martedì 5 aprile 2022

MARZO L'ULTIMA NEVICATA

 



Merz”  (MARZO).

L’era sté propi l’ulma sfurmajeda,

alzira come un vel, una traragna;

e po’ l’era avnù e’ sol e la campagna

la s’era desta, ch’l’era indurminteda:


e i fos j’aveva mess la su pistagna

ad margariti bienchi; e d’int’la streda

u s’avdeva da za qualca buleda

ad fiur d’amandul, so, vers la muntagna.


Do’ bel burdëli dri la seva d’l’éra

ch’ la svardesa ad ptunzin ch’j’à za d’l’urgoj,

dal margariti a l’ staca ona per ona


al fuidini ch’al dis la su furtona;

e un bël vangin zantil ad primavera

u i gonfia e’ pëtt ch’l’è come chi zarmoj


MARZO.- Era stata proprio l’ultima sformaggiata(passatadi formaggio)-leggera come una tela di ragno; e poi eravenuto il sole: e la campagna si era destata chè era addormentata - e i fossi avevano messo la loro pistagna . di margherite bienche, e dalla strada - si vedevano di già delle chiazze - di fiori di mandorlo, su verso la montagna.- due belle ragazze, dietro la siepe dell’aia - che verdeggia di piccoli bottoni che hanno già della vigoria - dalle margherite staccano uno peru uno- i petali cherivelano il loro destino(amoroso) - e un bel venticello di primavera - gonfia il petto a loro che è come i germogli.

La piè n.3 - 1929.






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