Sabato
19 novembre, nella sala della Provincia si è svolto,
organizzato da Forza Italia e la Lista civica”Siamo Pesaro”, on
la partecipazione dei politici On. Alessia Morani (PD) ed il Prof.
Alessio Flamini della Università di Camerino da una parte e
dall'On. Simone Baldelli (FI) ed il Prof. Giuseppe Bozzi della LUISS
dall'altra. I primi hanno sottolineato le ragioni del SI ed i secondi
quelle del NO. Apprezzabile questa manifestazione di due movimenti
politici che hanno svolto un tema non in modo fazioso ed unilaterale
riconoscendo la importanza della libertà di scelta dei
cittadini senza partigianeria al di là della posizione
ufficiale dei partiti in modo particolare quello d Forza Italia.
Posto questo rimangono valide e confermate le seguenti considerazioni
di Pecos Bill.
Siamo alla vigilia delle votazioni
referendarie. Il popolo è chiamato a dire si o no alla riforma
costituzionale votata 4 volte dal Parlamento. La mobilitazione dei
sostenitori del NO e del Si appare esagerata per una riforma che
regola il funzionamento degli organi costituzionali. Eccessivamente
emotiva per una macchina che deve essere fatta funzionare dagli
uomini che il popolo sceglierà con libere elezioni in un
secondo momento. Quale sarà il gruppo politico che dovrà
guidare la macchina ora non si sa. Legittima è la
preoccupazione di sapere come la macchina costituzionale potrà
funzionare, ma questo ha una importanza relativa. Bene o meno bene
funzionerà e le critiche che sono state mosse dai vari partiti
e comitati non sono molto incidenti, ma appaiono piuttosto per lo
più capziose, applicate su una ipotetica realtà
virtuale e anche artificiose. Addirittura si dice che i consiglieri
regionali e sindaci eletti al nuovo senato “non avrebbero tempo per
andare a Roma” essendo full time impegnati nei Comuni e Regioni.
Poi si paventa un superpotere del capo del governo, mentre la
riforma non riguarda affato la figura del Presidente del Consiglio.
Si dice che la elezione di secondo grado dei nuovi senatori eletti in
secondo grado non sarebbe democretica e così di seguito. Da
qui si vede bene come la vera ragione di questa lotta è
essenzialmente una lotta politica dei partiti di opposizione e
minoranze interne del PD che mirano solo a fare cadere il governo o
ad indebolirlo e lo schieramento del NO è tanto variegato
disomogeneo che non sarebbe certo capace di fare un'altra riforma
“condivisa” come si vagheggia da Berlusconi e centrodestra. Certo
è che all'opposizione da fastidio l'attuale governo guidato da
Renzi. Chi è all'opposizione deve sempre cercare di abbattere
il potere avversario quando fa male, ma anche e sopratutto quando fa
bene perchè, facendo bene, rischia di di ricevere più
consensi alla fine del suo mandato.
Strumentalizzare
il NO per provocare una crisi di governo non sarebbe certo
costituzionalmente corretto.
Pesaro
li 19 novembre 2016.
PECOS
BILL
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