L'APATIA DEI PESARESI
Nei “Quaderni di
cronaca”, pubblicato nel 1965, Enrico Coli, a proposito degli
eventi bellici e movimenti politici che coinvolsero Pesaro negli anni
1922-1943. racconta che, all'indomani del 25 luglio 1943, si erano
svolte dimostrazioni di giubilo in moltissime città d' Italia per la
caduta del fascismo, “ma dire che a Pesaro si fosse lasciata andare
ad una di queste chiassose manifestazioni non sarebbe stato cosa
rispondente al vero, per quanto fosse evidente in tutti una certa
gioia per l'avvenimento, sia perché inaspettato, sia perché
desiderato”. Precisava poi che “sulla Città di Pesaro e sui suoi
cittadini pesa un'accusa: quella dell'apatia. Nei riguardi del
fascismo Pesaro era stata davvero apatica. Difatti, ad eccezione di
qualche giovane cresciuto e formatosi durante il regime, nessun uomo
eminente o politico della città aveva assunto il grado di gerarca:
tutti i posti di comando a tutti i modi di azione erano stati
ricoperti da forestieri, o tutt'al più da uomini scesi in città dai
paesi della Provincia”. A Pesaro dunque un ventennio di apatia
interrotto solo dalle truppe del Generale Anders il primo settembre
del 1945. Ci viene da pensare che dopo la liberazione la Città di
Pesaro ha vissuto un altro periodo di apatia politica per oltre
sessant'anni. Infatti in una democrazia dove non si verificano di
fatto periodi di alternanza fa pensare che qualche cosa non funzioni.
C'è qualcosa che non va in questa città. Vogliamo dare la colpa ai
pesaresi “apatici” o a chì di questa apatia approfitta? Ora sono
molti e volonterosi i gruppi politici che dichiarano di volere
modificare tale stato di cose e si organizzano per rompere questa
“apatia”, e molti i generali che per reclutare truppe innalzano
bandiere per la vittoria. Anche le truppe che hanno liberato Pesaro
nel 1945 erano formate da piccoli reparti diversi: polacchi, inglesi,
canadesi indiani, ma nessuno pensava di vincere da solo la guerra.
Hanno vinto solo perché, pur diversi e piccoli, combattevano uniti
sotto una unica bandiera ed un solo comandante. Mai si sarebbero
sognati di vincere da soli il nemico ancora così forte unito ed
agguerrito.
Pesaro li 17 marzo 2009.
P.E.Comandini
Nessun commento:
Posta un commento