrivoli bello, con la corona
di piante in fiore attorno alla cinta oscura
nei vapori leggeri dell’Ave Maria!...

(LA PIE, VIII,n.6 giu.1927,p.124.)


lunedì 21 marzo 2016

LO SVILUPPO DELLA CITTA' A proposito della CITTA' VERTICALE ipotizzata da Pieri.



Le affermazioni dell'Assessore Luca Pieri a proposito della Città verticale non lascia sbalorditi né preoccupati come viene sostenuto dai membri del gruppo “La Rosa di Pesaro” (Carlino 19 maggio 2010). Quanto dichiarato dall'Assessore all'Urbanistica è consequenziale alla evoluzione avvenuta di fatti che erano stati previsti ed evidenziati in un articolo della Sveglia Democratica del 21.02.'98 in cui il sottoscritto sosteneva, tra l'altro, che Allo sviluppo urbanistico-industriale di Pesaro come si è verificato e come si prospetta in futuro non ha corrisposto una rete di collegamenti adeguati, né con la Metropoli Adriatica che in termini di viabilità è rimasta agli anni 1960, ne con i centri del’ entroterra e con le città del Tirreno. La crescita della città intorno al Centro Storico, ha provocato, in mancanza della costruzione e previsione di una adeguata viabilità, una sempre maggiore ostacolo alle comunicazioni tra Pesaro e le città dell’entroterra e la Metropoli Adriatica.
Più si sviluppano e crescono gli insediamenti nei quartieri intorno alla città, più diventano asfittiche e caotiche le comunicazioni.
Più le comunicazioni diventano difficili più si accentua la tendenza alla concentrazione degli insediamenti e dei servizi addossati al Centro con la creazione di un circolo vizioso che porterà certamente a ricercare lo sviluppo nelle aree dei “Colli pesaresi” e degli spazi verdi rimanenti dell'hinterland con cementificazione degli stessi, o, in alternativa nella utilizzazione dello spazio in verticale con creazione di “grattacieli”. L’unica via di uscita da questo processo sarebbe costituita dalla realizzazione di una viabilità tale da rendere sempre più “indifferente” la distanza fisica dei centri abitativi, dei servizi, degli insediamenti commerciali e culturali, riducendo drasticamente la distanza come “tempo di percorrenza”, rendendo facilmente accessibili. in termini di tempo, tutti i vari centri con la creazione di infrastrutture stradali capaci e veloci. Queste renderebbero sempre più indifferente, abitare a Pesaro ed andare a lavorare a Fermignano o Pergola o Fossombrone e viceversa, abitare a Fano ed andare a studiare ad Urbino, farsi curare all’ospedale di Pesaro o all’Ospedale di Urbino o Fano”.
Sono passati dodici anni e la profezia si sta avverando. Se non è possibile, se non è sufficiente intervenire nelle comunicazioni l'alternativa più realistica deve essere quella indicata dal presidente dei costruttori di Confindustria Roscini, che con grande sensibilità ed intelligenza, ha indicato come percorso dello sviluppo, la risistemazione dei Centri Storici. Se noi pensiamo al patrimonio edilizio del Centro di Pesaro già ristrutturato, ma non occupato e quello da ristrutturare non possiamo che plaudire a questa idea senza escludere che, in certi casi, la occupazione dello spazio in altezza potrebbe essere una soluzione ideale come quella, per esempio, della ristrutturazione dell'Ospedale di Pesaro la cui collocazione attuale è ideale in relazione alla sua facile accessibilità.
Scritto a Pesaro li 30 giugno 2010.

Avv. Paolo Emilio Comandini

venerdì 18 marzo 2016

FOSSO SEIORE: UNA SCELTA SCIAGURATA.


QUELLO CHE E' CERTO, e tutti, anche quelli che non sono tecnici, ma hanno abbastanza buon senso, è che una piastra di cemento a Fosso Seiore rovinerebbe definitivamente l'equilibrio idrogeologico di una zona ancora rimasta incontaminata dalla cementificazione. Questa non si limiterebbe alla superficie occupata dagli enormi casermoni, ma essa si estenderebbe a macchia d'olio per i parcheggi, per il sorgere di strutture collaterali e di servizi della Strutttura, dei dipendenti, dei parenti ed assistenti dei ricoverati, servizi e strutture che attualmente si trovano adiacenti agli attuali Ospedali di Pesaro e Fano.
Questa neo urbanizzazione costituirebbe un enorme tappo per le comunicazioni Pesaro-Fano, intaserebbe la unica strada di comunicazione lungo la costa Adriatica (il traffico non è stato misurato nel periodo estivo) e non parliamo della fantasiosa ipotesi della fermata in quel posto dei treni. Sarebbe pregiudicato lo sviluppo turistico del luogo. Il Sindaco di Pesaro ha ricevuto anche i voti della Destra impegnandosi all'abbandono del sito di Fosso Seiore come sede dell'Ospedale Unico. Il progetto di project financial costituirebbe un indebitamento indefinito delle nuove generazioni senza parlare delle inevitabili speculazioni edilizie sugli immobili degli attuali Nosocomi specialmente di questi tempi. Non parliamo poi dei tempi di realizzazione e delle spese per la manutenzione degli attuali ospedali.
La situazione è da incubo, ma la cosa più grave è il silenzio dei vari partiti di minoranza (escluso i Grillini) che, (tenuti all'oscuro?) tacciono lasciando l'unica dialettica all'interno del partito di maggioranza a livello comunale e regionale.
Pesaro li 18 marzo 2016.

