1 – I scherz
ala “Borgorucia”.
Cercare
di imbrogliare qualcuno, ma se si scopre il tentativo d’imbroglio
si dice: ho scherzato.
2 – “Le
pugnet dla Cianciga”
Fare le cose lentamente,
senza molto impegno.
3 –
“An t’za gnanca do chel sta tchesa”
Non conoscere qualcuno o
qualcosa, nemmeno un po’.
4 – “Ansa
ne scura ne ste sit”
Si dice di persona che non
sa comportarsi.
5 –
“Ste a urech a pnel”
Ascoltare attentamente per
non perdere nemmeno una parola. Il pennello, in questo caso, è una
sorta di mostravento, solitamente situato in cima ai campanili, che
si orienta sempre verso la direzione da dove spira il .vento.
6 – “Co
t’sì gid a scola dala Bughi?”
Si dice a chi è
particolarmente sprovveduto. La Bughi era una maestra elementare che
aveva una scuola privata, ma non godeva di gran fama.
7 – “An
sa ne d’me net’e cum’è la Salve Regina”.
Si dice di qualcosa della
quale non si capisce bene il significato.
8 – “Dal
giorne d’la Candlòra da l’inverno siamo fòra”.
Proverbio contadino.
8 – “Sta
fat ben i cont a sim tel mez impont”
9 – “Do
c’anariva el tira el capel”.
Si dice di un donnaiolo
impenitente.
10 – “La
sbè tun bichir d’acqua”.
Si dice di una ragazza
candida ed immacolata.
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