mercoledì 26 novembre 2014

ELEZIONE DEI CONSIGLI DI QUARTIERE

L'esito delle elezioni dei Consigli di Quartiere è stato molto deludente per la scarsissima partecipazione degli elettori. Per quanto riguarda la Lista di Centrodestra “Insieme per Centro Mare” sono stati eletti due consiglieri e precisamente Redaeli Michele e Marchetti-Felici-Giunchi Paolo.
Per la lista “Insieme per Porto-Soria” sono stati eletti tre consiglieri e precisamente Capozzi Gianpaolo, Cambrini Magda, Forlani Ivana.
La scarsissima partecipazione al voto da parte dell'elettorato moderato ha favorito le liste di sinistra che hanno ottenuto la maggioranza dei seggi anche in questi quartieri in cui tradizionalmente erano in minoranza.

In verità questa competizione elettorale democratica è stata completamente ignorata dai mass media sia prima che dopo.

La importanza di questi organismi è stata sottovalutata ed è a dire che in passato hanno svolto una attività di contrappeso al potere della Giunta oltre che di proposta impedendo lo stravolgimento del Borgo cittadino in occasione del Piano Particolareggiato del Centro Storico, la realizzazione del Museo del Mare e la creazione del Parcheggio del Curvone.
Peraltro nei Consigli di Quartiere prevalgono non tanto i numeri dei voti di maggioranza, ma le buone idee e proposte e l'impegno delle persone. Buon lavoro!
Pesaro li 26 novembre 2014.
P.E. Comandini


CARPEGNA









Di bianche nevi tutto il capo avvolto
mite colosso tu, le degradanti
vette, o Carpegna guardi , austero il volto.
Portano ancora a te le nubi i canti

degli antichi pastori e delle erranti
mandrie il tinnìo. Aspero ed incolto
ti sorride il Simone, e di fragranti
biade ferace, Montemaggio folto

e d'olivi. Di Guido e dei tuoi conti
si sussurran le imprese nei tramonti
le annose querce; e parlano di Dante.

Tu l'odi e taci e là tra feltro e feltro
vigile nume t'ergi, ermo, vigile, gigante,
culla gloriosa un dì dei Montefeltro!

P.Comandini
Castelli di Romagna e Montefeltro” 1931.



lunedì 24 novembre 2014

VIALE TRIESTE NON HA PACE?

A seguito della interrogazione del Consiglieri Andreolli e Crescentini l'assessore del Comune di Pesaro ha comunicato che il progetto del Parcheggio sotterraneo di Viale Trieste, poi abortito, è costato 96.202 euro per progetto, accatastamento, indagine geologica, business plan, per consulenze legali ecc. L'assessore sottolineava che di questa somma una parte pari al 70% 65.ooo non sarebbe stata sprecata perché parte del progetto sarebbe utilizzabile per la ristrutturazione e la pedonalizzazione di Viale Trieste.
A parte ogni considerazione circa la validità di un opera che comportava grosse problematicità e e riserve che apparivano subito fin dal momento della sua ideazione, quello che ora preoccupa è l'intenzione di insistere nel progetto di pedonalizzazione di Viale Trieste per i motivi, tuttora validi, esposti nel 2011 che qui di seguito si riportano:

