«Il 10
maggio diventa una data da cerchio rosso per la sicurezza
cittadina... Prevenire è meglio che reprimere»,
si
legge nel 'Pungiglione' di martedì 28. Non è cosa nuova che una
partita di calcio turbi la sicurezza cittadina;
perciò
è opportuno l'ammonimento rivolto a prevenire le violenze
che sempre più spesso si manifestano durante
molte partite
di pallone. Ma "prevenire" come? A questa domanda si
dovrebbe rispondere, perché sul principio
della
prevenzione sono tutti d'accordo. Quando però si passa a proporre
rimedi concreti, idonei ad evitare violenze
sulle
cose e sulle persone, non si è più tutti dello stesso parere. E
allora? Allora sarebbe cosa forse utile proporre
un
dibattito attorno ad una 'tavola rotonda' (ma potrebbe essere anche
ovale o quadrata), al quale partecipassero
uomini
di legge, delle forze dell'ordine, delle forze sociali (e
"quant'altro", come si dice in maniera cretina).
Altrimenti
il
pur doveroso monito a prevenire, invece che a reprimere
(avvertimento ripetuto migliaia di volte), rimane lettera
morta,
cioè del tutto inefficace. «Nessuna clemenza verso i teppisti»,
afferma Angiolino Alfano, ministro dell'Interno.
Ma poi
certi fatti smentiscono quella e simili asserzioni. Come si può
infatti credere a taluni dirigenti sportivi, i quali
promettono
di vigilare sui comportamenti di tifosi che in realtà fanno quello
che vogliono, prima, durante e dopo una
partita
di calcio? Sembra dunque che abbia ragione Maurizio Costanzo, il
quale ha detto: «Ho perso il conto delle volte che sono
stati annunciati provvedimenti severi per far tornare il calcio a
quel che è, cioè un gioco». Perciò è da
sciocchi cullarsi nella speranza che tifosi fanatici e teppisti
di ogni colore si ravvedano da soli. Peggio ancora è
sottovalutare la loro violenza, dicendo ad esempio: "tanto
sono minoranze"; perché non c'è bisogno di avere studiato
storia all'Harvard University (la più famosa università
degli Stati Uniti) per sapere e capire che molti eventi storici,
antichi e recenti, sono stati determinati proprio da
minoranze.
Pesaro,
28 aprile 2015
Vittorio
Ciarrocchi.
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