Fine
di un tormentone
Finalmente
è stata approvata la legge elettorale. E' finito, almeno per ora, un
tormentone che ha occupato i politici italiani per anni senza che in
realtà agli italiani il problema interessasse molto essendo presi da
emergenze più importanti e cogenti. La legge elettorale interessava
ed interessa prevalentemente i partiti politici perché la loro
esistenza dipende dall'esito delle campagne elettorali e la loro
presenza in Parlamento è influenzata dai meccanismi con cui si
determina la esclusione di un partito (percentuale minima di voti) e
la percentuale necessaria per ottenere un premio di maggioranza ecc.
ecc. E' ovvio che le norme della legge elettorale vengano viste ed
accettate o contestate dai vari partiti esistenti in relazione ai
voti che oggi essi hanno avuto e quelli che nell'immediato si
prospettano in base ai sondaggi, più o meno fondati, che in ogni
caso prospettano la situazione odierna. Quindi i vari partiti
rappresentati in parlamento, dovendo approvare la legge, non tendono
a fare una legge oggettivamente ed astrattamente ideale, ma una legge
che per quel partito oggi è meno dannosa (esclusione) o la migliore
per conquistare la maggioranza. La legge sarà un compromesso e
quindi uno “storpio” perché non oggettivamente migliore per la
governabilità e la rappresentanza. La legge ideale con con i
migliori requisiti potrebbe essere approvata dal parlamento solo se
questa legge la facessero entrare in vigore per la legislatura
successiva a quella immediata. Essa sarebbe migliore perché non
sarebbe viziata dagli interessi immediati dei partiti, Ma questo non
è... anche se potrebbe essere. Tornando alla realtà molti cittadini
non capiscono perché il partito di Berlusconi (Brunetta) si è
accanito contro l'approvazione dell'Italicum quando presumibilmente
con il patto del Nazzareno, Berlusconi era rimasto d'accordo con
Renzi. Il bello è che per fare opposizione si è spolverato
l'adusato repertorio delle accuse di antidemocracità, la minaccia di
l'Aventino, lo spettro della dittatura, del colpo di stato,
dell'abbandono dell'aula in un modo che rasenta il ridicolo per un
partito dei moderati come FI. Atteggiamento appropriato più per un
partito come quello di Salvini, SEL e Grillino. La rottura del patto
del Nazzareno non era giustificata dalla presunta inadempienza di
Renzi di nominare capo dello Stato un uomo indicato da Berlusconi
(Casini o Amato?) quando è stata fatta una scelta molto più
appropriata di Mattarella. La verità probabilmente è che
nell'ambito dell'enturage di Berlusconi, di fronte all'attivismo di
Salvini, qualcuno ha pensato di perdere i voti ed il consenso degli
arrabbiati tentati dalle proteste demagogiche della Lega che si
congiungevano con quelle radicale della sinistra e dei grillini.
Allora l'opposizione ragionata e ragionevole di FI è andata a farsi
benedire.
*
L'elettorato
moderato non poteva stare meglio con un partito al governo (Alfano)
ed uno all'opposizione (FI) moderata e costruttiva? Se le cose si
mettevano o si mettono bene, merito del partito moderato al governo;
se le cose vanno male, i moderati alla opposizione avrebbero
acquisito meriti e non responsabilità. No, FI è andata ad occupare
lo spazio radicale già occupato dalla lega e tenta di indebolire ed
attaccare i moderati rappresentati dal governo Alfano. Il risultato
sarà che i voti moderati andranno a finire in braccio a Renzi che fa
discorsi e ragionamenti e fatti sempre da Berlusconi il cui silenzio
appare assai significativo.
I
partiti, invece di cercare di ritagliarsi un vestito (legge
elettorale) per la loro attuale taglia dovrebbero attivarsi a
ricercare il consenso della gente nel territorio perché quando ci
saranno le elezioni nel 2018 o prima, l'Italia non sarà più quella
di oggi e degli odierni i sondaggi, ma sarà completamente cambiata.
Ed
il potere i vari leader politici non potranno raccoglierlo
ingraziandosi il Leader di turno ma prenderselo con il consenso.
Ma
vediamo la legge elettorale da parte della minoranza dei DS più o
meno radicale. Anche essi gridano alla democrazia violata, al colpo
di stato, alla dittatura rispolverando il repertorio usato dai
comunisti contro la il progetto di legge di De Gasperi che voleva che
l'Italia fosse governabile. Anche questa opposizione appare
inspiegabile dato che, se si andasse alle urne, dicono, che il
partito dei DS avrebbe la maggioranza governabile. Capirei che si
opponessero a Renzi ed ai suoi discorsi che sembrano tratti da quelli
del Cavaliere, ma evidentemente la ragione non alberga più nel
Parlamento e nei politici attuali che fanno rimpiangere i partiti e
gli uomini della prima Repubblica.
Pesaro
1 maggio 2015.
P.E.Comandini
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