domenica 28 agosto 2022

AGOSTO 1945 LA LIBERAZIONE DI CARTOCETO

1945 - La LIBERAZIONE di Cartoceto A Cartoceto tutti godevano buona salute, ma erano tormentati dall'attesa. Per i nonni e gli altri vi erano vari rifugi a disposizione a seconda dei casi. Uno dal podestà Ravagli fatto a grotta proprio sotto il paese, un'altro dai Bezziccheri nelle cantine che comunicavano fin sotto la strada con un'altra uscita nel forno degli Alberini, un altro in campagna, in più c'era una trincea in giardino. Già si sentiva la "guerra" con rumori di cannonate nella direzione di Marotta. A Pesaro la casa al mare e quella in città erano ancora intatte anche se violate. Gli alleati erano a Marotta da più di dieci giorni, ma la guerra ristagnava. A Cartoceto non si trovava più una bicicletta. II nonno Emilio e lo zio Meni barattavano le medicine con il pane quotidiano. I molini non funzionavano più, ma non mancavano il grano e i fagioli e la carne abbondava perché i contadini macellavano dalla mattina alla sera. La zia Pupa diceva che era il periodo dell'abbondanza prima della carestia. La frutta abbondava più di ogni altra cosa. In campagna davano le pere a volontà. La gente diceva che Pesaro sarebbe stata una seconda Cassino. Tutto era minato, anche a Trebbiantico, da Villa Guerrini fino alla casa dei Rossi nella cui cantina i tedeschi avevano fatto scavare un rifugio. Nonostante i pericoli, delinquenti e sciacalli continuavano a svaligiare le case. Tra questi non solo povera gente. Anche il Dr..... e la moglie si erano dati al saccheggio. Questa signora era stata vista saltare a sedere su di un pianoforte che si trovava in una villa abbandonata gridando: " Questo è mio!" (Da “La grande casa tra l'VIII arny e la X Armee” cap.9. Ediz.Quattroventi diP.E.Comandini)

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