Effetti della pedonalizzazione sulla circolazione.
Il traffico che si svolge su Viale Trieste che è già intenso diventerà ancora più importante con il completamento del nuovo Porto Turistico. Questo traffico verrebbe dirottato su viale Trento e Cesare Battisti che sono attualmente già oberati di traffico ed intasati dai parcheggi liberi ed a pagamento. Su queste vie si accumulerebbe il traffico e la richiesta di parcheggi liberi con il disagio che si può facilmente immaginare. Questi parcheggi liberi sono utilizzati dai residenti, ma, per lo più dai cittadini che lavorano e si recano in Centro e al Mare.
Il progetto del parcheggio che si ispira al parcheggio realizzato a Riccione, si inserisce in un contesto che è molto diverso rispetto a quella della cittadina balneare romagnola. Per quanto riguarda la pedonalizzazione (che non è chiaro se permanente o temporanea), la situazione di Pesaro rispetto a quella della città romagnola è del tutto differente.
Riccione è una cittadina essenzialmente turistica, mentre Pesaro è un centro turistico, residenziale e commerciale di importanza non paragonabile a Riccione.
Su viale Trieste gravita sia d'estate che di inverno un traffico che non è solo turistico ma al servizio di un quartiere residenziale intensamente abitato tutto l'anno oltre che commerciale per le attività che vi si trovano e soprattutto è di collegamento della città con il porto.
La domanda di acquisto dei 360 stalli da parte dei privati potrebbe essere inadeguata rispetto alle aspettative per la esistenza nei giardini delle ville di spazi adibiti a parcheggi e per il fatto che molti Alberghi ne sono già forniti forniti (v. Cruiser, Caravelle, Clipper ecc.). La domanda da parte dei residenti del Centro storico non si può prevedere per la distanza e per il fatto che questa domanda è stata in parte soddisfatta dal parcheggio del Curvone.
Gli alberghi potrebbero affittare posti macchina agli ospiti estivi, però sarebbe poco remunerativo per il periodo di tempo limitato.
Da un punto della circolazione la pedonalizzazione fissa del viale sarebbe una perdita secca della “economia della viabilità” della città.
Pesaro li 30 settembre 2011
Paolo Emilio Comandini

Non si capirebbe la necessità di andare a fare spese per modificare un viale che si presenta ancora decentemente, piuttosto che risanare tutti i viali ed i marciapiedi della zona mare.

Pesaro li 24 novembre 2014.


P.E.Comandini 

venerdì 21 novembre 2014

EMIGRANTI ED IMMIGRATI



A otto anni per la prima volta ho incontrato “l'emigrante” leggendo un libro di Anna Perodi che narrava la storia di “Bernoccolino”, un ragazzetto figlio di due siciliani emigrati in America. Rimasto orfano, Bernoccolino deve tornare in Italia, a Palermo, dalla sua vecchia e povera nonna che abitava in un “castro” (una specie di bottega a pian terreno, senza finestre, che prende aria dalla porta e che corrisponde al “basso” napoletano) sito nella parte più degradata di Palermo. Qui si trova a sopravvivere in un ambiente di pescatori inquinato dalla delinquenza e dalla povertà.
Il secondo incontro con l'emigrante, molti anni dopo, in Urbania dove mi trovavo per ragioni professionali. Avendo alcune ore libere mi misi alla scoperta del fiume, il Metauro, che, provenendo da Barco scorre ai piedi del Palazzo Ducale. Era una mattinata chiara e serena che illuminava il greto del fiume dove l'acqua scorreva limpidissima lungo le sponde ricoperte di erbe e di fiori in una cornice di alberi che non nascondevano la facciata del castello illuminata dal sole. Sembrava di essere tornati indietro ai tempi della Gerusalemme Liberata di Ludovico Ariosto o di vedere le “chiare, fresche dolci acque” del Petrarca. In quel paesaggio incantato, dopo un'ansa del fiume, vidi un uomo intento a pescare con la sua canna. Che bello avere la possibilità di venire al fiume a pescare in quel paradiso.
Fortunato lei che se ne può stare qui tranquillamente a pescare in questo bel posto!” dissi al pescatore, attaccando il discorso. Parlando, venivo a sapere che era un ex minatore tornato in Italia dal Belgio con la silicosi. Dopo tanti anni di miniera, quando i polmoni avevano raggiunto un certo punto di saturazione i minatori venivano, tutti, mandati in pensione, presto, perchè tutti avevano da vivere certamente dieci anni di meno. Fu come mi avessero dato un pugno nello stomaco.
Qualche anno prima di questo episodio mi trovai a trascorrere una notte, sdraiato su di una panca, alla stazione di Basilea. Nonostante avessi un cappotto bello pesante sentivo un gran freddo (quell'anno il lago di Costanza gelò completamente): Al primo albeggiare una svizzerona cominciò a fare le pulizie, aprendo le porte e facendo entrare una corrente gelida. Quando mi alzai per richiuderla mi sentii apostrofare in malo modo in tedesco. Allora mi mi sentii un povero emigrante maltrattato ed abbandonato in un paese straniero.
Nel Pullman che portava un gruppo di avvocati italiani in gita da Boston alle cascate del Niagara c'era, come guida, una signora italiana che parlava un italiano con espressioni ed accento abruzzese che, in America, ci appariva si famigliare, ma anche un po' comico. La guida ci raccontò che lei con i suoi tre fratelli erano tutti emigrati in America. Il primo era stato suo padre che aveva trovato un buon lavoro che gli permetteva di mandare i soldi a casa. Quando il primo figlio maschio aveva raggiunto l'età e voleva partire militare in Africa per una delle guerre del Duce, la madre, non potendo distogliere il figlio da tale proposito disse al figlio: “..vabbè figliu mio, vai. però, prima di partire, va a trovare tuo padre per salutarlo, al ritorno poi farai tu!”
Dopo un po' di tempo il figlio scriveva alla madre dicendo che in America c'erano le automobili, c'era il lavoro e tante altre meraviglie per cui riteneva meglio rimanere lì piuttosto che andare in Abissinia. La stessa cosa fece la madre con gli altri “figli della lupa”. Piano piano tutti si trasferivano in America. Lei, allora, si trovava a fare occasionalmente da guida per turisti italiani e l'interprete. Era tornata recentemente al suo paese in Italia, dopo tanti anni, ma, nonostante i cambiamenti avvenuti, non avrebbe più voluto tornarci. Aveva avuto uno scontro con la burocrazia italiana che l'aveva scioccata non poco. Era rimasta italiana nel cuore, nella lingua ma era fiera di essere Americana. “I am american” diceva con orgoglio, come in altri tempi avrebbe detto: “civis romanus sum”!
Si vuole dare la cittadinanza ai nostri immigrati solo perchè residenti da cinque anni. Il tempo è un requisito relativo: può essere troppo poco o troppo. La cittadinanza andrebbe data solo quando chi la chiede, sinceramente può dire con orgoglio “sono cittadino italiano”. Il problema è quello di fare in modo che tutti gli aspiranti dimostrino di essere degni ed orgogliosi del paese che li ospita, e che non siano come quegli “italiani di nascita” che in nome di una falsa e stupida “multietnicità” sono pronti ad abiurare alla propria cultura, alle proprie tradizioni, alla propria religione e quindi alla propria identità.

