giovedì 13 aprile 2023

I CIVILI SOTTO LE BOMBE -II PARTE-

10.8. La battaglia finale di Carpineta del 12-13 ottobre. Nel pomeriggio, con un fare un po' sospetto due tedeschi chiedevano a papdi due vecchi impermeabili con cappuccio. Questi si trovavano nella scala che dall'atrio conduceva alla cantina. Quivi c?rano in grande quantitle gabbie per gli uccelli che venivano usate ai bei tempi per i richiami del Roccolo. Non si sapeva se questi impermeabili servissero nelle trincee per ripararsi dalla pioggia, dato il pessimo tempo che c'era, o per mimetizzarsi per passare nelle linee nemiche e disertare e darsi prigionieri. All'imbrunire anche i picoraggiosi che si trovavano di sopra si rifugiarono di nuovo nella cantina. Tra questi anche la zia Maria che era pipreoccupata del suo gatto "Palin Palin" che della stessa sua vita. Come comincia ad imbrunire, la sarabanda dell'artiglieria ricominci ad imperversare con un'intensited una precisione maggiore. I proiettili si schiantavano sui pini secolari, intorno alla casa, e sul tetto. Il tambureggiare delle artiglierie riprese piintenso che nella notte precedente. “Ecco! Questo un colpo in arrivo, no questo un colpo in partenza! Questo un lanciabombe! No! Questo un mortaio!” I tedeschi, anche essi in cantina, con le armi leggere aspettavano. Come la grandine cessava correvano nei piani di sopra per respingere i fanti della 46 divisione Britannica che, arrampicandosi su per la valle cercavano di avanzare, ma inutilmente perch illuminati dai bengala, venivano intercettati dal tiro incrociato delle mitragliatrici tedesche, dei mortai e Panzerfaust. I feriti tedeschi venivano portati gitutti insanguinati nella infermeria. La mamma come tutti noi pregava e ogni tanto, quando pensava fosse arrivato il momento finale, ci afferrava di nuovo tutti insieme perchvoleva che venissimo trovati sepolti uno abbracciato all?ltro. Si sentivano pregare qua e di li vari gruppi di rifugiati. Ad un certo momento il comandante del Centro di Resistenza,della 114 Jager asserragliati nella casa, sentendo che non avrebbero piresistito all'attacco, mandun portaordini al comando, alla villa Baronio, chiedendo l'autorizzazione di ritirarsi data anche l?sistenza di tanti civili. Il soldato tornava dicendo che gli ordini erano di resistere e combattere fino alla fine. La battaglia continuava cosancora pirabbiosa e cruenta. Il portaordini venne di nuovo mandato al Comando per ottenere l'autorizzazione a ritirarsi. Ma invano! L'ordine di resistere fino alla fine era confermato. Dello scopo di questo andare e venire del portaordini lo zio Giulio veniva a sapere dallo zio Francesco, che conosceva bene il tedesco. Quando lo zio Giulio seppe che i tedeschi avrebbero dovuto resistere fino alla morte perdette ogni speranza e, sentendo arrivare il momento finale, rivolgendosi a tutti grid "Chi ha fede preghi il Signore!” Mentre tutti pregavano, una bomba a mano esplose al piano di sopra provocando un buco sul soffitto della cantina che inonddi calcinacci gli sfollati che si trovavano sotto. La sparatoria di fuori, intorno alla casa, cessimprovvisamente. E cadde uno strano ed incredibile silenzio. Con una mossa improvvisa, interpretando forse anche il desiderio dei tedeschi che erano scesi in cantina, lo zio Giulio corse al portone, afferril lungo chiavistello e, mentre lo apriva, grid "Urlate tutti! .. Civili! Civili!". Mentre tutti si mettevano a gridare come forsennati il portone si spalanc Stagliandosi sullo sfondo chiaro dell?lba di quel 13 ottobre, apparvero i soldati della 46 esima Britannica con i mitra imbracciati pronti a far fuoco. Mentre gli occhi bianchi di quei visi sporchi di nero di fumo, sotto gli elmetti mimetizzati, guardavano stupiti tutta quella gente che gridava, Osvaldo afferrava, con una mossa fulminea e provvidenziale, un tedesco che stava per far fuoco con il suo fucile contro i ?iberatori disarmandolo. I sette tedeschi che si trovavano in quel momento in cantina si arrendevano e consegnavano le armi e i loro sette elmetti. Elmetti che per parecchi giorni rimasero, in cantina, sistemati in fila su una mensola di legno. La battaglia di Carpineta venne citata dalla radio Alleata.1 Eravamo cosstati liberati. Potevamo alla fine addormentarci sulla branda senza essere pisvegliati dalla mamma. Gli inglesi della 46 Fanteria del V Corpo, dopo aver superato la Scolo Rigossa a Longiano ed i punti di resistenza di Casale e Carpineta, superavano il torrente Visano e il Rubicone. (da “LA GRANDE CASA” tra la VIII Army e la X Arme -Edizione Argalia - Urbino)

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