batte
sinistra nella notte fonda:
mugghia
scrosciando giù nella profonda
selvaggia
valle il vento: e la villana
turba
feroce, di sua rabbia insana
già
da presso il manier nera circonda.
Urla
la mischia, breve, furibonda;
e
non placato il nembo or s'allontana.
Vittime
inconsce di nefande trame
giacciono
esangui nella buia via
i
nudi corpi, su pietoso strame.
Oh
Pietrarubbia! O notte di follia;
Da
Santo Leo, d'odio feroce infame,
cinico
il ghigno di Caino spia....
Pietro Comandini 1931
Castello
del Montefeltro non lontano da San Leo, di cui ora non rimangono che
ruderi e che nel 1140 era passato in possesso di uno dei nipoti di
Ulderico di Carpegna - il conte Guido.
Il
sonetto si riferisce all'eccidio dell'intera famiglia de' i suoi
conti avvenuta nel 1298 per odio politico ad istigazione del
fratello allora signore di San Leo e di Montecopiolo. L'8 giugno il
popolo si ammutinò ed uccise il conte, un bambino, la sorella, un
fratello; e la moglie “per lungo tempo tennero prigione finchè
non furono certi che non fosse gravida affinchè di lui non rimanesse
seme”
“Il Montefeltro ed i
suoi tiranni” (L.Dominici)
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