P.Emilio Comandini


mercoledì 16 marzo 2016

DA CALTANISETTA A proposito della fabbrica di bambini

Carissimo Emilio, ...Condivido la necessità di essere estremamente cauti quando è in gioco la vita e l'educazione dei figli. Lo so come padre prima ancora che come Avvocato.
Occorre però compiere uno sforzo responsabile per governare il cambiamento se non vogliamo che esso ci travolga,come sta accadendo con il fenomeno dei migranti.
Ricordo che circa venti anni orsono, durante un'amabile conversazione il Card.Tonini,descrisse con profetica lungimiranza nel dettaglio ciò che sarebbe accaduto e invitò sempre tutti a non limitarci ad una sterile ottusa xenofobia ma ad intervenire con urgenza,efficacia e generosità presso i paesi di provenienza. Purtroppo non è stato fatto e adesso pensiamo di risolvere il problema con i muri e il filo spinato. E' una miope illusione,è come voler arginare la piena di una diga che frana. Oggi bisogna raddoppiare gli sforzi e restare uniti. Altrettanto vale per il cambiamento all'interno della struttura familiare. Io e te abbiamo nel dna la bella famiglia tradizionale, ma quante ne falliscono con conseguenze esiziali per i poveri figlioli  incolpevoli, di contro accade che all'interno di famiglie"trasgressive" regni un elevato tasso di amore vero. Le categorie si sono dilatate e occorre trovare sempre un punto di equilibrio e di sintesi nel rispetto reciproco. Ora basta altrimenti finisce che ti ......converto! ...Intanto accontentati del mio affetto. Emanuele.
Emanuele Limuti Avvocato penalista e .. tanto altro.
Pesaro-Caltanisettta 16.03.2016.

Pecos Bill

martedì 15 marzo 2016

LA DITTATURA DEL PENSIERO UNICO



Alla televisione viene trasmessa la replica di Vendola nei confronti di un parlamentare che difendeva la famiglia tradizionale, ma non si riportava l'argomento contestato. Questa non è una completa informazione. I cittadini avevano diritto di sapere quello che aveva detto il parlamentare. Certi giornalisti di radio 24 fanno ironie nei confronti di Padre Livio di Radio Maria che difende la Famiglia. Alla tv negli spettacoli canori, che non hanno nulla a che fare con la politica, certi artisti manifestano le loro preferenze con allusioni, simboli multicolori le loro preledizioni politiche. Le lobbies del pensiero unico esercitano un evidente potere politico sproporzionato all'effettivo consenso della gente.
Questo fatto è stato evidenziato molto bene dal giornalista Andrea Cangini nel suo articolo apparso su Il Resto del Carlino di Domenica 28 febbraio 2016 che riportiamo qui di seguito per la parte che ci interessa:
....Si dice spesso che il palazzo non è rappresentativo del Paese. E in molti casi è vero. Ma non per questo sembrano esserlo i grandi giornali e i salotti televisivi. Prendete il dibattito sulle coppie gay, sulla step child adoption (adozioni del figliastro), fino alla pratica dell'utero in affitto e al supposto diritto degli omosessuali ad adottare un figlio. A parte i politici contrari, le voci del dissenso sono state ridotte al minimo. E sempre più usate con sdegno dai benpensanti. Non c'è dubbio che l'Occidente vada nella direzione delle libertà totali per ciascuno; non c'è dubbio che le coppie omosessuali avranno, prima o poi, riconoscimento anche in Italia, il diritto di sposarsi e adottare figli al pari delle coppie eterosessuali. Ci sono buone ragioni per sostenere entrambe le tesi, ma chi si dichiara contrario all'equiparazione o alla adozione, è considerato un mostro, uno oscurantista, un essere immondo che va espulso dal consesso civile.
Eppure così la pensano i due terzi degli italiani. Tutti mostri? Tutti oscurantisti? Tutti incivili? C'è, evidentemente, una tendenza totalitaria nel cosiddetto “progressismo”, una tendenza che ha rimosso secoli di dibattito intellettuale: la distinzione tra cultura e civiltà, la dimensione spirituale dell'uomo, le pagine della filosofia francese (Simon Weil) che lamentava “lo sradicamento dell'Occidente a causa della menzogna del progresso”. Mai come oggi l'elìte intellettuale sembra lontana dal sentire comune. Sicchè, quando sulla scena politica si materializza un leader capace di entrare in sintonia con gli umori della Nazione, subito lo si mette ai margini con l'accusa di “populismo”.....Andrea Cangini (Il Resto del Carlino 28 febbraio 2016)

