lunedì 2 gennaio 2017

L’è ora ad fnila

Mio nonno Pietro, medico chirurgo, a 60 anni venne preso da una vena poetica per cui cominciò a scrivere poesie in italiano ed in dialetto romagnolo. Alcune sue poesie sono state già pubblicate in questo Blog. Per parare le critiche che gli venivano rivolte il nonno scrisse la seguente poesia che si adatta bene anche al sottoscritto sol che si cambi due o tre parole:
L’è ora ad fnila1

Mo parchè mo vuit ch’ a si (dutur) avuchet
a vnì a rubé l’ amstir a i (leterè) jiurnalist,
u m’ geva un dè, tri quatar prufessur;
...mo no v’ dasì da gli erii: lassé andé ?!

A n’ n’ avì mo abastenza di dulor,
dal noj par vostar cont, dal gatt da plé!
St’ rasunament m’avea inciudé int’e’ mur
e me a s’ o armast a lè cm’ un insasé!

Mo za ‘st’ sunett fruleva int’e’ zarvel!
e dài e pecia; e frola, frola, frola
la truvè un bus: l’ha fatt al mi zuvnoti

l’istess che d’int’e’ bozl’ al pavajoti:
andé mo a dì! De’ rest l’è naturel,
quand scapa quèl!.. bisogna dei la mola!!
Pietro Comandini
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E’ ORA DI FINIRLA: - Ma perchè voialtri che siete medici - venite a rubare il mestiere ai letterati, - mi dicevano, un giorno, tre o quattro professori; - ma non datevi delle arie: lasciate andare?! - Non ne avete abbastanza dei dolori, - delle noie per conto vostro, delle gatte da pelare! - Questo ragionamento mi aveva inchiodato al muro - ed io sono rimasto lì come un insensato! - Ma già questo sonetto girava nel cervello - e dagli e batti e frulla, frulla, frulla - ha trovato un buco: ha fatto giovanotte mie - come dal bozzolo le farfalle - Andate mo a dire! del resto è naturale, - quando scappa qualche cosa... bisogna lasciarla andare!!
Pesaro li 2 gennaio 2017.


1
um geva un dè 

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