lunedì 29 novembre 2021

FELICITA' IERI e OGGI

 


LA FELICITA' IERI e OGGI

Sul dizionario Le Monnier la Felicità viene definita come “la compiuta esperienza di ogni appagamento” . Lo stesso dizionario alla voce Gioia dice che essa è uno “stato o motivo di viva, completa, incontenibile soddisfazione, felicità, diletto”.

Molti, infiniti sono i motivi che possono dare gioia agli uomini, ma è certo è che questo stato d'animo non è infinito, anzi questo stato di grazia dura molto poco.

Per Giacomo Leopardi la felicità, la gioia, il piacere degli uomini è figlio d'affanno, la gioia è vana perché frutto del passato timore e quel tanto di piacere che per miracolo nasce dall'affanno è un gran miracolo.

Il coro finale della IX sinfonia di Beethoven che è stato adottato come Inno dell'Europa, canta il poema Inno alla gioia di F. von Schiller che definisce la Gioia ”bella scintilla divina” che bevono tutti i viventi dal seno della natura”. La gioia dono divino di un padre affettuoso che gli uomini debbono cercare sopra la volta stellata del cielo dove abita.

Che cosa possa essere stato detto e fatto a questo proposito in un intero festival della Felicità di Pesaro non so, ma in occasione del discorso tenuto in Piazza da Kathlen Kennedy, figlia di Bob, l'oratrice che si è congedata dai pesaresi invocando su di essi la benedizione di Dio, ha detto che in fondo per un paese la Felicità non coincide con il suo PIL (Prodotto Interno Lordo) e che la felicità consiste nella possibilità di socializzare e dedicarsi alla vita politica. Questo sarà anche vero per lei e per quelli che hanno già soddisfatto abbondantemente i propri bisogni primari. ma per la gran parte dell'umanità questo non avviene specialmente in un momento di crisi economica come questo in cui molta gente sarebbe felice di soddisfare bisogni più urgenti e vitali. Pertanto l'incremento del PIL di un paese è direttamente proporzionale con l'incremento di momenti di felicità, pertanto sarebbe bene che gli amministratori e politici non si perdessero in manifestazioni come queste e badassero di salvaguardare il reddito dei cittadini che penserebbero per conto loro ad impiegarlo per soddisfare i bisogni materiali e spirituali che ritengono più opportuni.

La felicità ciascuno la cerca e la trova nel modo che ritiene più opportuno e non compito del potere pubblico dire come, dove e quando.

Ultimamente nei massmedia, nel mondo politicoe sociale si fa un gran parlare della condizione della donna che sarebbe sacrificata a favore del maschio in quanto ricoprirebbe un numero linitato dei posti dirigenziali nel campo economico e finanziario rispetto agli uomini. Questi opinionisti dovrebbero prima pensare e dimostrare che la felicità albergain questi posti e poi dovrebbero rivendicare alle donne non il potere, ma la felicità che non si trova certo in quei luoghi.

Pesaro li 28 Agosto 2011 // 29 novembre 2021.


P.E.Comandini

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