giovedì 7 gennaio 2016

PERCHE' SI MINA LA CRESCITA DEL PAESE!?



Continuamente e da ogni parte si invoca e si auspica lo sviluppo economico dell'Italia che per diverse ragioni è entrato in crisi. Ma che cosa determina e da che cosa è determinato essenzialmente lo sviluppo di un paese se non dall'aumentare della popolazione? Il PIL, lo sviluppo di tutte le attività economiche, l'occupazione, lo sviluppo sociale, dipende dallo sviluppo della popolazione del paese. L'aumento della popolazione è il fattore, la ragione, la essenza del progresso nazionale. Al di là della crisi finanziaria che ha sconvolto il mondo e quindi tutti i rapporti economici e sociali determinando uno sconvolgimento sociale con spostamento della ricchezza nei diversi settori economici e dei soggetti individuali sconvolgendo il mercato, è indubbio che la crisi da un punto di vista strutturale è stato determinato da un surplus produttivo, da una saturazione dei mercati: del mercato delle auto, del mercato dell'edilizia e tutto quello che dipende da questi settori, ma alla base c'è sempre la riduzione della popolazione ed in modo particolare la decrescita della natalità. Se la famiglia non ha figli o ha un solo figlio essa si preoccuperà di lavorare e risparmiare per una casa per un solo figlio oltre che per la propria, se ha due figli lavorerà per due figli e così via. Se non vi sono bambini gli asili, le scuole si svuotano e le maestre e gli insegnanti non trovano lavoro. E così per quanto riguarda i vari consumi di beni durevoli e non durevoli. Se non c'è domanda le ditte chiudono, il personale viene licenziato, fabbriche nuove non sorgono e così nasce il problema della disoccupazione giovanile e non. Papa Wojtyla diceva che “una nazione senza bambini non ha futuro”. In Italia, campione di denatalità, starebbe ancora peggio se non vi fossero quelle migliaia di immigrati che con i loro figli ed il loro lavoro non avessero colmato in parte il vuoto. E la Merkel, primo ministro di un paese che fa concorrenza all'Italia per denatalità, lo sa bene e certamente vede gli immigrati come una risorsa per lo sviluppo economico del suo paese ed è anche furba quando si sceglie il tipo di immigrati preferendo i fuggitivi della Siria che hanno un livello di istruzione e professionalità apprezzabile. Del resto la Germania ha sostenuto il suo sviluppo economico fin dal dopoguerra con la immigrazione degli italiani, poi degli spagnoli, poi dei turchi ed infine delle popolazioni dell'Est. Se questo è vero la questione degli immigrati va vista come una opportunità se non come una necessità e non come un fatto solo negativo. E' inutile che si invochi il governo ad agire e combattere la disoccupazione. Il governo non può che agevolare fiscalmente e burocraticamente chi intende iniziare o gestire una attività produttiva, ma da un punto di vista strategico non può che operare agevolando, aiutando concretamente lo sviluppo demografico aiutando la nascita dei bambini e la famiglia “seminarium rei Pubblicae”. Questo non pare essere nelle priorità di questo governo e dei politici che siedono nel Parlamento i quali si preoccupano di riconoscere “diritti” e quindi di dirottare risorse economiche impreviste ed imprevedibili alle cosiddette “unioni civili” che per definizione non sono idonee a creare bambini. La creazione di bambini è la sola giustificazione e la causa delle provvidenze e dei diritti spettanti alla famiglia naturale. Di questi diritti e di queste provvidenze vogliono approfittare chi non ha alcun merito nei confronti dello Stato con la S maiuscola.
Pesaro 7 gennaio 2016.


P.E.Comandini  

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