Pesaro li 15 marzo 2016.

Pecos Bill

mercoledì 9 marzo 2016

COME COSTRUIRE UN BAMBINO

Si espianta un ovulo dal'utero di una donna. Si può scegliere con una certa certa approssimazione l'ovulo di un soggetto che abbia certi requisiti somatici di bellezza, colore degli occhi, l'intelligenza, la salute ecc.
Una volta ottenuto questo ovulo (non si sa a che prezzo) si saluta la potenziale madre cedente e si procede con la seconda fase. Si deve fecondare questo uovo. I due sposi omosessuali (quelli eterosessuali non hanno bisogno di questa procedura perchè basta per loro un atto di amore) debbono fornire il seme necessario. Ma il seme di chi? Necessariamente occorre un solo seme, cioè il seme di uno solo dei due. Ma di chi dei due “sposi”? Nel dubbio ed in mancanza di accordo la cosa si può risolvere con un cocktail. Si fa un cocktail di liquido seminale dei due e lo si shakerizza e lo si utilizza per fecondare l'ovulo. Fatto questo si passa alla terza fase. Si deve trovare un utero in affitto cioè si deve trovare una donna possibilmente di sana e robusta costituzione, in condizioni disagiate, che sia disposta ad ospitare l'ovulo fecondato nel suo seno ed a portare avanti la gravidanza per i nove mesi necessari a che il bambino o la bambina esca dal grembo affittato. Questa donna occorre che sia disposta a farselo strappare dal seno immediaamente, appena nato, per essere consegnato ai due committenti. Il il privare il bambino del seno materno non è una cosa buona da farsi, anzi. Anche la promotrice della legge sui matrimoni gay sosteneva, occcupandosi di animali, che i cuccioli dei cani non dovevano essere separati dalla madre prima di sei mesi dalla nascita per evitare traumi alla madre ed al neonato. Superato questa fase di lavorazione, sempre a oneroso, c'è da affrontare la quarta fase costituita dall'allattamento della nuova creatura che ha bisogno del latte materno. Ma questa fase si può superare mungendo il latte dalla madre e con un aereo quotidiano per portarlo ai committenti che potranno darlo al bambino con un biberon riscaldato.
Certo ad essere realisti la costruzione di questo essere deve necessariamente costare un bel po' di denaro e quindi saranno solo le coppie omosessuali molto, ma molto ricche, che potranno permettersi di commissionare un bambino siffatto.
Fortuna che è falso che sono milioni di italiani interessati alle unioni civili ed al commercio dei bambini perchè altrimenti la bilancia di pagamento internazionale italiana cadrebbe in un pauroso deficit delle partite correnti. Ma il popolo ed i partiti della sinistra che una volta rappresentavano il proletariato, ora difendono le voglie di super ricchi tra circa 7.000 coppie omosessuali italiane. Questi poi ci dovrebbero spiegare dove si trova l'”amore” che trionfa. Tra gli sposi e la donatrice dell'ovulo? Tra gli sposi ed il sanitario che feconda l'ovulo? Tra gli sposi e la disgraziata donna che presta il suo corpo per l'asseblaggio dei componenti?
E se i coniugi si separano a chi dei due verrà affidato il povero bambino?
Le domande sono veramente infinite ed inquietanti da non dormire la notte, ma dobbiamo però riconoscere che dai tempi di Frankenstein si sono fatti notevoli progressi.

Pesaro li 6 marzo 2016.

