Signore, la
notte di Natale,
la santa
notte della vostra nascita,
passa in
questo tempo così crudele
dove la pietà
sanguina di sofferenza.
Signore, la
notte è molto scura,
nei cieli non
si vedono stelle:
i pastori,
muti, camminano nell’ombra
popolata di
spie che l’ombra vela.
L’altare
oscuro, la chiesa deserta
accumula la
folla dei nostri morti:
dei colpi
cupi danno loro l’allarme,
essi vi
raccomandano la nostra sorte.
Signore,
ahimè, le nostre donne piangono,
le nostre
madri piangono sui loro figliuoli;
i loro
figliuoli, Signore, che muoiono
per mancanza
di calore e di alimenti.
Bambino Gesù,
salvate i nostri fratelli,
asciugate le
lacrime da quegli occhi:
che la pace
abbrevi la nostra miseria
e riaccenda i
nostri focolari così vuoti.
Così vuoti e
così muti in quest’ora
che la vostra
nascita ha consacrato;
guardate,
Dio, vostra madre che piange
sopra la
mangiatoia ove foste ospitato.
Non
respingete la preghiera,
Signore, in
questa notte di Natale;
voi che, per
sollevare la nostra miseria
avete
lasciato l’Eterno.
*Federico Comandini-26 dic.1943
LE TEMPS PERDU Roma, 11 gennaio
1947.
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