è il titolo della interessantissima mostra presentata da l'Archivio di Stato di Pesaro in via della Neviera, 44 che rimane aperta dal lunedì e venerdì
ore 10 -18 e sabato 10 – 13.
illustra
i VOLTI DELLA MATERNITA’ DAGLI ANTICHI DOCUMENTI DEL BREFOTROFIO
PESARESE AL RACCONTO VISIVO DI CINQUE ARTISTI DEL CONTEMPORANEO
curata da Cecilia
Casadei e Roberto Domenichini ed aperta fino al 18 ottobre 2014.
Le
opere esposte sono degli artisti Giovanni Alfano Federica Amichetti
Annarosa Basile Deborah Coli Marco Corridoni
Contenitore
di documenti che raccontano la storia di un luogo e di una comunità
, in occasione della “Domenica di carta”,
apertura straordinaria promossa dal Ministero
dei Beni Culturali, l’Archivio di Stato di Pesaro
diviene contenitore di linguaggi dell’arte per un evento che mette
in mostra le antiche carte e i registri dei cosiddetti esposti in
dialogo con opere visive del contemporaneo. Questi gli artisti
invitati con un gruppo di lavori tra pittura, video, disegno e
installazione che rappresentano un significativo esempio del
panorama artistico del presente: Giovanni
Alfano, Federica Amichetti, Annarosa Basile, Deborah Coli, Marco
Corridoni. Le loro opere si intrecciano nel
percorso della mostra con l’ esposizione di una serie di
documenti che riguardano inquietanti atti di processi per stupro e
registri d’archivio dell’ antico brefotrofio pesarese che
riportano la fedele trascrizione dell’abbandono dei neonati: data,
orario di deposito, descrizione del vestiario e di quanto
accompagnava la creatura, il suo stato di salute e il successivo
percorso baliatico. I “segni di riconoscimento”, che le madri
molto spesso lasciavano ai bambini nella segreta speranza di un
futuro ricongiungimento, assumono carattere di particolarità nel
contesto espositivo, ed ecco santini e medagliette religiose
spezzate a metà, nastri colorati e ricamati che denotano ricchezza
e l’abbandono doveva essere dettato dall’intento di far
scomparire il “frutto della colpa”, più spesso modesti sacchetti
di stoffa grezza con alcune invocazioni, scritte in un linguaggio
incerto, relative alla cura del bambino o al nome che dovrebbe
essergli imposto. E le connotazioni dell’abbandono sono quelle che
rimandano alla povertà, alla estrema difficoltà di aver di fronte
nuove bocche da sfamare. Una storia documentale di MADRI e FIGLI
dove l’assenza delle madri pesa come un macigno per confrontarsi
con l’indagine degli artisti che hanno affrontato il tema della
maternità con linguaggi diversi,
una mostra
che si colloca nel periodo di celebrazioni della “Giornata
del contemporaneo” dell’11 Ottobre e
getta uno sguardo a mondi apparentemente lontani. Per indurre ad una
riflessione che supera il tempo.
Commoventi i
biglietti, le medagliette e contrassegni che lasciavano le madri
attaccati ai banbini che abbandonavano, segno della speranza di
ritrovarli e identificarli ed interessanti le sentenze dei tribunali
di allora che giudicavano di violenze sulle donne e sui bambini.
Medico del
Brefrotrofio di Pesaro è stato anche il Dr. Pietro Comandini medico
e poetala cui foto si trova nel Blog.
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