sabato 2 maggio 2015

LEGGE ELETTORALE



Fine di un tormentone
Finalmente è stata approvata la legge elettorale. E' finito, almeno per ora, un tormentone che ha occupato i politici italiani per anni senza che in realtà agli italiani il problema interessasse molto essendo presi da emergenze più importanti e cogenti. La legge elettorale interessava ed interessa prevalentemente i partiti politici perché la loro esistenza dipende dall'esito delle campagne elettorali e la loro presenza in Parlamento è influenzata dai meccanismi con cui si determina la esclusione di un partito (percentuale minima di voti) e la percentuale necessaria per ottenere un premio di maggioranza ecc. ecc. E' ovvio che le norme della legge elettorale vengano viste ed accettate o contestate dai vari partiti esistenti in relazione ai voti che oggi essi hanno avuto e quelli che nell'immediato si prospettano in base ai sondaggi, più o meno fondati, che in ogni caso prospettano la situazione odierna. Quindi i vari partiti rappresentati in parlamento, dovendo approvare la legge, non tendono a fare una legge oggettivamente ed astrattamente ideale, ma una legge che per quel partito oggi è meno dannosa (esclusione) o la migliore per conquistare la maggioranza. La legge sarà un compromesso e quindi uno “storpio” perché non oggettivamente migliore per la governabilità e la rappresentanza. La legge ideale con con i migliori requisiti potrebbe essere approvata dal parlamento solo se questa legge la facessero entrare in vigore per la legislatura successiva a quella immediata. Essa sarebbe migliore perché non sarebbe viziata dagli interessi immediati dei partiti, Ma questo non è... anche se potrebbe essere. Tornando alla realtà molti cittadini non capiscono perché il partito di Berlusconi (Brunetta) si è accanito contro l'approvazione dell'Italicum quando presumibilmente con il patto del Nazzareno, Berlusconi era rimasto d'accordo con Renzi. Il bello è che per fare opposizione si è spolverato l'adusato repertorio delle accuse di antidemocracità, la minaccia di l'Aventino, lo spettro della dittatura, del colpo di stato, dell'abbandono dell'aula in un modo che rasenta il ridicolo per un partito dei moderati come FI. Atteggiamento appropriato più per un partito come quello di Salvini, SEL e Grillino. La rottura del patto del Nazzareno non era giustificata dalla presunta inadempienza di Renzi di nominare capo dello Stato un uomo indicato da Berlusconi (Casini o Amato?) quando è stata fatta una scelta molto più appropriata di Mattarella. La verità probabilmente è che nell'ambito dell'enturage di Berlusconi, di fronte all'attivismo di Salvini, qualcuno ha pensato di perdere i voti ed il consenso degli arrabbiati tentati dalle proteste demagogiche della Lega che si congiungevano con quelle radicale della sinistra e dei grillini. Allora l'opposizione ragionata e ragionevole di FI è andata a farsi benedire.
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L'elettorato moderato non poteva stare meglio con un partito al governo (Alfano) ed uno all'opposizione (FI) moderata e costruttiva? Se le cose si mettevano o si mettono bene, merito del partito moderato al governo; se le cose vanno male, i moderati alla opposizione avrebbero acquisito meriti e non responsabilità. No, FI è andata ad occupare lo spazio radicale già occupato dalla lega e tenta di indebolire ed attaccare i moderati rappresentati dal governo Alfano. Il risultato sarà che i voti moderati andranno a finire in braccio a Renzi che fa discorsi e ragionamenti e fatti sempre da Berlusconi il cui silenzio appare assai significativo.
I partiti, invece di cercare di ritagliarsi un vestito (legge elettorale) per la loro attuale taglia dovrebbero attivarsi a ricercare il consenso della gente nel territorio perché quando ci saranno le elezioni nel 2018 o prima, l'Italia non sarà più quella di oggi e degli odierni i sondaggi, ma sarà completamente cambiata.
Ed il potere i vari leader politici non potranno raccoglierlo ingraziandosi il Leader di turno ma prenderselo con il consenso.
Ma vediamo la legge elettorale da parte della minoranza dei DS più o meno radicale. Anche essi gridano alla democrazia violata, al colpo di stato, alla dittatura rispolverando il repertorio usato dai comunisti contro la il progetto di legge di De Gasperi che voleva che l'Italia fosse governabile. Anche questa opposizione appare inspiegabile dato che, se si andasse alle urne, dicono, che il partito dei DS avrebbe la maggioranza governabile. Capirei che si opponessero a Renzi ed ai suoi discorsi che sembrano tratti da quelli del Cavaliere, ma evidentemente la ragione non alberga più nel Parlamento e nei politici attuali che fanno rimpiangere i partiti e gli uomini della prima Repubblica.
Pesaro 1 maggio 2015.

P.E.Comandini





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