giovedì 9 ottobre 2014

MADRI, FIGLI


  è il titolo della interessantissima mostra presentata da l'Archivio di Stato di Pesaro in via della Neviera, 44 che rimane aperta dal lunedì e venerdì ore 10 -18 e sabato 10 – 13.
illustra i VOLTI DELLA MATERNITA’ DAGLI ANTICHI DOCUMENTI DEL BREFOTROFIO PESARESE AL RACCONTO VISIVO DI CINQUE ARTISTI DEL CONTEMPORANEO curata da Cecilia Casadei e Roberto Domenichini ed aperta fino al 18 ottobre 2014.
Le opere esposte sono degli artisti Giovanni Alfano Federica Amichetti Annarosa Basile Deborah Coli Marco Corridoni


Contenitore di documenti che raccontano la storia di un luogo e di una comunità , in occasione della “Domenica di carta”, apertura straordinaria promossa dal Ministero dei Beni Culturali, l’Archivio di Stato di Pesaro diviene contenitore di linguaggi dell’arte per un evento che mette in mostra le antiche carte e i registri dei cosiddetti esposti in dialogo con opere visive del contemporaneo. Questi gli artisti invitati con un gruppo di lavori tra pittura, video, disegno e installazione che rappresentano un significativo esempio del panorama artistico del presente: Giovanni Alfano, Federica Amichetti, Annarosa Basile, Deborah Coli, Marco Corridoni. Le loro opere si intrecciano nel percorso della mostra con l’ esposizione di una serie di documenti che riguardano inquietanti atti di processi per stupro e registri d’archivio dell’ antico brefotrofio pesarese che riportano la fedele trascrizione dell’abbandono dei neonati: data, orario di deposito, descrizione del vestiario e di quanto accompagnava la creatura, il suo stato di salute e il successivo percorso baliatico. I “segni di riconoscimento”, che le madri molto spesso lasciavano ai bambini nella segreta speranza di un futuro ricongiungimento, assumono carattere di particolarità nel contesto espositivo, ed ecco santini e medagliette religiose spezzate a metà, nastri colorati e ricamati che denotano ricchezza e l’abbandono doveva essere dettato dall’intento di far scomparire il “frutto della colpa”, più spesso modesti sacchetti di stoffa grezza con alcune invocazioni, scritte in un linguaggio incerto, relative alla cura del bambino o al nome che dovrebbe essergli imposto. E le connotazioni dell’abbandono sono quelle che rimandano alla povertà, alla estrema difficoltà di aver di fronte nuove bocche da sfamare. Una storia documentale di MADRI e FIGLI dove l’assenza delle madri pesa come un macigno per confrontarsi con l’indagine degli artisti che hanno affrontato il tema della maternità con linguaggi diversi,
una mostra che si colloca nel periodo di celebrazioni della “Giornata del contemporaneo” dell’11 Ottobre e getta uno sguardo a mondi apparentemente lontani. Per indurre ad una riflessione che supera il tempo.
Commoventi i biglietti, le medagliette e contrassegni che lasciavano le madri attaccati ai banbini che abbandonavano, segno della speranza di ritrovarli e identificarli ed interessanti le sentenze dei tribunali di allora che giudicavano di violenze sulle donne e sui bambini.
Medico del Brefrotrofio di Pesaro è stato anche il Dr. Pietro Comandini medico e poetala cui foto si trova nel Blog.


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