Non si è capito e non si
capisce come in Italia non trovi luogo nel suo ordinamento
giudiziario penale l'istituto della “Concessione della libertà
personale su cauzione”. L'affollamento delle carceri e le
inadempienze dell'Italia in ordine al trattamento carcerario
verrebbero probabilmente risolti con vantaggi economici per lo Stato
e per i cittadini detenuti in attesa di giudizio che, in base a
statistiche, per la metà vengono dichiararti assolti.
Un'altra cosa inspiegabile
è come si continui a lottare inanemente contro la lungaggine dei
processi civili e penali. Infatti le riforme finora adottate e
quelle che si vogliono adottare non sono in grado se non di scalfire
appena il nodo del problema. Il processo telematico che sta
ingolfando gli uffici giudiziari può accorciale i tempi degli
adempimenti del processo di qualche mese, ma il processo durerà
sempre degli anni, cioè ci vorranno anni per avere una decisione del
giudice per la semplice ragione che le fasi processuali verngono
scandite con intervalli di mesi e di anni. Le udienze per la
istruttoria di un processo civile di primo grado vengono rinviate,
non in funzione del tempo necessatio per espletare le varie
incombenze (es. notifiche, attività delle parti e degli avvocati,
consulenze tecniche ecc.) ma in relazione alla disponibilità del
Giudice che deve tenere conto delle udienze per gli altri
procedimenti. Cioè dipende dal posto disponibile nella agenda del
magistrato quindi del carico di lavoro del giudice. E questo nel
processo. Ma la cosa più inaccettabile sono i tempi di rinvio per la
decisione dei processi di appello dove non esistono se non
eccezionalmente necessità istruttorie e la procedura prevede solo la
formalità del deposito degli atti di difesa che richiedono
pochissimo tempo e potrebbero essere espletati in due o tre mesi. Ma
di fatto vengono procrastinati per degli anni solo perchè il
collegio giudicante è già intasato da impegni di altre cause.
Quindi è chiaro che se
non si interviene nell'ambito della agenda del Giudice (individuale o
colleggale) non si viene a capo di nulla. Ma il diffficile, se non
impossibile, è mettere il naso nell'agenda del Giudice. Vedere cioè
che cosa determina il blocco del processo in questo ambito. Le cause
possono essere molte: l'eccessivo carico di lavoro del giudice, la
scarsa efficienza o pigrizia, la disorganizzazione, la incapacità, e
così via.
Ma mettere sotto esame
l'agenda del giudice è o potrebbe essere scomodo e pericoloso perchè
si entra in una sfera di azione dove il Giudice è sovrano e dove il
Magistrato può essere giudicato e dove si può entro certi limiti
manovrare il processo e agevolare o meno la prescrizione. E' qui che
si può intervenire e vedere se mancano magistrati, se i magistrati
lavorano, se è necesario organizzare meglio il loro lavoro, se sono
diligenti ecc. In relazione a questa analisi si possono prendere
provvedimenti efficaci e utili per ridurre la lunghezza dei processi.
Queste due riflessioni un
giorno ho posto al Ministro Alfano cheè stato anche Ministro della
Giustizia e, per quanto riguardava il primo punto, egli mi sembrava
d'accordo, mentre sul secondo pure tanto che erano riusciti a ridurre
le ferie dei magistrati, ma, era come dire che era stato un sforzo
enorme dato che, si può ben dire, che ....”chi tocca i
fili..muore!.
Pesaro li 10 maggio 2016
Avv. Paolo Emilio
Comandini