lunedì 10 agosto 2015

LA SCELTA DI NERONE

Sto leggendo l'ottimo editoriale di Andrea Cangini sul QN di ieri, con il suo oculato riferimento a "una forma di marxismo contemporaneo l'uguaglianza imposta per legge" delle identità "naturali", le quali secondo la Corte di Cassazione non esistono, e se esistono vanno soppresse. Mi piace ricordare che qualche migliaio di anni fa il controverso e stravagante principe Nerone fu accusato di avere atteggiamenti alquanto dispotici. Il bravo Nerone, che voleva, per cosi dire, impalmarsi il suo "preferito", aveva una difficoltà: a Roma non era permesso sposarsi tra maschi. Lui aggirò la difficoltà: dichiarò di essere una femmina, e il problema fu risolto. Successivamente, con una simpatia successiva, la parte del marito toccò a lui... Noi non abbiamo gli imperatori, ma abbiamo i giudici di Cassazione. Che, pare, abbiano rimosso la necessità dell'operazione chirurgica per poter cambiare sesso. Rendendo così di fatto inutile la Cirinnà e i suoi matrimoni - pardon, unioni civili - gay. Per ottenere il cambio di sesso all'anagrafe secondo la Corte di Cassazione non è obbligatorio l'intervento di adeguamento degli organi sessuali: ovvero mi sento donna, e quindi sono donna, indipendentemente dal mio corpo e dalla biologia, anzi, mantenendo la possibilità di procreare e quindi di essere padre. Ma se non si sente padre, perchè si ritiene femmina, cosa sarà ? Una madre? E' una situazione al limite dell'assurdo. Perché è chiaro: basta cambiare di sesso, sposarsi (ormai legittimamente) e ricambiare perché divenga possibile quello che era impossibile. Impossibile in un mondo dove non è il capriccio a plasmare la realtà; ma si tratta, sembra, ormai proprio di un altro mondo. Qui c'è Nerone.
Massimo Tonucci



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