Pesaro li 14 gennaio 2007.



Paolo Emilio Comandini

lunedì 17 novembre 2014

“L’automobil”




Poesia in dialetto cesenate



Posta ch’uj vegna un pizighin a umbrela:
mo guêrda sti vigliacch com’i m’ha ardot:
un vstì nov, mes l’et de’,..arviné’ tot!...
I n’ha un riguérd a e’ mond, porca mastela!

Se fa do gozli e un poch ad paciarëla
ch’ i t’ spless sota a la mêlta; e se va sot,
tra la porbia e tra e’ fom it fa un parsot
quand’ int’ ardus come una murtadela!

Mo intent ecco clu ad Rico,...e ch s’a vut dì,
monta so,..monta so...a so munté
e via come e’ vent: mo a meza streda

un caratèr, burdell, un s’vlea scansé
e sona pu,..mo ché: e me a rugì
e dai a che vigliach una rudeda!!

Dr. Pietro Comandini

L’AUTOMOBILE.- Che pigliasse loro un accidente a ombrello (secco)!.../ ma guarda questi vigliacchi come mi hanno ridotto!.../un vestito nuovo, messo l’altro giorno, rovinato tutto!.../non hanno un riguardo al mondo, porca mastella.// Bastano due gocce (di pioggia) e un poco di fanghiglia / che ti seppelliscono sotto il fango; e se va (il tempo) asciutto / fra la polvere ed il fumo ti riducono come un prosciutto (che si mette al camino per affumicarlo) / quando non ti riducono come una mortadella! // Ma ecco che passa colui di Rico: e cosa vuoi dire, / “monta su, monta su...” sono montato: / e via come il vento. Ma a mezza strada / un carrettiere, ragazzi, non voleva spostarsi; e sona pure: macchè: ed io ad urlare:/ “e dà a quel vigliacco una rotata!”..”
La Piè” 9 ott.1928.


