Le affermazioni dell'Assessore Luca Pieri a proposito della Città verticale non lascia sbalorditi né preoccupati come viene sostenuto dai membri del gruppo “La Rosa di Pesaro” (Carlino 19 maggio 2010). Quanto dichiarato dall'Assessore all'Urbanistica è consequenziale alla evoluzione avvenuta di fatti che erano stati previsti ed evidenziati in un articolo della Sveglia Democratica del 21.02.'98 in cui il sottoscritto sosteneva, tra l'altro, che “ Allo sviluppo urbanistico-industriale di Pesaro come si è verificato e come si prospetta in futuro non ha corrisposto una rete di collegamenti adeguati, né con la Metropoli Adriatica che in termini di viabilità è rimasta agli anni 1960, ne con i centri del’ entroterra e con le città del Tirreno. La crescita della città intorno al Centro Storico, ha provocato, in mancanza della costruzione e previsione di una adeguata viabilità, una sempre maggiore ostacolo alle comunicazioni tra Pesaro e le città dell’entroterra e la Metropoli Adriatica.
Più si sviluppano e crescono gli insediamenti nei
quartieri intorno alla città, più diventano asfittiche e caotiche
le comunicazioni.
Più le comunicazioni diventano difficili più si
accentua la tendenza alla concentrazione degli insediamenti e dei
servizi addossati al Centro con la creazione di un circolo vizioso
che porterà certamente a ricercare lo sviluppo nelle aree dei “Colli
pesaresi” e degli spazi verdi rimanenti dell'hinterland con
cementificazione degli stessi, o, in alternativa nella utilizzazione
dello spazio in verticale con creazione di “grattacieli”. L’unica
via di uscita da questo processo sarebbe costituita dalla
realizzazione di una viabilità tale da rendere sempre più
“indifferente” la distanza fisica dei centri abitativi, dei
servizi, degli insediamenti commerciali e culturali, riducendo
drasticamente la distanza come “tempo di percorrenza”, rendendo
facilmente accessibili. in termini di tempo, tutti i vari centri con
la creazione di infrastrutture stradali capaci e veloci. Queste
renderebbero sempre più indifferente, abitare a Pesaro ed andare a
lavorare a Fermignano o Pergola o Fossombrone e viceversa, abitare a
Fano ed andare a studiare ad Urbino, farsi curare all’ospedale di
Pesaro o all’Ospedale di Urbino o Fano”.
Sono passati dodici anni e la profezia si sta avverando.
Se non è possibile, se non è sufficiente intervenire nelle
comunicazioni l'alternativa più realistica deve essere quella
indicata dal presidente dei costruttori di Confindustria Roscini, che
con grande sensibilità ed intelligenza, ha indicato come percorso
dello sviluppo, la risistemazione dei Centri Storici. Se noi pensiamo
al patrimonio edilizio del Centro di Pesaro già ristrutturato, ma
non occupato e quello da ristrutturare non possiamo che plaudire a
questa idea senza escludere che, in certi casi, la occupazione dello
spazio in altezza potrebbe essere una soluzione ideale come quella,
per esempio, della ristrutturazione dell'Ospedale di Pesaro la cui
collocazione attuale è ideale in relazione alla sua facile
accessibilità.
Scritto a Pesaro li 30 giugno 2010.
Avv.
Paolo Emilio Comandini
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