In
questi ultimi anni c'è stata una invasione di iniziative a tutti i
livelli inneggianti alla Legalità. Conferenze di magistrati,
politici, nelle piazze, nelle scuole e nei mass media. Che cosa si
sia sostenuto e si sostenga in tali raduni in verità mi è rimasto
un mistero perché non ho mai partecipato a tali iniziative perché
mi sembrava talmente inutile andare a parlare sulla legalità,
concetto così semplice e banale che riguarda l'obbligo di osservare
le leggi da parte di tutti i cittadini indistintamente, concetto che
si impara, fin da bambini, anche solo leggendo “Le avventure di
Pinocchio” dove il burattino viene arrestato da due carabinieri per
avere violato l'obbligo scolastico. Quello che, secondo il nostro
ordinamento giuridico, viene chiamato “principio di legalità”
riguarda l'obbligo per gli organi della Pubblica Amministrazione
nello svolgere il potere esecutivo e politico, di agire secondo le
norme di legge a tutela sua e dei cittadini. Cosa abbastanza ovvia ai
giorni d'oggi.
Ed
allora perché tutto questo can can?
La
spiegazione che viene naturale è quella che in questi anni
l'apparato giudiziario è stato impegnato a perseguire una persona
che era a capo del potere politico e amministrativo per cui era
necessario, da parte delle opposizioni, dei mass media, supportare
l'azione dei giudici e dei parlamentari (titolari del potere politico
e legislativo). Appoggiare l'azione dei magistrati e, alla fine,
applicare la sentenza di condanna penale nell'ambito della politica
con la espulsione di Berlusconi dalla carica di senatore. Senza se e
senza ma... si doveva applicare la legge, ribadire il principio di
legalità in modo meccanico senza pensare che il voto del Senato non
era obbligatorio perché i senatori non erano funzionari della
pubblica amministrazione, ma erano l'organo superiore in quanto
titolari del potere legislativo. Non erano soggetti al dispositivo
della sentenza. Erano tenuti a dare un giudizio politico,
essenzialmente politico.
Legalità;
legalità vuol dire solo comportamento obbligatorio secondo la legge
vigente nel paese. La legalità, il principio di legalità peraltro
veniva perfettamente rispettato anche da chi applicava
scrupolosamente le leggi razziali fasciste e le condanne al confino
degli oppositori erano prese in base alle leggi dello Stato fascista.
In certi casi l'applicazione scrupolosa della legge produce effetti
aberranti (summum jus, summa iniuria dicevano i romani). Pertanto si
vede bene come la Legalità di per sé non significhi nulla, non è
un valore di per sé. I valori sono da un altra parte.
In
una recentissima conferenza tenuta a Pesaro dal Rettore della
Università di Bologna, professor Dionigi, ha fatto un excursus
storico-filosofico della politica a partire da molti secoli prima di
Cristo sulla legge e la politica scomodando Zeus e la tragedia greca
per evidenziare l'antinomia tra la legge e la politica.
Sofocle
illustra nell' Antigone l'eterno conflitto tra autorità e potere:
in termini contemporanei, è il problema della legittimità del
diritto positivo. Il contrasto tra Antigone e Creonte si riferisce
infatti alla disputa tra leggi divine e leggi umane. Le prime, i
cosiddetti ἄγραπτα
νόμιμα
(corpus di leggi consuetudinario, ritenuto di origine divina,
prerogativa del γένος)
sono infatti difesi da Antigone, mentre Creonte si affida al νόμος
(corpus delle leggi della πόλις-città).
Il punto di forza del ragionamento di Antigone si fonda appunto sul
sostenere che un decreto umano (il νόμος)
non può non rispettare una legge divina (gli ἄγραπτα
νόμιμα).
Al contrario, il divieto di Creonte è l'espressione di una volontà
tirannica, basata sul principio del νόμος
δεσπότης,
ovvero della legge sovrana; egli infatti osa porre tali leggi al di
sopra dell'umano e del divino.
Creonte
in base alla legge della polis, in base al principio di legalità
condanna a morte il fratello, mentre Antigone appellandosi alla legge
divina si oppone alla condanna del fratello, rischiando di essere
condannata a morte anche lei.
La
Legalità è un principio essenziale per cui i cittadini tutti
debbono rispettare le leggi anche se inique sotto l'aspetto della
coscienza comune, delle tradizioni, delle leggi morali o divine.
Applicare la legge da parte dello Stato è una necessità funzionale
alla esistenza dello stesso, ma le leggi possono contrastare nella
loro applicazione con dei principi, con leggi naturali, con principi
morali che costituisco loro, sì, dei Valori a cui si devono riferire
le leggi. Secondo l'Ordinamento italiano, il principio di legalità
significa solo che tutti gli organi dello Stato sono tenuti ad agire
secondo la legge e tale principio ammette che che il potere venga
esercitato in modo discrezionale, ma non in modo arbitrario. La
legalità di per se non è un Valore, essa è una “armatura” di
un corpo che può agire bene, ma anche male secondo la “legge
divina” e/o la “legge naturale”. L'armatura vuota non è un
bene un valore. E' un'arma che difende dei contenuti e dei valori o
anche disvalori che sono quelli che vanno rispettivamente insegnati e
tutelati e nel caso contrario condannati.
Pesaro
li 7 marzo 2015.
P.E.Comandini
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