venerdì 14 novembre 2014

INCONTRI DI STRADA

Con la sua camminata caratteristica la si riconosce da lontano, anche quando qui al molo c'è nebbia fitta: passo lento e cadenzato oscillante, dondolante a destra e sinistra. “E' la mia schiena che, invece di essere dritta, è fatta così:” e fa con la mano un segno a zg-zag. “E' il risultato di una vita trascorsa su i tetti e capannoni a fare i rivestimenti!” “ Ora mi è rimasto un dolore continuo, ma riesco ancora a fare ogni mattina questa passeggiata lungo il molo”. E' un dolore persistente che mi accompagna durante tutta la giornata e fa parte della mia vita tanto che qualche volta mi sveglio e non sento il dolore ed allora mi spavento perché credo di essere morto!”
Pesaro li 14 novembre 2014.


Pecos Bill

mercoledì 12 novembre 2014

ANCHE LE PIETRE HANNO UN'ANIMA....

Molto tempo fa lessi in un giornale un articolo di uno scrittore o giornalista, ritengo abbastanza noto, trattandosi di un importante quotidiano nazionale, in cui l'autore sosteneva che anche le cose, dovevano avere un'anima. A dimostrazione della sua tesi raccontava un episodio a lui accaduto personalmente. Aveva perso il padre da diverso tempo quando gli era capitato di trovare un oggetto appartenuto al genitore e la vista di tale oggetto, che era stato così intimamente legato alla persona scomparsa, aveva provocato in lui un tale senso di commozione che si era messo a piangere dirottamente, cosa che non aveva mai fatto, neppure quando il padre era morto. Se un piccolo oggetto può avere un'anima, quante anime può avere un edificio che ha visto passare nelle sue aule, per oltre settant'anni, decine di migliaia di giovani pesaresi e tanti docenti e, anche illustri?
Il “Bramante” fa parte della storia di Pesaro e dei pesaresi. Dentro quelle mura venne allestita anche la prima Fiera di Pesaro e venne esposta la prima volta la Medusa di Mengaroni. L'ex “Bramante” potrà essere adibito ad altra funzione, ma non deve essere demolito. E' anche un edificio storico che fa parte della storia della città, come la scuola “Perticari” e il Liceo classico. Non deve essere demolito oltre che per le ragioni esposte dal consigliere Regnoli, perché è nel cuore di tanti pesaresi che non vogliono cancellare la loro storia e i ricordi della loro giovinezza.
Per impedire l'ennesimo scempio sarà sufficiente un appello al buon senso?
Che cosa dicono i geometri, ragionieri, gli insegnati pesaresi che a migliaia sono maturati tra quelle mura e che hanno avuto la fortuna di rimanere a Pesaro e quelli che si sono sparsi in tutta la penisola e che ogni tanto tornano a Pesaro per mostrare la loro città ai loro figli e nipoti? Possiamo sperare in loro, o questi vorranno perdere la loro anima?
Articolo pubblicato 12 o 13 anni fa.

Pesaro 12.11.2014.
Paolo Emilio Comandini



domenica 9 novembre 2014

L'ELEZIONE DEI CONSIGLI DI QUARTIERE

Le elezioni si terranno il 16 novembre 2014 dalle ore 9 alle 19.
I Consigli di quartiere sono molto importanti perchè, oltre ad essere scuola politica per i giovani che vogliono interessarsi ai problemi della Città, hanno un notevole influenza nei conftonti della Giunta Comunale e questo è storicamente provato, infatti a suo tempo il Quartiere Centro ha costretto l'Amministrazione a cambiare il Piano Regolatore del Centro impedendo che tutto il Borgo fosse demolito per fare spazio a enormi condomini. Il Quartiere Mare ha ideato e promosso la costruzione del Parcheggio del Curvone, ha inventato e istituito il Museo del Mare a Villa Molaroni oltre ed ha impedito iniziative sconsiderate della Amministrazione di allora. Pertanto è evidente come sia importante eleggere dei consiglieri che non siano dello stesso colore politico della attuale Governo della Città