Pecos Bill


sabato 5 marzo 2016

ANCORA OSPEDALE UNICO

Uno degli elementi di giudizio per la scelta della locazione di questo ospedale unico che si insiste volere fare sono le comunicazioni, l'accessibilità per gli utenti di raggiungere l'Ospedale. La contesa tra Pesaro e Fano sulla location è essenzialmente questa. Si trascura l'attuale esistenza degli attuali Ospedali. Ma non si sanno le oggettive ragioni addotte dal sindaco di Fano e quelle del sindaco di Pesaro. Ragioni e motivi che dovrebbero essere pubblici e conosciuti dai cittadini tutti. E' noto per esempio che la fattibilità della locatin a Fosso Seiore, ha riguardato i tempi di percorrenza con la attuale viabilità e traffico durante il periodo invernale e non quello estivo molto superiore e basterebbe solo questo per rendere poco credibile la scelta di Fosso Seiore.
Nessuno ha Ipotizzato o calcolato i costi e la fattibilità del mantenimento, sviluppo ed integrazione dei due ospedali di Pesaro e quell0 di Fano.
La integrazione da un punto di vista amministrativo c'è già e si tratterebbe di aggiornarla. Da un punto di vista medico diagnostico si può tenere presente lo sviluppo della Telemedicina!? Ma il dicorso che si può fare è quello della accessibilità da parte dei cittadini ai rispettivi Ospedali integrati rispetto alla sciagurata collocazione di un Ospedale unico a Fosso Seiore.
L'accessibilità ai due Ospedali integrati è facilmente misurabile. Per accedere ad una specoalità posta a Fano (come quella attuale di Oculistica) da parte di un pesarese non è un grande problema. Sarebbe sempre più facile e più semplice che arrrivare a Fosso Seiore dove tra l'altro non vi è una stazione ferroviaria (ipotesi ridicola quella ipotizzata a Fosso.Seiore) E la stessa cosa per i Fanesi che dovessero venire all'Ospedale di Pesaro per una specialità allocata nell'attuale Ospedale di Pesaro. Più facile arrivare a Pesaro che a Fosso Seiore.
Ma è da considerare che per le specialità site a Fano i fanesi (40.000 abitanti) avrebbero il sevizio a Km -0-e per i pesaresi (80.000 abitanti) i servizi dell'Ospedale di Pesaro sarebbero pure a Km -0-.
I cittadini continuerebbero ad arrivare ai rispettivi Ospedali anche in bicicletta.
Comunqueè certo che si assiste su questo argomento ad un silenzio dei vari partiti e esponenti politici tenuti evidentemente all'oscuro dei “pubblici
maneggi” che avvengono all'interno dei partiti di governo dei Comuni e della Regione che certo non brilla per trasparenza.
Pesaro li 5 marzo 2016.


P.Emilio Comandini

giovedì 3 marzo 2016

Una boccata d'aria contro i soliti 'anglicismi


Questo giornale (Il Resto del Carlino di Pesaro del 27.02.'16) ha opportunamente dedicato due pagine per commentare l'aggettivo 'petaloso', coniato da un bambino
di terza elementare, il quale voleva trovare un termine appropriato per indicare un fiore con molti petali. La maestra
di Matteo (questo il nome dello scolaretto) ha interpellato l'Accademia della Crusca, i cui componenti sono una specie
di Corte di Cassazione della lingua Italiana. Ebbene, alcuni specialisti di quella Accademia hanno risposto alla maestra,
dicendo che il termine inventato dal suo alunno è «bello e chiaro». Però Luca Serianni, cattedratico di Storia della lingua italiana, ha detto che l'aggettivo di cui si parla «non diventerà di uso comune finché non sentiremo la necessità di una parola indicante un fiore ricco di petali». Ma si può osservare che il valore di certe parole non dipende soltanto dalla loro frequenza, bensì soprattutto dal contesto in cui sono adoperate: forse oggi nessun uomo loderebbe il seno della propria donna definendolo aulente’, come invece si legge, se non m’inganno, in una pagina di Gabriele D’Annunzio. Oltre dunque al fatto che aggettivi
terminanti in -oso, -osa, -osi, -ose sono italianissimi (esempi: uomo 'ambizioso', donne 'gioiose', ragazzi 'invidiosi', moglie permalosa'), anche se taluni poco usati (es.: guancia 'rugiadosa', fuoco ‘robustoso’, come dice san Francesco parlando di una fiamma ardente), ci si deve domandare se la parola nuova, in questo caso: ‘petaloso’, sia formata secondo le regole della grammatica italiana. Sottoposto a tale esame, il fiore ‘petaloso’ di quello scolaretto merita dieci e lode, sia che si cominci
a parlare di margherite ‘petalose’ sia che si critichino i puntigliosi (come l'autore di questa noterella) che sono d’accordo con Claudio Marazzini, presidente della Crusca, il quale, a proposito di questo felice ‘petaloso’ ha detto:
«Finalmente una boccata d’aria per dimenticare i soliti anglicismi».
(Vittorio Ciarrocchi).