giovedì 11 febbraio 2016

VERITA’ INSOPPRIMIBILI


Non stiamo discutendo se un omosessuale possa essere un buon genitore, ma se una coppia dello stesso sesso possano essere genitori adeguati.
Adeguati a che? La domanda è fondamentale. A mio parere c’è solo una risposta: adeguati al bambino.
Quando coltiviamo una pianta, dobbiamo stare attenti alle esigenze della pianta stessa. Non bastano acqua, terra, sole. Troppa acqua e la pianta marcisce, poca e secca; se gradisce l’ombra guai a metterla troppo esposta. Magari potrebbe venire qualcuno a chiederci: hai bagnato il tuo vaso? Noi rispondiamo sì, e quello va via considerandoci buoni agricoltori. Ma, nel frattempo, la nostra pianta è morta. Forse non sappiamo neanche perché.
Se così è per una pianta, figurarsi per un bambino che, in più del vegetale, ha una consapevolezza, ha un cervello che è un vulcano in ebollizione. Gli hai dato da bere? Sì. Gli hai dato da mangiare? Sì. Gli hai dato amore? Sì. Ah, allora va bene.
Ma era quello giusto?
C’è chi sostiene che la scienza afferma con certezza che essere allevati da una coppia omosessuale o eterosessuale sia lo stesso. Possiamo affidarci alla scienza, certo. Ma, per giudicare, abbiamo in questo caso anche qualcosa in più: l’esperienza.
Noi tutti siamo figli. In alcuni casi siamo anche padri, e madri.
Tra nostro padre e nostra madre c’era differenza, vero? A nostra volta noi siamo diversi da nostra moglie, nostro marito.
Sarebbe stato molto diverso se, invece di mio padre, avessi avuto due volte mia madre. O viceversa. Mi sarebbe mancato qualcosa: la forza, o la dolcezza. Il coraggio o la perseveranza. La pazienza o la tenacia. Come esempi, come insegnamento, ma non perché uno dei miei genitori fosse inadeguato, ma perché erano complementari. Complementari perché erano e sono un maschio e una femmina. C’è differenza. Voi sapete che c’è.
Un diritto che si invoca non può prescindere dalla realtà. Dire “è lo stesso” fa a pugni con la MIA esperienza.
Considerate adesso la vostra, di esperienza: è differente? No, non rispondete ideologicamente, subito.
Prendetevi un minuto.Ricordate, pensate.
L’importante è che voi, proprio voi e nessun altro per voi, giudichiate in base a quello che è stato, quello che è reale.
E se anche per voi fosse o fosse stato differente, riflettete su questo: io e tanti altri abbiamo verificato, vissuto qualcos’altro. Chiunque lo neghi deve fare i conti con questa realtà; e la mia testimonianza, quella di tutti quelli che conosco invalida ogni perentorio giudizio ideologico che si possa avere. Perché noi ci siamo, esistiamo, occorre fare i conti con quello che diciamo. Ciò che nega l’esistente per affermarsi non può che essere una menzogna. (No, non è un ragionamento confessionale. Pensateci bene: niente di quello che ho detto lo è). Non fatevi lavare il cervello da menzogne strumentali, da una finta scienza che alle prove dei fatti è una bugia. Pensateci bene, se non stiate avallando il falso. Se lo è, chi ve lo fa fare?
Pesaro li 6 febbraio 2016.
Massimo Tonucci


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