lunedì 6 giugno 2016

Discorso della Prof. Rowena Coles, Delegato del Console Generale Britannico di Milano

Sala del Consiglio, Palazzo del Comune, Pesaro 31/05/2016
Stasera ho l’onore di portare i saluti dell’Ambasciata Britannica in Italia, del Pro Console Marcello Marconi del Consolato Generale di Milano e di esprimere l’apprezzamento da parte dell’Ambasciata e il mio personale per la presentazione del libro “68 DUX” dell’Avvocato Paolo Emilio Comandini.
Ringrazio l’Avvocato, la Professoressa Simonetta Romagna della Biblioteca “Bobbato” e il Professor Riccardo Paolo Uguccioni, Presidente della Società Pesarese di Studi Storici dell’invito a questo evento che mette ancora insieme stasera protagonisti italiani e inglesi come una specie di proseguo della storia di “68 DUX” che è, come dice il sottotitolo, “la storia della cattura, prigionia e fuga di tre generali inglesi nel racconto dei protagonisti”.
Come spiega l’Avvocato Comandino, quando riprende le parole di uno dei protagonisti – il Priore dell’Eremo di Camaldoli – “68 DUX” è “una storia interessantissima”. Dal punto di vista strettamente storico senza dubbio lo è. Ma come cittadina sia britannica che italiana, vorrei fare delle riflessioni su questa storia dal punto di vista umano – o più semplicemente parlare degli uomini e delle donne di questa storia – i protagonisti. Allora la storia “interessantissima” diventa anche una storia di solidarietà, di sacrificio personale ed di esemplare rispetto dell’altro.
Per comprendere fino in fondo tutte le implicazioni, devo richiamare la vostra attenzione ai tre generali inglesi. Chi erano? Nella Premessa si legge che erano generali “del massimo grado”-
rimo: General Philip Neame nel 1940 comandava le truppe britanniche in Palestina, Transgiordania e Cipro e al momento della cattura in Nord Africa era Comandante in Capo e Governatore della Cirenaica. Nella Prima Guerra Mondiale era stato decorato con la “Victoria Cross” – la più alta onorificenza militare britannica.
Il secondo: General Richard O’Connor venne descritto da Winston Churchill come “il migliore dei nostri comandanti del deserto” e stava per essere incaricato dal comando britannico per affrontare Rommel in Nord Africa al momento della cattura.
Il Terzo: General Owen Tudor Boyd stava viaggiando verso l’Egitto per prendere il Comando in Capo della Royal Air Force (RAF) in Medio Oriente quando fu costretto ad atterrare da un gruppo di aerei italiani sopra la Sicilia.
Ho voluto soffermarmi sui particolari gradi di massimo comando dei 3 generali perché solo così possiamo capire fino in fondo il rischio corso dalle tante persone che li hanno aiutati a nascondersi e a fuggire per poi alla fine raggiungere l’esercito inglese che stava salendo l’Italia. Un rischio enorme. Eppure il libro narra dei tanti italiani del nostro territorio, fra Camaldoli., La Verna, il villaggio di Seghettina e più vicino a noi – da Milano Marittima, e Cervia a Riccione, Cattolica , lo stesso Pesaro – tanti italiani della nostra terra che ,come afferma l’Avvocato Comandino, “senza alcun tornaconto e senza nessuna motivazione politica particolare hanno rischiato la loro vita per aiutare i fuggiaschi inglesi”.
La storia “interessantissima” così diventa una storia di una travolgente umanità dove poveri montanari aiutano soldati cresciuti nelle famiglie aristocratiche e nelle migliori college inglesi, dove i fratelli dell’Ordine dei Camaldolesi di fede cattolica ospitano soldati di fede anglicana, dove persone di una cultura, di una lingua diverse, di una nazione sconosciuta vengono visti solo come “uomini da aiutare ” e non come “stranieri da temere”.
Vorrei leggere un episodio che mi è rimasto particolarmente impresso. L’episodio è raccontato da Guido Canestrari, incaricato da Ruggero Cagnazzo a prelevare i fuggitivi.
Quando arrivano al luogo dell’appuntamento, è notte fonda. Nel buio, Guido riesce a scorgere una chiesetta vuota, con la porta aperta ed una luce di una casa non lontana. Mentre gli ufficiali si pongono al riparo all’interno della chiesetta, lui raggiunge la casa, da cui viene, sommesso, il coro di un rosario. Come bussa alla porta si fa immediato il silenzio. Poi si leva una voce maschile: “Voglio sapere chi siete e che cosa volete”. Canestrari, prima di dire il suo nome dice: “Sono un evaso dal campo di concentramento tedesco. E sono tutto bagnato: ho dovuto passare a guado dei fiumi. Non sopravvivo alla notte qui fuori, col freddo che fa.” “No, non possiamo aprirti. Ci sono i tedeschi! Stanno cercando dei prigionieri alleati … se vuoi salvarti, scappa. Va via! …” “Avete visto Padre Leone?” gli chiede. “Padre Leone deve incontrarsi con me.” “Padre Leone dovrebbe essere a cinquanta metri da qui, nell’altra casa! A quest’ora starà già ad aspettarvi.” In seguito a questa informazione chiama fuori tutti gli ufficiali e tutti insieme, all’altra casa. Canestrari bussa alla porta e gli altri restano a distanza. La porta si schiude. Ma la risposta è ancora “no”., un altro rifiuto. A un tratto però, mentre sta ancora sulla soglia a implorare una vecchina seduta accanto al fuoco, mi vede e si alza di scatto. “Apri, fa entrare quel poveretto! Grida all’uomo che gli sta di fronte. “Lo vedi in che stato è? Se resta fuori stanotte, quello muore. Non abbiamo figli anche noi, in giro per il mondo? Ti piacerebbe vederli trattai così?”
Il Canestrari si fa coraggio, entra e va a sedere al camino. Dopo un istante la vecchina si accorge che non è solo e che fuori, nelle stesse sue condizioni ci sono altri in attesa. A tale vista, di nuovo, la vecchina insorge e fa entrare tutti. Si accomodano tutti intorno al fuoco, rincuorati, ad asciugarsi (p. 48-9)


