Alla
televisione viene trasmessa la replica di Vendola nei confronti di un
parlamentare che difendeva la famiglia tradizionale, ma non si
riportava l'argomento contestato. Questa non è una completa
informazione. I cittadini avevano diritto di sapere quello che aveva
detto il parlamentare. Certi giornalisti di radio 24 fanno ironie nei
confronti di Padre Livio di Radio Maria che difende la Famiglia. Alla
tv negli spettacoli canori, che non hanno nulla a che fare con la
politica, certi artisti manifestano le loro preferenze con allusioni,
simboli multicolori le loro preledizioni politiche. Le lobbies del
pensiero unico esercitano un evidente potere politico sproporzionato
all'effettivo consenso della gente.
Questo
fatto è stato evidenziato molto bene dal giornalista Andrea
Cangini nel suo articolo apparso su Il Resto del Carlino di Domenica
28 febbraio 2016 che riportiamo qui di seguito per la parte che ci
interessa:
....Si
dice spesso che il palazzo non è rappresentativo del Paese. E
in molti casi è vero. Ma non per questo sembrano esserlo i
grandi giornali e i salotti televisivi. Prendete il dibattito sulle
coppie gay, sulla step child adoption (adozioni del figliastro), fino
alla pratica dell'utero in affitto e al supposto diritto degli
omosessuali ad adottare un figlio. A parte i politici contrari, le
voci del dissenso sono state ridotte al minimo. E sempre più
usate con sdegno dai benpensanti. Non c'è dubbio che
l'Occidente vada nella direzione delle libertà totali per
ciascuno; non c'è dubbio che le coppie omosessuali avranno,
prima o poi, riconoscimento anche in Italia, il diritto di sposarsi e
adottare figli al pari delle coppie eterosessuali. Ci sono buone
ragioni per sostenere entrambe le tesi, ma chi si dichiara contrario
all'equiparazione o alla adozione, è considerato un mostro,
uno oscurantista, un essere immondo che va espulso dal consesso
civile.
Eppure
così la pensano i due terzi degli italiani. Tutti mostri?
Tutti oscurantisti? Tutti incivili? C'è, evidentemente, una
tendenza totalitaria nel cosiddetto “progressismo”, una tendenza
che ha rimosso secoli di dibattito intellettuale: la distinzione tra
cultura e civiltà, la dimensione spirituale dell'uomo, le
pagine della filosofia francese (Simon Weil) che lamentava “lo
sradicamento dell'Occidente a causa della menzogna del progresso”.
Mai come oggi l'elìte intellettuale sembra lontana dal sentire
comune. Sicchè, quando sulla scena politica si materializza un
leader capace di entrare in sintonia con gli umori della Nazione,
subito lo si mette ai margini con l'accusa di “populismo”.....Andrea
Cangini (Il Resto del Carlino 28 febbraio 2016)
Pesaro
li 15 marzo 2016.
Pecos
Bill
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