lunedì 23 ottobre 2017

E' SOR EUGENI



 E' sor Eugeni

A l'avdeva spuntê da la cuntrêda
tott al mateni, ad t'clora da la cisa;
pass da suldê, sfilè coma una spêda
int' j occ di spraj, di lemp all'impruvisa.

E a m' l'arcörd una sera in mangh d'camisa
ad cursa, vëcc cum l'era par la strêda;
e cuveva de' fug sotta la snisa
e in piazza u s'nera andê qualca s-ciupteda.

Batzê enca lò da l'acqua dla galera,
la vita sua totta una campagna,
l'era cnunsù da nun par Quel d'Mentena.

Om tott d'un pezz da l'Alba infina a sera,
int'e' pëtt e' gran cör dla su Cesena,
int'e' cör l'anma nostra dla Rumagna.

Pietro Comandini

IL SIG EUGENIO (Valzania) – lo vedevo spuntare dalla contrada – tutte le mattine, al di sopra della chiesa; - passo da soldato, (dritto) sfilato come una spada – negli occhi delle scintille, dei lampi all'improvviso. - e me lo ricordo una sera in maniche di camicia – di corsa, vecchio com'era, per la strada; - covava del fuoco sotto la cenere – e in piazza era stata sparata qualche fucilata (ricordo personale al tempo delle lotte fra repubblicani e socialisti). - Battezzato anche lui dall'acqua della galera, (carcere) – la vita sua tutta una campagna, - era conosciuto da noi per Quello di Mentana (episodio eroico della campagna a cui prese parte principale). - Uomo tutto d'un pezzo dall'alba fino a sera, - (aveva) nel petto il gran cuore della sua Cesena – nel cuore l'anima nostra della Romagna.

MA CHI ERA E' SOR EUGENI?

Romagnolo dal temperamento assai sanguigno tale da far ricordare il capitolo “Sangue Romagnolo” scritto nel Libro Cuore da Edmondo De Amicis quindici anni dopo l’annessione di Roma al Regno unito (1871), dove sbucciare una mela con l’uso del coltello era forse la cosa più rara dell’epoca: serviva molto di più per scopi politici!
Valzania non si trasse mai indietro quando c’era da combattere: si distinse nella spedizione di Sapri al seguito di Carlo Pisacane; in seguito entrò nei garibaldini ottenendo il grado di Colonnello. A Cesena era conosciuto come “Palanchino”, perché amava indossare frequentemente una camicia con foggia polacca, ma per la sua abilità a sfuggire alle retate della polizia austriaca e papalina, si guadagnò il soprannome di “Primula rossa”; San Marino e il Ganducato di Toscana divennero i luoghi più sicuri per rifugiarsi. Con la fine del Governo Pontificio nelle Romagne, 1860, il Valzania uscì allo scoperto per dedicarsi attivamente alla politica, aderendo a quei movimenti politici chiamati Movimenti di Mutuo Soccorso, che ben presto si trasformarono in partito Anarchico, o Repubblicano o Socialista, entrando in collisione con altri esponenti locali come Federico Comandini, animò la piazza cesenate. Era il periodo in cui la lama del coltello brillava di notte lasciando a terra i cadaveri di chi non la pensava conformemente o con quello o con quell’altro principio politico. Coerente con i principi repubblicani mazziniani che prevedevano la nascita di una Repubblica Costituzionale lontano da corone e sangue blu, Valzania rifiutò la carica da Senatore nel neonato Parlamento del Regno d’Italia. Ma rimase il rispettabile capo del Quartiere esterno di Porta Romana, ora porta Santi, ma anche Porta Valzania.



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