GIOVANI CERVELLI IN FUGA. Il Ministro Poletti: “Alcuni è
meglio non averli tra i piedi!”
Questa battuta Poletti, come ministro
del lavoro, non era proprio il caso che la facesse. Se fosse stato in
veste privata poteva essere una battuta infelice, ma una battuta. Ma
è diventata un caso politico e la stampa ci ha sguazzato e ci
sguazza in un modo esagerato. Poiché ha vinto il NO è da escludere
che si riferisse a Berlusconi che aveva dichiarato che in caso di
vittoria del SI se ne sarebbe andato via dall'Italia. E poi il
riferimento non era possibile perché l'oggetto del discorso
riguardava i giovani.
Ma lasciando stare lo scherzo e le
battute questa generale lamentazione fatta a tutti i livelli
politici, mediatici e giornalistici appare fuori luogo e non
produttiva di effetti positivi.
Innanzi tutto se consideriamo
l'Unione Europea e il mercato globale i giovani che vanno a lavorare
ed a studiare all'estero non vanno alla fine del Mondo, ma si muovono
praticamente in casa se si pensa all'Europa e anche nel resto del
mondo che, globalizzato, si uniforma sempre più.
La conoscenza della lingua, costumi,
economia di altri paesi e popoli darà i suoi frutti sia per loro
personalmente che per il loro paese. Dimostra che i giovani hanno
coraggio, intraprendenza e volontà e vanno aiutati come fa il
programma Erasmus. Finora le famiglie che avevano la possibilità
mandavano i propri figli a completare la loro formazione all'estero e
se ora questo avviene anche sulla spinta della ricerca di un lavoro,
questo non può avere che effetti positivi. C'è stato un periodo in
cui, a causa dei problemi finanziari della riunificazione tedesca,
molti giovani tedeschi per il lavoro guardavano all'Italia.
Il mondo è cambiato, i confini si
ampliano sempre più, il lavoro è cambiato e cambierà sempre più e
più rapidamente. E così fanno e dovranno fare i giovani più forti
e coraggiosi cui il paese deve dire grazie.
Pesaro li 22 dicembre 2016.
P.Emilio Comandini.
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