giovedì 12 maggio 2016

GIUSTIZIA. CHI TOCCA I FILI MUORE

Non si è capito e non si capisce come in Italia non trovi luogo nel suo ordinamento giudiziario penale l'istituto della “Concessione della libertà personale su cauzione”. L'affollamento delle carceri e le inadempienze dell'Italia in ordine al trattamento carcerario verrebbero probabilmente risolti con vantaggi economici per lo Stato e per i cittadini detenuti in attesa di giudizio che, in base a statistiche, per la metà vengono dichiararti assolti.
Un'altra cosa inspiegabile è come si continui a lottare inanemente contro la lungaggine dei processi civili e penali. Infatti le riforme finora adottate e quelle che si vogliono adottare non sono in grado se non di scalfire appena il nodo del problema. Il processo telematico che sta ingolfando gli uffici giudiziari può accorciale i tempi degli adempimenti del processo di qualche mese, ma il processo durerà sempre degli anni, cioè ci vorranno anni per avere una decisione del giudice per la semplice ragione che le fasi processuali verngono scandite con intervalli di mesi e di anni. Le udienze per la istruttoria di un processo civile di primo grado vengono rinviate, non in funzione del tempo necessatio per espletare le varie incombenze (es. notifiche, attività delle parti e degli avvocati, consulenze tecniche ecc.) ma in relazione alla disponibilità del Giudice che deve tenere conto delle udienze per gli altri procedimenti. Cioè dipende dal posto disponibile nella agenda del magistrato quindi del carico di lavoro del giudice. E questo nel processo. Ma la cosa più inaccettabile sono i tempi di rinvio per la decisione dei processi di appello dove non esistono se non eccezionalmente necessità istruttorie e la procedura prevede solo la formalità del deposito degli atti di difesa che richiedono pochissimo tempo e potrebbero essere espletati in due o tre mesi. Ma di fatto vengono procrastinati per degli anni solo perchè il collegio giudicante è già intasato da impegni di altre cause.
Quindi è chiaro che se non si interviene nell'ambito della agenda del Giudice (individuale o colleggale) non si viene a capo di nulla. Ma il diffficile, se non impossibile, è mettere il naso nell'agenda del Giudice. Vedere cioè che cosa determina il blocco del processo in questo ambito. Le cause possono essere molte: l'eccessivo carico di lavoro del giudice, la scarsa efficienza o pigrizia, la disorganizzazione, la incapacità, e così via.
Ma mettere sotto esame l'agenda del giudice è o potrebbe essere scomodo e pericoloso perchè si entra in una sfera di azione dove il Giudice è sovrano e dove il Magistrato può essere giudicato e dove si può entro certi limiti manovrare il processo e agevolare o meno la prescrizione. E' qui che si può intervenire e vedere se mancano magistrati, se i magistrati lavorano, se è necesario organizzare meglio il loro lavoro, se sono diligenti ecc. In relazione a questa analisi si possono prendere provvedimenti efficaci e utili per ridurre la lunghezza dei processi.
Queste due riflessioni un giorno ho posto al Ministro Alfano cheè stato anche Ministro della Giustizia e, per quanto riguardava il primo punto, egli mi sembrava d'accordo, mentre sul secondo pure tanto che erano riusciti a ridurre le ferie dei magistrati, ma, era come dire che era stato un sforzo enorme dato che, si può ben dire, che ....”chi tocca i fili..muore!.
Pesaro li 10 maggio 2016

Avv. Paolo Emilio Comandini




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