La “vecchina” ha aperto la porta, ha accolto, non ha pensato al pericolo che correva. Il libro è pieno di episodi simili. Il lettore non smette mai di stupirsi davanti a tanti atti di coraggio.
I nostri ragazzi – italiani ed inglesi – leggono libri di storia a scuola che raccontano i fatti storici della II Guerra Mondiale … ma quanto potrebbero anche imparare da libri come 68 DUX – esempi di vita e di sacrificio che , come scrive l’Avvocato Comandino, sono rimasti sconosciuti e non meritatamente compensati. Storie di piccoli grandi uomini che, grazie all’Avvocato, ora rimarranno vive.
Ormai sono pochissime le persone che erano vive durante la II Guerra Mondiale e che possono “raccontare dal vivo” le loro esperienze. I figli ancora possono ricordare i loro racconti, come ha fatto l’Avvocato Comandini che racconta suo stesso zio nel libro. Per strana coincidenza, anche io posso raccontare qualche cosa che parla di ufficiali britannici in Nord Africa e in Italia. Mio padre, Leslie Frederick Coles, era Capitano nella Royal Ordinance Survey Corps (RAOC) e ha servito in Nord Africa proprio sotto il General Neame. Mio patrigno, Hubert John Wright, è salito dalla Sicilia fino a Milano con la Ottava Armata nella liberazione d’Italia. Ma solo se ci sono persone come l’Avvocato Comandino che prendono penna e scrivono, possono sopravvivere nella memoria dell’uomo le storie “interessantissime” di persone “normali” che non sono registrate nei testi di storia.
Oggigiorno l’unità dell’Europa è in crisi – fra meno di un mese si terrà un referendum nel Regno Unito dove i cittadini decideranno se rimanere o uscire dall’Unione Europea. (remainers or exiteers). I confini si stanno chiudendo. Dobbiamo sempre, in questi giorni di paura e di tensione, ricordare il sacrificio e il coraggio degli uomini che hanno portato la pace in Europa. “68 DUX” ci deve servire come libro guida per un’Europa unita dove i cittadini possono vivere in pace rispettando le diversità e sorvolando sulle differenze con coraggio e solidarietà.
L’Ambasciata Britannica in Italia ha sempre lavorato in questa direzione e ringrazia ancora una volta l’Avvocato Comandino, la Società Pesarese di Studi Storici e la Biblioteca “Bobbato” per il prezioso contributo all’amicizia e alla fratellanza fra i nostri due paesi.
Pesaro li 31 maggio 2016.


Prof. Rowena Coles

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