giovedì 4 dicembre 2014

Detti pesaresi di Carlo Giardini III



25 – “Patacuc el gioga a bocia ferma”.
Non cantar mai vittoria finchè la cosa non è conclusa.

26 – “L’ha tut i vizi cum e Gagen”
L’ha tutti i vizi com è la volpe.

27 – “L’ha ian d’Asiari”
Un centenario.

28 – “Bambin de ges”
Si dice di un bambino molto carino si paragonano ad una statuetta del Bambin Gesù nel Presepio.

29 – “T’si quaon o t’fa la mor?”
Sei proprio sciocco o sei rincitrullito perché sei innamorato?

30 – “Se chi birb in inquaonasa i quaon cum i faria?”
Se i furbi non si potessero gabbare i meno furbi come farebbero?

31 – « La bol sa du batech! 
Si dice quando la situazione è grave.

32 – “Bugiard cum un cheva dent!”
Nelle fiere e nei mercati i cavadenti promettevano l’estrazione indolore. Invece!

33 – “Facia franca metà d’la spesa”.
Non bisogna essere timidi.

34 – “Le jè cume le puten S’negaia: al giorne le fa cagnera a la not le fa ciataja”.

35 – “Vat fe b’nedì sa un scurcel ruded”.
Vai a farti benedire con una accetta ben affilata.

36 – “La fadiga e el pen bron la jè fata par i minchion”.
Lavori faticosi e pane scuro sono per i fessi!
Il pane scuro che conteneva molta crusca, costava meno ed era meno buono.

37L’è cum a de le m’laranc mal baghen.
E’ inutile dare qualcosa di prelibato a chi non sa apprezzare.

38 – “Ta da fe la fen d’la gagia d’Barul”.
Era una simpatica gazza addomesticata che gironzolava sempre nella cucina dell’osteria di Barul (personaggio citato anche in una poesia di Pasqualon): a forza di ficcare il naso dappertutto è caduta in un caldaio d’acqua bollente.

39 “Ta da fe la fen del bach d’Lucheta”.
Bach (giovane ovino) che si allontanava dal gregge per andare a curiosare qua e là; entrato nel recinto della scrofa, questa gli ha mangiato la testa.

40 – “Luca de La aluca “.
Prendere in giro, canzonare.
40 – “E’ not enc’è un pugn d’erba”.

Proverbio contadino che si riferisce a una giornata durante la quale non si è concluso nulla.

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