sabato 26 maggio 2018

CESENATICO e GARIBALDI



16. CESENATICO (1849)

Dritto in arcione il bracciio teso ei stette:
indi ad Anita che il seguia daccanto
ed al breve stuolo di sue schiere elette,
avanti; ei disse. Gruppo di giganti

parean nell'ombra: livide saette
laceravano il ciel l'Adria davanti.
Lacere, scalze, intorno al Duce strette,
ei non si domandar e dove...e quanto.

Or qual de' Numi, in co' del ponte , il fiero
gesto raccolse?! l'alta fronte austera
che Roma al raggio di sua luce incise

tosto si scosse. Lento, passò severo:
e solo allor che la fatale schiera,
salva vide sul mar, triste sorrise!

Pietro Comandini 1931.

Il sonetto illustra l'imbarco di Garibaldi e e dei 300 valorosi che lo seguivano, a Cesenatico , la prora a Venezia che ultima ancora resisteva all'Austria. Epilogo doloroso ; la cattura parziale della flottiglia – lo sbarco di Garibaldi a Magnavacca . La morte di Anita.




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