Anche
a Pesaro la propaganda "gender" nelle scuole, è
molto vicina a realizzarsi attraverso libretti che verranno
distribuiti ai ragazzi; un progetto di indottrinamento agli studenti
tendente a sconvolgere la famiglia naturale in nome "Strategia
nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni
basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di
genere (2013-2015)." Sostengo che l'educazione sessuale
non deve essere fatta nelle scuole, ma deve essere lasciata alla
famiglia, visto che la materia riguarda la parte più intima di
ogni persona. La famiglia è esperta in umanità
più di qualsiasi esperto, anche perché la vita non è
un talk show, ma è una cosa seria. Semmai, aiutiamo la
famiglia a svolgere questo compito, senza sottrarlo alla stessa,
convinto che la famiglia è il luogo naturale dove l'individuo
possa maturare la propria sessualità. E poi c’è da
rispettare la mitica privacy, che mai è stata violata come da
quando è stata regolata per legge. E poi, ancora, occorre
rispettare la concezione della famiglia dello studente, in un campo
in cui essa è strettamente legata alla concezione della vita,
su cui la scuola non può e non deve intervenire in modo
indiscriminato e, ultimamente, violento. Sono sicuro che molte
associazioni educative sarebbero disposte a sostenere con convinzione
una battaglia di sostegno di come educare i propri figli anche
sessualmente senza bisogno di delegare ad un libretto tali
insegnamenti. Un personaggio come Mario
Adinolfi, il giornalista, scrittore, nonchè ex deputato del PD
(sarà a Pesaro il 10 gennaio 2015), divenuto punto di
riferimento nel mondo cattolico per la difesa dei valori etici dopo
l'uscita del suo nuovo libro "Voglio la mamma". Si
tratta di un testo piccolo sia perché corto sia perché
tascabile, ma che tuttavia non è azzardato elevare ad
autentico manifesto contro l’abolizione della mamma che alcuni
vorrebbero. E, con la mamma, anche di tutti quegli equilibri propri
di qualsivoglia società che aspiri ad un ordine, a partire da
quello familiare, imprescindibile in assenza della figura femminile e
materna. Che fra le altre cose, come acutamente fa notare l’Autore,
rappresenta anche un formidabile rimedio contro le derive
eugenetiche.
Tonucci
Massimo
MA
COSA E' QUESTO GENDER?
La
questione del "genere"
(in inglese gender)
è un incrocio fra una dottrina pseudo-scientifica e un bisogno
politico, che ha finito col tramutarla in ideologia.
Nella cultura mass-mediatica il termine è ormai egemonico e ha sostituito - anche negli studi internazionali e nelle analisi di sostegno al terzo mondo - il termine sesso. Il linguaggio recepisce velocemente i cambiamenti e il nostro caso non fa eccezione, tanto che questo nuovo significato di genere è passato all'interno delle nostre culture. La teoria del gender è una idea che sostiene la non-esistenza di una differenza biologica tra uomini e donne determinata da fattori scritti nel corpo, ma che gli uomini e le donne sono uguali da ogni punto di vista; c'è quella differenza morfologica, ma non conta niente. Invece la differenza maschile/ femminile è una differenza esclusivamente culturale, cioè gli uomini sono uomini perché sono educati da uomini, le donne sono donne perché sono educate da donne.
Se non ci fossero queste costruzioni culturali non ci sarebbero differenze tra donne e uomini e il genere umano sarebbe fatto di persone uguali. In tal modo la sessualità viene dissociata dalla personalità, non viene naturalmente connessa con la costruzione di una persona.
Nella cultura mass-mediatica il termine è ormai egemonico e ha sostituito - anche negli studi internazionali e nelle analisi di sostegno al terzo mondo - il termine sesso. Il linguaggio recepisce velocemente i cambiamenti e il nostro caso non fa eccezione, tanto che questo nuovo significato di genere è passato all'interno delle nostre culture. La teoria del gender è una idea che sostiene la non-esistenza di una differenza biologica tra uomini e donne determinata da fattori scritti nel corpo, ma che gli uomini e le donne sono uguali da ogni punto di vista; c'è quella differenza morfologica, ma non conta niente. Invece la differenza maschile/ femminile è una differenza esclusivamente culturale, cioè gli uomini sono uomini perché sono educati da uomini, le donne sono donne perché sono educate da donne.
Se non ci fossero queste costruzioni culturali non ci sarebbero differenze tra donne e uomini e il genere umano sarebbe fatto di persone uguali. In tal modo la sessualità viene dissociata dalla personalità, non viene naturalmente connessa con la costruzione di una persona.
Pesaro 31.12.2014
Pecos Bill