domenica 20 novembre 2016

IL SI ed IL NO


Sabato 19 novembre, nella sala della Provincia si è svolto, organizzato da Forza Italia e la Lista civica”Siamo Pesaro”, on la partecipazione dei politici On. Alessia Morani (PD) ed il Prof. Alessio Flamini della Università di Camerino da una parte e dall'On. Simone Baldelli (FI) ed il Prof. Giuseppe Bozzi della LUISS dall'altra. I primi hanno sottolineato le ragioni del SI ed i secondi quelle del NO. Apprezzabile questa manifestazione di due movimenti politici che hanno svolto un tema non in modo fazioso ed unilaterale riconoscendo la importanza della libertà di scelta dei cittadini senza partigianeria al di là della posizione ufficiale dei partiti in modo particolare quello d Forza Italia. Posto questo rimangono valide e confermate le seguenti considerazioni di Pecos Bill.
Siamo alla vigilia delle votazioni referendarie. Il popolo è chiamato a dire si o no alla riforma costituzionale votata 4 volte dal Parlamento. La mobilitazione dei sostenitori del NO e del Si appare esagerata per una riforma che regola il funzionamento degli organi costituzionali. Eccessivamente emotiva per una macchina che deve essere fatta funzionare dagli uomini che il popolo sceglierà con libere elezioni in un secondo momento. Quale sarà il gruppo politico che dovrà guidare la macchina ora non si sa. Legittima è la preoccupazione di sapere come la macchina costituzionale potrà funzionare, ma questo ha una importanza relativa. Bene o meno bene funzionerà e le critiche che sono state mosse dai vari partiti e comitati non sono molto incidenti, ma appaiono piuttosto per lo più capziose, applicate su una ipotetica realtà virtuale e anche artificiose. Addirittura si dice che i consiglieri regionali e sindaci eletti al nuovo senato “non avrebbero tempo per andare a Roma” essendo full time impegnati nei Comuni e Regioni. Poi si paventa un superpotere del capo del governo, mentre la riforma non riguarda affato la figura del Presidente del Consiglio. Si dice che la elezione di secondo grado dei nuovi senatori eletti in secondo grado non sarebbe democretica e così di seguito. Da qui si vede bene come la vera ragione di questa lotta è essenzialmente una lotta politica dei partiti di opposizione e minoranze interne del PD che mirano solo a fare cadere il governo o ad indebolirlo e lo schieramento del NO è tanto variegato disomogeneo che non sarebbe certo capace di fare un'altra riforma “condivisa” come si vagheggia da Berlusconi e centrodestra. Certo è che all'opposizione da fastidio l'attuale governo guidato da Renzi. Chi è all'opposizione deve sempre cercare di abbattere il potere avversario quando fa male, ma anche e sopratutto quando fa bene perchè, facendo bene, rischia di di ricevere più consensi alla fine del suo mandato.
Strumentalizzare il NO per provocare una crisi di governo non sarebbe certo costituzionalmente corretto.

Pesaro li 19 novembre 2016.


PECOS BILL

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