lunedì 16 marzo 2015

LEGALITA', LEGALITA'!

In questi ultimi anni c'è stata una invasione di iniziative a tutti i livelli inneggianti alla Legalità. Conferenze di magistrati, politici, nelle piazze, nelle scuole e nei mass media. Che cosa si sia sostenuto e si sostenga in tali raduni in verità mi è rimasto un mistero perché non ho mai partecipato a tali iniziative perché mi sembrava talmente inutile andare a parlare sulla legalità, concetto così semplice e banale che riguarda l'obbligo di osservare le leggi da parte di tutti i cittadini indistintamente, concetto che si impara, fin da bambini, anche solo leggendo “Le avventure di Pinocchio” dove il burattino viene arrestato da due carabinieri per avere violato l'obbligo scolastico. Quello che, secondo il nostro ordinamento giuridico, viene chiamato “principio di legalità” riguarda l'obbligo per gli organi della Pubblica Amministrazione nello svolgere il potere esecutivo e politico, di agire secondo le norme di legge a tutela sua e dei cittadini. Cosa abbastanza ovvia ai giorni d'oggi.
Ed allora perché tutto questo can can?
La spiegazione che viene naturale è quella che in questi anni l'apparato giudiziario è stato impegnato a perseguire una persona che era a capo del potere politico e amministrativo per cui era necessario, da parte delle opposizioni, dei mass media, supportare l'azione dei giudici e dei parlamentari (titolari del potere politico e legislativo). Appoggiare l'azione dei magistrati e, alla fine, applicare la sentenza di condanna penale nell'ambito della politica con la espulsione di Berlusconi dalla carica di senatore. Senza se e senza ma... si doveva applicare la legge, ribadire il principio di legalità in modo meccanico senza pensare che il voto del Senato non era obbligatorio perché i senatori non erano funzionari della pubblica amministrazione, ma erano l'organo superiore in quanto titolari del potere legislativo. Non erano soggetti al dispositivo della sentenza. Erano tenuti a dare un giudizio politico, essenzialmente politico.
Legalità; legalità vuol dire solo comportamento obbligatorio secondo la legge vigente nel paese. La legalità, il principio di legalità peraltro veniva perfettamente rispettato anche da chi applicava scrupolosamente le leggi razziali fasciste e le condanne al confino degli oppositori erano prese in base alle leggi dello Stato fascista. In certi casi l'applicazione scrupolosa della legge produce effetti aberranti (summum jus, summa iniuria dicevano i romani). Pertanto si vede bene come la Legalità di per sé non significhi nulla, non è un valore di per sé. I valori sono da un altra parte.
In una recentissima conferenza tenuta a Pesaro dal Rettore della Università di Bologna, professor Dionigi, ha fatto un excursus storico-filosofico della politica a partire da molti secoli prima di Cristo sulla legge e la politica scomodando Zeus e la tragedia greca per evidenziare l'antinomia tra la legge e la politica.
Sofocle illustra nell' Antigone l'eterno conflitto tra autorità e potere: in termini contemporanei, è il problema della legittimità del diritto positivo. Il contrasto tra Antigone e Creonte si riferisce infatti alla disputa tra leggi divine e leggi umane. Le prime, i cosiddetti ἄγραπτα νόμιμα (corpus di leggi consuetudinario, ritenuto di origine divina, prerogativa del γένος) sono infatti difesi da Antigone, mentre Creonte si affida al νόμος (corpus delle leggi della πόλις-città). Il punto di forza del ragionamento di Antigone si fonda appunto sul sostenere che un decreto umano (il νόμος) non può non rispettare una legge divina (gli ἄγραπτα νόμιμα). Al contrario, il divieto di Creonte è l'espressione di una volontà tirannica, basata sul principio del νόμος δεσπότης, ovvero della legge sovrana; egli infatti osa porre tali leggi al di sopra dell'umano e del divino.
Creonte in base alla legge della polis, in base al principio di legalità condanna a morte il fratello, mentre Antigone appellandosi alla legge divina si oppone alla condanna del fratello, rischiando di essere condannata a morte anche lei.
La Legalità è un principio essenziale per cui i cittadini tutti debbono rispettare le leggi anche se inique sotto l'aspetto della coscienza comune, delle tradizioni, delle leggi morali o divine. Applicare la legge da parte dello Stato è una necessità funzionale alla esistenza dello stesso, ma le leggi possono contrastare nella loro applicazione con dei principi, con leggi naturali, con principi morali che costituisco loro, sì, dei Valori a cui si devono riferire le leggi. Secondo l'Ordinamento italiano, il principio di legalità significa solo che tutti gli organi dello Stato sono tenuti ad agire secondo la legge e tale principio ammette che che il potere venga esercitato in modo discrezionale, ma non in modo arbitrario. La legalità di per se non è un Valore, essa è una “armatura” di un corpo che può agire bene, ma anche male secondo la “legge divina” e/o la “legge naturale”. L'armatura vuota non è un bene un valore. E' un'arma che difende dei contenuti e dei valori o anche disvalori che sono quelli che vanno rispettivamente insegnati e tutelati e nel caso contrario condannati.

Pesaro li 7 marzo 2015.

P.E.Comandini



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