-I-
Da la finestra mia
vedo passare
stormi d’uccelli fitti a
schiere a schiere;
vanno cercando nuove
primavere,
altri lidi al di là,
di là dal mare;
e vedo, vedo, vedo galoppare
file di nubi, file lunghe
e nere;
oscurano l’azzurro e son
foriere
d’altre stagioni, di
giornate amare.
Vanno gli
uccelli,...vanno: oscure, irose
corron le nubi; e di
benigna e lieve
ombra la terra si
ricopre...e oblia.
Fuori le querce ondeggiano
pensose.
Tu sola, immota, nel
silenzio greve
ora attendi serena, anima
mia.
* * *
Quando ritorna il
sole e a goccia a goccia,
dalle grondaie lenta si
discioglie,
l’ultima neve e breve il
merlo chioccia
nello sterpeto che di
nuove foglie
tutto si copre; quando
alla leggera
aura del mite april
sboccia la rosa
e nell’azzurro si
profila nera
della rondine l’ala
laboriosa;
ritorna il pensier mio
alle serene
ore di giovinezza, alla
diletta
piccola, chiara, allegra
cameretta
ed a te, o mamma; e nelle
tarde vene
scorre più lieve il
sangue; e de l’interno
senso la fiamma che già
cede al verno
ed a stagion più
dura si prepara,
al ricordo gentil tutta si
schiara.
(Pietro Comandini- Vecchia terra)
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