per il CENTRO STORICO – MARE
Il seggio è presso la palestra Carducci in via 11 febbraio 68.
Si può dare una preferenza ad un solo candidato o due purchè di genere diverso.
Per la Lista “Insieme per Centro Mare” che fa capo alla candidata sindaco Roberta Crescentini sono
CANDIDATI - Redaelli Michele
- Corrado Maria Luisa
- Spampinato Lucia Rita
- Bambara Pietro
- Marchetti Felici Giunchi Paolo
- Montaccini Mila
- Cecini Angela
- Boschetti Marinella
  • Corsini Simona
PER IL QUARTIERE PORTO-SORIA
il seggio è Baia Flaminia in Piazza Europa, 16
Si può dare una sola preferenza, due purchè di genere diverso.
Per la Lista “Insieme per Centro Mare facente capo alla Candidata sindaco Roberta Crescentini sono
I CANDIDATI:  
- Capozzi Gianpaolo
- Forlani Ivana
- Renzoni Stefania
- Cambrini Magda
- De Marco Micaela
- Tapponi Ugo
- Bertani Camilla
- Piga Antonio
  Pesaro li 8 novembre 2014
P.E.Comandini



martedì 4 novembre 2014

IL PRIMO GIORNO DELLA GUERRA 15-18 A PESARO.



Aiuto! Aiuto! E chi è che grida così nel pieno della notte? La caserma dei carabinieri era allora dove adesso c'è la Camera di Commercio. Prima c'era il Convento di Sant' Agostino poi trasformato in caserma dei carabinieri. Quello che racconto adesso è avvenuto il 16 giugno del 1915. Tutto in una volta un cannoneggiamento da fare paura, Prima avevano cominciato le cannonate e poi a suonare la sirena. Di corsa, di corsa, di corsa: “sotto!”. Allora nella casa c'erano le cantine. Non era come adesso che in quel locale ci si sta e non ci si sta. C'erano le cantine, alte, con le botti ..ci facevano il vino.
Era un incrociatore e due torpediniere austriaci che hanno bombardato il porto di Pesaro perchè, si vede, avevano avuto la spiata che nel porto c'erano due barconi carichi di mine antinave da mettere davanti al porto. Qualcuno aveva fatto la spia: diciotto colpi, mi pare, non gravi danni. Le barche non sono state colpite. Di là c'era un hangar degli idrovolanti, dalla parte del cantiere di Gennari. Un grande hangar avevano costruito. Tra i due porti avevano messo due cannoni da 150 ed altri due ne avevano messi qui vicino, al moletto, ma quelli del moletto non avevano fatto in tempo a montarli che li avevano portati via. Quelli tra i due porti sparavano per esercitazione. Dopo questo bombardamento scappiamo a Candelara dove c'era il podere dello zio Peppino.
Il giorno della dichiarazione di guerra, 24 maggio 1915, c'era l'oscuramento. Udiamo uno che entra ed esce nel corridoio, entra ed esce, fa un po' di lavoro ed esce e torna dentro. Cosa sarà? Subito andiamo a vedere.
Era un ladro che tentava di scassinare una porta che dava nella adiacente farmacia. Il ladro venne messo in fuga da quattro calci nel sedere del babbo di chi racconta.

Fuori c'era già l'oscuramento, per le strade non si poteva uscire ad una certa ora, poi la mattina presto si è sentito un cannoneggiamento a distanza: erano le navi che avevano bombardato Ancona...parecchio... ed anche Senigallia. Da noi c'era un treno, c'erano delle batterie su dei carri. Era un treno costiero che aveva delle batterie sui carri ferroviari. Un treno costiero che aveva lo scopo di impedire eventuali sbarchi sulla ferrovia lungo il mare; c'è stato parecchi tempo questo treno poi è scomparso e non si è più visto. Questo è stato il primo episodio della guerra 15- 18.
Da “I Racconti di Ubaldo”

Pesaro 4 novembre 2014.

P.E.Comandini